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mercoledì 29 dicembre 2021

483) I PRINCIPALI FATTI DEL 2021 FINITI SUL BLOG

TUTTA LA CARRELLATA DEI PRINCIPALI AVVENIMENTI DELL’ANNO DOMINI 2021 TRATTATI SU QUESTO SITO.

 

·         Pandemia Covid 19

Anche quest’anno è continuata la pandemia Covid 19: all’inizio si intravedevano dei segnali di speranza per la sua cessazione, con le somministrazioni dei vaccini che avrebbero trovato; nel periodo estivo, come al solito, è tornata la quasi normalità, con la riapertura delle attività commerciali che avevano resistito. Verso la fine dell’anno è stato istituito il certificato verde, obbligatorio per il lavoro e per altro (tra i quesiti di costituzionalità, tra le proteste violente e pacifiche), per far sì che i renitenti alle iniezioni si convincessero; la vertiginosa impennata delle dosi anti-Covid c’è stata, senza però che la guerra con la pandemia fosse vinta: infatti le varianti provocate dalla stessa hanno cominciato a farsi sentire negli ultimi mesi dell’anno, la gente continua a perire per il Codid, forse pure per i vaccini non testati a fondo, le chiusure e le restrizioni sono ricominciate. Rimane un mistero l'origine del virus: potrebbe anche essere stato creato in laboratorio dai cinesi, o semplicemente è stata una mutazione naturale. Comunque la Cina avrebbe potuto evitare che si diffondesse in tutto il mondo, per cui qualche nazione sta meditando se chiedere o meno i danni alla Repubblica popolare cinese.

·         Vittorie sportive

Tra gli alti e i bassi della pandemia ci sono stati dei momenti lieti, soprattutto nel campo sportivo: la nazionale di calcio ha vinto gli europei, giocando la finale a Londra contro l’Inghilterra e ci sono stati dei pericolosi assembramenti per i festeggiamenti, mentre alle olimpiadi i rappresentanti dell’Italia hanno fatto incetta di medaglie, soprattutto nel campo dell’atletica, dove non avevano mai vinto. Non sono mancate le solite strumentalizzazioni politiche dei vertici dello sport italiano, i quali premevano il governo affinché facilitasse le naturalizzazioni degli sportivi stranieri.

·         Politica internazionale

È stato l’anno in cui si è ricordato il ventennale degli attentati dell’11 settembre 2001 a New York, con il fondamentalismo islamico non ancora oggi sconfitto; ne è stata la prova eclatante il ritorno al potere in Afghanistan dei Talebani, che hanno facilmente vinto la fragile democrazia afgana, retta solo dalle truppe di occupazione degli Usa e dei suoi alleati, che se ne sono andate dopo una ventennale lotta al terrorismo. I cristiani sono oggi una minoranza perseguitata in alcuni paesi, come lo erano ieri gli ebrei e gli italiani dell’Istria, a cui sono state istituite delle giornate ricordo. Quei cristiani ci mettono in guardia a fare attenzione alle immigrazioni di massa, per non subire noi un domani il medesimo destino. Attraverso un libro sono stati sottolineati dei timidi ed interessanti segnali di sviluppo africani, per permettere che il futuro africano rimanga in Africa.

·         Cori

Interessante (e delle volte triste) è stata l’ampia pagina dedicata a Cori: le morti di due personaggi in vista (Angelo Sorcecchi e Mario Cecchi), i libri di Antonietta Agostinelli sulla Madonna del Soccorso e sul Padre Tommaso da Cori, il 500° anniversario dell’apparizione della Stessa Madonna (con i lavori pubblici ad esso legato) non festeggiato a dovere per le note vicende pandemiche, il cambio di parroco tra Don Angelo Bonaiuto e don Giampaolo Bigioni e il ricordo di don Ottaviano, anch’egli deceduto, ad inizio anno (qualche giorno prima di Padre Settimio del Santuario della Madonna. Santuario che è rimasto chiuso per qualche tempo per i contagi Covid e che ha riaperto alla grande con la celebrazione per la prima volta del triduo pasquale).

