La pasqua è la festività più grande per i cristiani. Mentre il
papa parla (come al solito) solo di immigrazione, trascurando altri argomenti,
nel mondo (tanto per cambiare) altri cristiani vengono uccisi.
La Pasqua, che per i cristiani è la festività
più grande, è meno sentita del Natale. L’inizio della stagione calda è arrivata
e con essa iniziano le scampagnate e le gite fuori porta. Per chi, non avendo
problemi di salute, i quaranta giorni precedenti alla festa di Pasqua, ha
osservato la rinuncia a mangiare qualcosa che gradisce, ne ha giovato a livello
salutare: perdita di chili in eccesso, abbassamento dei valori della pressione
sanguigna, eccetera. Se uno è un patriota, egli si considera sempre un soldato
della sua patria italiana e spera di rimanere sempre in buona salute per servirla. A tal
proposito nel 1997, dopo il terremoto dell’Umbria e delle Marche, la caserma
dov’ero io fu inviata in quei luoghi per aiutare ed assistere le popolazioni
colpite, in particolare Nocera Umbra. Quest’anno, visitando quella cittadina e
Foligno, a Pasquetta, ho visto che hanno ricostruito tutto esattamente com’era:
ciottoli, selciati, case in pietra ed intonacate (seguendo dei piani per i
colori), campanili, torri, fanno davvero un magnifico spettacolo e naturalmente
sarà tutto antisismico. Dopo il sacro si pensa anche al profano, concedendosi
uno svago, effettuando un piccolo sforzo economico. Nel profano pasquale rientrano le eccellenze enogastronomiche e le antiche vestigia di ogni angolo d'Italia, le quali potranno resistere al tempo, ai terremoti, ma altri elementi più potenti del progresso e dei sismi potrebbero attaccarle nuovamente, questa volta senza farle rinascere, o meglio: potrebbero risuscitare con altro sangue.
Quest’anno, durante i riti della Settimana
Santa, come sempre non sono mancate le solite omelie papali immigrazioniste e
terzomondiste con accenni alla politica. D’accordo che il Papa è il capo della
Religione Cattolica in tutto il mondo, ma è anche il primate d’Italia e
dovrebbe pensare anche ai problemi della gente di qui e nella Settimana Santa parlare
di più della morte e della risurrezione di Gesù Cristo (come ha scritto Antonio
Socci). Per entrare in Italia ci sono delle regole, sia per i rifugiati, sia
per i migranti economici: occorrono documenti, visti d’ingresso, permessi di
lavoro, eccetera. È illegale ed insensato stiparsi all’inverosimile su dei
gommoni, mancando le più elementari norme di sicurezza e pagare delle grosse
tangenti ad organizzazioni criminali, le quali avranno maggiori risorse per
attività illecite, tra cui il terrorismo. Tutto è proporzionale: se maggiori
saranno le partenze su imbarcazioni improvvisate, sempre di più saranno le
tragedie, se avverrà il contrario tutto si ridurrà drasticamente. Mentre il
Papa predicava l’accoglienza, in altre parti del mondo, i suoi fedeli venivano
massacrati come sempre. Il rinunciare alle nostre tradizioni, alle radici
cristiane, promuovendo sempre il multiculturalismo, potrebbe far accadere tra
qualche tempo, anche qui, quello che è accaduto a Pasqua in Sri Lanka: con
l’ingrossarsi delle comunità extra cristiane, si ingrosserà anche il numero dei
fanatici e dei violenti. Già si registra qualche piccolo episodio: abbiamo
visto un marocchino che ha tentato di uccidere un barbone perché portava il
crocefisso al collo. Si comprendono i
buoni propositi della fratellanza universale, ma il Vangelo non ruota tutto su un’immigrazione
(in 2000 anni non è stata costantemente al centro dell’attenzioni
ecclesiastiche come oggi) che ridimensionerà il Cristianesimo. Solidarietà
universale sì, senza però snaturare la cristianità nostrana.
Come dicevo non sarebbe male se il Santo Padre desse
maggiore importanza ai problemi che affliggono le genti di casa nostra: uno di
questi è l’aborto, oppure dire qualche parola di conforto a chi nella
sofferenza per le più svariate ragioni. A tal proposito Papa Giovanni XXIII
rivolgeva queste parole a conforto a chi era nell’afflizione in un suo famoso
discorso: “tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri
bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da
asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore
della tristezza e dell'amarezza."
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