·         Politicamente corretto

Lo spazio dedicato al politicamente corretto ha riguardato le censure su internet relative alle idee contro il pensiero dominante e i ridicoli inginocchiamenti che hanno coinvolto sportivi, personaggi televisivi e politici per condannare il razzismo, ma non quello contro i nostri connazionali tragicamente uccisi.

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Anniversari vari

Quest’anno è stato il 150° anniversario della proclamazione di Roma capitale d’Italia, è stata così presentata una panoramica sui palazzi romani del potere, e il 700° anniversario della morte del sommo poeta Dante Alighieri, considerato il padre della lingua italiana. Nel 160° anniversario dell’Italia unita non poteva mancare una pagina dedicata all’irredentismo: è stato scritto dell’Associazione culturale italo – còrsa “Pasquale Paoli”, la quale mira a non far dimenticare le radici italiane all’isola della Corsica e ad una sua indipendenza, per poi creare una confederazione con la Repubblica italiana. Lo stesso irredentismo si fece sentire cento anni fa con l’occupazione di Gabriele D’Annunzio della città italiana e libera di Fiume e col feroce scontro col Regio Esercito, a Natale 1920, per lo sgombero.

·         Politica nazionale

La politica nazionale ha riguardato le solite elezioni amministrative, svolte ancora una volta ad ottobre, vinte in maggioranza dal centrosinistra, e a febbraio c’è stato il cambio della guardia alla guida del governo tra Conte e Mario Draghi, il quale ha creato una larghissima maggioranza parlamentare. Decisivo in questo ribaltone è stato Matteo Renzi, che con i suoi pochi parlamentari ha fatto cadere il Governo di Giuseppe Conte; egli potrebbe essere decisivo anche nella prossima partita dell’elezione del Presidente della Repubblica, che vede Berlusconi e Draghi partire favoriti. Ma in questo ambito, come è sempre successo, i favoriti è difficile che la spuntino.

martedì 14 dicembre 2021

482) GLI OMICIDI SENZA CLAMORE E LA PARTITA DEL QUIRINALE


·         L’omicidio dell’italiano Davide Giri in America


È calato un vergognoso silenzio da parte dei mezzi d’informazione statunitensi ed italiani sul ricercatore italiano Davide Giri ucciso negli Stati Uniti circa una settimana fa, per mano di un afroamericano che odiava i bianchi. Alcune tragiche morti non fanno rumore, specie se si tratta di nostri connazionali, mentre si preferisce dare risalto a ciò che conviene del pensiero unico dominante, affine al politicamente corretto. Per settimane, per mesi, sono andati di moda gli inginocchiamenti (arrivati direttamente dagli Usa), al fine di protestare contro il razzismo, anche i calciatori e i piloti di Formula Uno sono si sono fatti influenzare. Sarei d’accordo con questi tipi di protesta se si trattasse di condannare tutti i razzismi e le discriminazioni, non soltanto alcuni e per pura propaganda politica. Perché nessuno ha protestato, ha sollevato polveroni o si è inginocchiato per questo italiano ucciso? Apriti cielo se fosse avvenuto l’opposto: cioè se la vittima fosse stata nera e l’omicida bianco. Tutto ciò che è estero è sacro ed intoccabile, l’abbiamo visto anche per la vicenda dell’egiziano Zaki, che era detenuto in carcere nel suo paese ed era studente nella nostra nazione; non ho visto lo stesso fermento e le stesse agitazioni per i tanti italiani detenuti (alcuni ingiustamente) nelle carceri delle varie nazioni del mondo. Gli atti di violenza e le ingiustizie sono tutte da condannare indiscriminatamente, ma non possono essere divise tra Serie A e Serie B: questa è la morale di questo scritto.

 

·         L’elezione del Presidente della repubblica

Agli inizi di febbraio 2022 scadrà il mandato presidenziale dell’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella, il quale ha annunciato più volte l’intenzione di non volere allungare il suo mandato, spiazzando così i piani della sinistra. I nomi di Mattarella e di Draghi avrebbero messo quasi tutti d’accordo: si preferiva più il primo, essendo il secondo impegnato come Capo del Governo e se eletto al Palazzo del Quirinale si rischierebbero le elezioni anticipate, evento sgradito a tutti i parlamentari per gli ovvii motivi (vitalizi e rischi di non essere rieletti). Alla fine, Draghi lo candideranno (trovando altri stratagemmi per evitare le elezioni politiche anticipate) se si farà concreta l’ipotesi Berlusconi (grande incubo!), a cui sulla carta mancherebbero tra i 40 e i 50 parlamentari e delegati regionali per arrivare a quota 504, quella necessaria per essere eletti dal 4° scrutinio in poi. Né il centrodestra, né il Pd, alleato dei Cinque Stelle, hanno la maggioranza per eleggere allo scranno più alto dello Stato un loro rappresentante; Renzi, tramite il suo ristretto gruppo di parlamentari, farà da ago della bilancia, facendo vincere una coalizione o l’altra: sarà molto difficile che converga i suoi voti su Berlusconi e sicuramente proporrà un nome dell’area centrista, a cui le sinistre convergeranno di corsa, ritrovandoci, come al solito, un Presidente della Repubblica della solita tendenza politica, come è avvenuto da Scalfaro in poi. Il centrodestra e in particolare Berlusconi cercheranno di pescare ulteriori adesioni nel foltissimo gruppo misto, però i voti sicuri del Cavaliere non è detto che lo siano tutti: infatti bisognerà vedere come si comporteranno coloro che, in rotta con lui, hanno lasciato Forza Italia sbattendo la porta. A prescindere da come andrà a finire, penso che non sarebbe un grande scandalo avere finalmente un Capo dello Stato di centrodestra, dopo i molti di centrosinistra.

domenica 28 novembre 2021

481) LIBRO SUL “PADRE TOMMASO DA CORI”

TRA I MOLTI LIBRI DEDICATI A SAN TOMMASO DA CORI (EX BEATO), CE N’È ANCHE UNO INTERESSANTE SCRITTO DA ANTONIETTA AGOSTINELLI.



Quest’anno è tornata la consueta processione dedicata a San Tommaso da Cori (Jo Beato), che negli anni scorsi non fu possibile celebrare a causa della pandemia e del maltempo. Molti libri sono stati scritti da uomini di chiesa su questo santo in passato, specialmente nel periodo in cui fu canonizzato (1999). Negli ultimi giorni ho avuto e letto il libro “Padre Tommaso da Cori – Miserabile peccatore”, scritto nel 2010 dall’insegnante Antonietta Agostinelli, specializzata nelle pubblicazioni a carattere storico – religioso del paese di Cori. La menzionata opera si compone in varie sezioni: parla principalmente della vita del santo natio di Cori (vissuto tra il 1655 e il 1729), che svolse il proprio apostolato per quasi tutta la vita a Civitella (oggi Bellegra), nel ritiro francescano che tuttora ospita le sue spoglie mortali, della sua venerazione popolare postuma, dei miracoli che portarono alla sua beatificazione (1786) e santificazione (1999). 

Statua San Tommaso da Cori collocata davanti alla sua casa natale
https://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_da_Cori

Nella prima parte del libro l’autrice immagina Tommaso da Cori che le racconta direttamente la propria vita, fungendo da voce narrante. Seguono dei brevi riassunti sulla vita del Santo, la riproduzione di alcune sue lettere e infine gli inni e le preghiere a Lui dedicati; non mancano tra le pagine i quadri e i dipinti di Tommaso da Cori conservati nelle varie chiese e da privati. Ovviamente sono presenti le presentazioni di alcune autorità civili e religiose, le fonti biografiche, gli sponsor della stampa e i dovuti ringraziamenti. Particolarmente interessanti sono gli inni all’allora Beato Tommaso composti da persone comuni, semplici (i cantori a poeta), le quali improvvisavano gli stornelli, principalmente nelle osterie, davanti a dei fiaschi di vino e spesso usavano i loro canti anche in occasione dei pellegrinaggi a Bellegra.

domenica 14 novembre 2021

480) VACCINI ANTICOVID INSICURI?

PER I VACCINI CI SONO RICHIAMI CONTINUI, ANCHE IN BREVI LASSI DI TEMPO, A DIMOSTRAZIONE CHE, NON ESSENDO EFFICACI AL 100%, SONO ANCORA IN FASE SPERIMENTALE. CI SONO STATE DELLE MORTI IMPROVVISE DOPO QUESTE SOLUZIONI.


Questi vaccini avranno migliorato leggermente la situazione Covid, senza risolvere totalmente il problema. Inoltre, se dicono che le classiche due dosi non sono sufficienti e non proteggono per un lungo periodo, ci sarà qualcosa che non va. Si può dire che queste “soluzioni” siano in fase iniziale e sperimentale. Da 37 anni si cerca un vaccino contro l’HIV, da 87 anni un vaccino contro l’Epatite C, allora come è possibile che in pochi messi abbiano sbrogliato la matassa Coronavirus? Il Covid sarà meno grave dell’Aids e come ho detto all’inizio la strada giusta è stata individuata, però essa non si conosce ed è piena di insidie. Alcune persone sono morte improvvisamente dopo aver effettuato i vaccini, forse queste inoculazioni non c’entreranno nulla, forse sì, non si potrà mai sapere con certezza:

https://roma.repubblica.it/cronaca/2021/11/12/news/muore_mentre_gioca_a_calcetto_con_gli_amici_tre_giorni_dopo_il_vaccino-326100309

https://www.rete8.it/cronaca/controguerra-muore-due-giorni-dopo-il-vaccino-per-la-asl-nessun-collegamento/;

https://www.ilgiorno.it/cronaca/trento-morto-vaccino-1.6967738;

https://www.ilroma.net/news/cronaca/gelataia-di-49-anni-muore-2-settimane-dopo-il-vaccino-non-riusciva-pi%C3%B9-respirare;


Una volta che uno firma, al momento delle iniezioni, si assume egli la responsabilità, esentando da colpe gli iniettori e le multinazionali farmaceutiche che si arricchiscono. Si parla del ritiro di qualche marca di vaccino anti-covid (Astrazeneca in particolare) se dovessero esserci nuovi casi di trombosi dopo la puntura. In questo e nelle altre cose correlate al Coronavirus stanno assumendo molta rigidità: a cosa serve se con l’80% della popolazione “protetta” i contagi aumentano, anziché diminuire? Per fare qualunque cosa bisogna essere “schedati” e con la “museruola”: comprendo nei luoghi al chiuso in cui si sta tutti ammassati, come i mezzi pubblici, in altre parti basterebbe mantenere la debita distanza tra soggetti. A queste condizioni passa la voglia di fare tutto quello che è superfluo. Le regole, la rigidità e la pignoleria o valgono per tutto o per niente, immigrazione illegale compresa. In altre nazioni, come gli Stati Uniti, i più alti magistrati hanno stabilito che non si può obbligare a vaccinare per lavorare. Io non sono un virologo, non sono uno scienziato, non sono un giurista e mi auguro che le mie conclusioni siano errate e tutto proceda per il meglio, sono un individuo comune che fa notare quello che non va, avvalendomi di argomentazioni dimostrabili. 

giovedì 21 ottobre 2021

479) AMMINISTRATIVE 2021

I POCHISSIMI ELETTORI CHE HANNO VOTATO NELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE HANNO PREMIATO NELLE MAGGIORI CITTÀ D’ITALIA IL CENTROSINISTRA (TALVOLTA ALLEATO CON I CINQUE STELLE, ORA INESISTENTI QUANDO CORRONO DA SOLI), IL CENTRODESTRA MANTIENE TRIESTE E LA REGIONE CALABRIA. DAGLI ERRORI SI FARÀ TESORO IN VISTA DEGLI APPUNTAMENTI ELETTORALI IMPORTANTI.


Per il secondo anno consecutivo le elezioni amministrative sono state rinviate all’autunno per il solito Coronavirus. Un dato statistico che è emerso dall’ultima tornata elettorale è che i cittadini si disinteressano sempre di più della politica e dei politicanti, specie quando si vota per i rappresentanti locali delle proprie città: di anno in anno sempre meno persone votano per le elezioni amministrative. Quest’anno, essendo tutte le maggiori città d’Italia chiamate al voto, i media hanno dato un ampio risalto alle votazioni, ma questo non è stato minimamente percepito dagli elettori. In questo periodo particolare forse ben altre priorità e problemi premono alle masse, come si può constatare dalle numerose proteste (in maggioranza pacifiche) per l’obbligo della vaccinazione per poter lavorare. Pure se hanno votato una manciata di elettori in delle parti limitate di territorio italiano, le votazioni sono sempre valide, non si possono trovare scuse e giustificazioni, però non si può fare il paragone in vista delle elezioni politiche, le quali coinvolgono molti più elettori e l’intero territorio italiano. Anzi, un piccolo raffronto si potrebbe fare facendo una media generale dei voti ottenuti dai singoli partiti politici nelle città chiamate al voto; scegliere una persona, specie ai ballottaggi, è tutta un’altra questione. Come si denota dalla tabella sopra il centrosinistra si è aggiudicato ben 14 amministrazioni comunali nelle città capoluogo di regione e di provincia (di cui 6 da alleati dei Cinque Stelle), il centrodestra solo 4 e una è andata ad una lista civica. Ambigua è stata la strategia del Pd che a Roma e Torino, che erano amministrate dal M5s, ha fatto la guerra contro i pentastellati, riuscendo a scacciarli, mentre a Bologna, Napoli e altre città sono andati a braccetto. Il Movimento Cinque Stelle era nato contro la politica e i partiti tradizionali: dopo aver riscosso un iniziale successo, ora, che ha deluso quelli che l’avevano votato con entusiasmo, è costretto a cambiare pelle per non sparire. Idem la sinistra, che l’ha sempre detestato: oggi è costretta a corteggiarlo per avere delle possibilità un giorno di superare il 50%. Il centrodestra, lacerato da rivalità, personalismi, divisioni interne (specie tra Lega e FdI) e ritardando la scelta dei candidati, evita il cappotto del centrosinistra con il mantenimento di Trieste e della Regione Calabria. Forza Italia e Berlusconi (i più moderati della coalizione) potrebbero tornare utili in questa fase, trovando delle buone sintesi nei programmi di governo. Un altro fattore che ha determinato confusione e fuga degli elettori è stato la divisione nella coalizione di centrodestra: unita alle amministrative ma divisa nell’appoggio al Governo Draghi. Nel complesso l’alleanza FI, Lega, FdI, controlla la maggioranza delle regioni e dei comuni superiori ai 15.000 abitanti. La speranza è che si faccia tesoro dagli errori per le elezioni future, soprattutto per più importanti di tutte: quelle politiche, oltre che giocarsi le carte per la presidenza della Repubblica.

·         Provincia di Latina

Voglio concludere parlando brevemente delle elezioni amministrative nel nostro territorio. Cisterna e Latina in apparenza hanno svoltato a sinistra, ma analizzando bene si deduce che in entrambe le città la maggioranza la detengono ancora i partiti di destra: a Cisterna se ci fosse stata unità tra le destre esse avrebbero vinto al primo turno, a Latina invece i partiti di quell’area hanno superato il 50%, mettendo così i bastoni tra le ruote al riconfermato sindaco Coletta, il quale si è trasformato da rappresentante civico ad esponente del centrosinistra. Il bastione rosso sezzese è stato spugnato (per lo scandalo del cimitero) da un candidato civico, a Norma è tornato il centrodestra. Sarà di buon auspicio per altri comuni rossi dei Lepini?

domenica 10 ottobre 2021

478) BENVENUTO AL NUOVO PARROCO DON GIAMPAOLO

SABATO 9 OTTOBRE, SOTTO UNA PIOGGIA TORRENZIALE E ALLA PRESENZA DEL VESCOVO, È INIZIATO IL NUOVO CORSO PARROCHIALE NELLE PARROCHIE DI CORI E ROCCAMASSIMA A GUIDA DI DON GIAMPAOLO BIGIONI.

don Giampaolo Bigioni all'insediamento a Cori

Con una solenne celebrazione eucaristica nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Cori Monte, presieduta dal Vescovo Mariano Crociata e concelebrata da vari sacerdoti e alla presenza delle autorità civili e militari, sabato pomeriggio, sotto un acquazzone, è iniziato ufficialmente il nuovo mandato di parroco per don Giampaolo Bigioni, originario di Bassiano. Lo stesso, qualche tempo fa, era già stato da queste parti, precisamente nella Chiesa di Giulianello, prima di essere trasferito a Borgo Hermada, da dove proveniva adesso. Appunto, molti abitanti di Borgo Hermada, Comune di Terracina, erano presenti nella cerimonia religiosa, giunti a Cori appositamente per assistere all’insediamento del loro ex parroco: a dimostrazione che egli ha lasciato un ottimo ricordo tra i suoi vecchi parrocchiani. Per i ritardatari le porte della chiesa erano semichiuse: infatti c’erano gli addetti che bloccavano i nuovi ingressi, quando la chiesa aveva raggiunto il massimo della capienza che consentivano le normative Covid; più di qualcuno però è riuscito ad infilarsi nell’atrio con la scusa della pioggia.  

Come accennai qualche mese fa in un altro post il vecchio parroco delle parrocchie di Cori, don Angelo Bonaiuto, lascia il paese dopo 12 anni, andando a guidare la parrocchia di San Luca a Latina e lo seguirà il giovane don Leonardo, da qualche anno in mezzo a noi, mentre don Giovanni diviene parroco di una chiesa di Sezze. Don Giampaolo sarà affiancato, come viceparroci, dal giovanissimo don Alessandro e dal già presente don Romano. Il lavoro non mancherà di certo: siamo in un periodo in cui ci sono pochi sacerdoti e molte chiese aperte al culto, per un paese con profonde radici e tradizioni legate al cattolicesimo, il quale ha dato i natali a beati, a santi e ad altri uomini di Chiesa illustri e con i prodigi della Madonna; nulla ancora si secca, nonostante siano radicate tra i suoi abitanti le idee avverse alla religione e la recente secolarizzazione. Don Angelo prendeva tutto con filosofia e delle volte sdrammatizzava le varie situazioni con qualche simpatica battuta (spesso nel suo e nel nostro dialetto), mettendo un buonumore generale tra i fedeli, e non mancando di criticare la Chiesa stessa, sempre nel contesto della buona fede e del messaggio del Vangelo. Negli ultimi mesi egli ha avuto un gran da fare per organizzare comunioni e cresime, che si erano accumulate a causa del fermo per la pandemia.

il compianto don Ottaviano Maurizi e don Angelo Bonaiuto

Penso che don Giampaolo continuerà il suo percorso, tant’è vero che è stato un suo allievo che ha guidato nella vocazione sacerdotale, anche il carattere, al primo impatto, sembra che sia quasi simile al suo. Come ha detto don Angelo, durante la sua ultima processione, siamo fortunati ad avere ancora in mezzo a noi dei preti italiani che, a differenza dei sacerdoti esteri, comprendono meglio il nostro ambiente e le nostre problematiche. Non si se il mandato di don Giampaolo sarà lungo e breve, ma una cosa è certa: i sacerdoti non stanno più tutta la vita nello stesso posto, come succedeva un tempo, quando erano pure originari del luogo dove svolgevano l’apostolato. L’ultimo prete che ha rispecchiato quelle caratteristiche è stato don Ottaviano Maurizi: ha svolto alla grande un ruolo di transizione tra la Chiesa vecchia e quella nuova.  Auguri, dunque, di buon lavoro a don Giampaolo (e ai suoi aiutanti) nel proseguire il cammino dei suoi predecessori del Monte: don Angelo, don Fabio, don Gianni, don Livio, don Luigi e dei defunti don Ottaviano ed altri parroci della Valle. Auguri anche a don Angelo e a don Giovanni per i loro nuovi incarichi.

lunedì 27 settembre 2021

477) È ASSURDO L’OBBLIGO VACCINALE

È PROBABILMENTE INCOSTITUZIONALE L’OBBLIGO DEI VACCINI, PER COMBATTERE IL COVID, CHE IL GOVERNO ITALIANO HA ISTITUITO. I CONTAGI SONO DRASTICAMENTE DIMINUITI, MA LE VARIANTI SONO PIÙ LETALI, INATTACCABILI DA QUESTI ANTIDOTI CREATI TROPPO IN FRETTA E NESSUNO CONOSCE GLI EFFETTI COLLETERALI CHE GLI STESSI PRODURRANNO ALLA LUNGA.

È assurdo quasi obbligare la popolazione ad iniettarsi dei liquidi nel sangue, che definiscono delle soluzioni (in fase sperimentale) per il problema del coronavirus. Quasi obbligare perché non c’è obbligo, ma se non ti vaccini non otterrai la cosiddetta “carta verde” e non potrai fare più nulla. Sul piano giuridico e del diritto dovrebbero esserci dei contrasti con i principi costituzionali dello Stato italiano; se ci saranno dei ricorsi ci vorranno mesi, se non anni, prima che la Corte costituzionale sancisca l’incostituzionalità dei vaccini imposti per legge (per altre stupidaggini le sentenze vengono emesse senza lunghissime attese).

Riconosco che da quando questi antidoti sono stati lanciati e somministrati ai vari strati della popolazione i casi da infezione sono drasticamente diminuiti, però non c’è stato molto tempo per testarli a dovere e non si conoscono le controindicazioni che essi produrranno nel lungo periodo. Le vaccinazioni per le altre malattie e gli altri problemi di salute sono decenni che esistono e quindi sono state sperimentate e testate per bene. Pensate per quanti millenni l’uomo ha lottato contro il vaiolo prima di vincere definitivamente la battaglia: quante soluzioni che si ritenevano vincenti risultarono inefficaci? Idem per la lotta contro i tumori: sperimentano nuove cure, senza che la battaglia sia vinta definitivamente.

Oggi i media nazionali danno ampio risalto ai cosiddetti no vax che si ammalano (e alcuni di loro muoiono) e pentiti dai loro capezzali lanciano disperati appelli in favore delle vaccinazioni, mentre c’è silenzio assoluto su alcune morti improvvise di tizi che con convinzione si erano vaccinati. Già si sa che le inoculazioni di massa in piena pandemia alimentano pericolose varianti, ingrossandole, alcune delle quali letali: queste presunte soluzioni al problema Codid hanno ridotto le infezioni lievi (che erano la maggioranza), che sparivano con l’isolamento domiciliare, facendo intasare di nuovo le terapie intensive con le nuove varianti. Nei normali vaccini antinfluenzali iniettano nel sangue dei virus di una normale influenza (mescolati con altri liquidi) per irrobustire e incrementare la funzione degli anticorpi, ora che si tratta di un altro virus, potente e sconosciuto, ancora non si conoscono per bene gli effetti non positivi che questo provocherà nei vari apparati vitali e riproduttivi in funzione di prevenzione. Non si approfondisce molto sulle cure alternative ai vaccini, per combattere questa pandemia, come la sostituzione del plasma dei malati. Ripeto per l’ennesima volta che il Coronavirus esiste e ha causato, da un anno e mezzo a questa parte, il decesso di moltissimi soggetti con diverse patologie, ma i rimedi lanciati non sono delle soluzioni efficaci al 100% (o quasi): potrebbero peggiorare la situazione. Credono di avere la risoluzione dei guai da dare all’opinione pubblica, facendola tranquillizzare, al fine di non tenere tutto chiuso in eterno e metterci in ginocchio, ovviamente senza però mettere in risalto gli effetti negativi delle immunizzazioni.

Mettiamo per ipotesi che il Covid sia stato creato in laboratorio (come alcuni governanti americani sostengono) per distruggere l’economia americana e far divenire la Cina la prima potenza mondiale (infatti guardate l’immensa differenza di numeri tra vittime cinesi e vittime americane), non pensate che continueranno a migliorare il Coronavirus, al fine di renderlo inattaccabile ai vaccini dell’occidente? Un po’ come i virus informatici che continuano ad evolversi per contrastare chi li combatte. Cercare la verità sull’origine del virus, sarà un valido aiuto a trovare una definitiva soluzione.

Ora senza questo certificato verde non si potrà fare più nulla, come le tessere annonarie in tempi di guerre; quando si trattava di rinunciare a vacanze, divertimenti, svaghi, mezzi pubblici si poteva anche fare, adesso invece ti mettono ancora di più alle strette e sei costretto a fare quello che ti impongono se non vuoi rimanere senza l’essenza principale per vivere. L’alternativa è il tampone ogni due giorni al costo di 15 €: siamo l’unico paese con questi elevati prezzi e il “regime” ovviamente non li riduce.

sabato 11 settembre 2021

476) VENTI ANNI DOPO L’11 SETTEMBRE 2001

LO SPETTACOLARE E TERRIFICANTE ATTO TERRORISTICO DELL’11 SETTEMBRE 2001 NEGLI USA AVVIÒ NUOVE FORME DI BELLIGERANZA, ALTERNATIVE ALLE GUERRE DIRETTE TRA STATI. OGGI NULLA È CAMBIATO.


Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe accaduto a Nuova York e a Washington l’11 settembre 2001, neanche il cinema hollywoodiano era mai arrivato a fantasticare tanto. Dei dirottatori presero il comando di quattro aeroplani di linea americani e tre di essi li fecero schiantare contro le torri gemelle newyorchesi e contro l’edificio del Pentagono, sede delle forze armate americane. Il quarto aereo non colpì l’obbiettivo a cui era diretto e si schiantò in un bosco grazie alla ribellione dei passeggeri che sfidarono con coraggio i terroristi. Quegli attentati causarono oltre 3.000 morti; molti altri se ne aggiunsero negli anni a venire, per le ferite riportate negli attentati e per i tumori, causati dal fumo e dalla polvere delle macerie dei famosi grattaceli. La rete terroristica Al Qaeda, capeggiata dal miliardario saudita Bin Laden, aveva pianificato e preparato da mesi gli attentati; qualche attentato, sempre di quella matrice, c’era stato anche negli anni precedenti, ma nessuno prevedeva che gli Usa avrebbero potuto subire in casa propria un atto di guerra, paragonabile all’attacco giapponese a Pearl Harbor nelle Isole Hawaii nel dicembre 1941.

Facendo un confronto fra queste due aggressioni subìte dagli Stati Uniti c’è un’abissale differenza: mentre a Pearl Harbour si trattava di un attacco aereo da parte di una potenza straniera, di un’entità statale che aspirava ad espandersi militarmente, l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 non era stato effettuato da nessuno stato, ma da un nemico invisibile, motivato dal fanatismo religioso di matrice islamico. Dopo la fine della Guerra Fredda e della contrapposizione ideologica tra Usa e Urss abbiamo avuto un periodo di tranquillità e pensavamo che non ci fosse più nessuna minaccia reale per noi abitanti del mondo occidentale: avevamo cantato vittoria troppo presto. Oggi le nuove minacce per la pace mondiale non vengono da nessuno stato in particolare ma da nemici presenti in mezzo a noi, che fingono essere integrati e di accettare i nostri valori e le nostre leggi, come scrisse la scrittrice Oriana Fallaci all’indomani dell’11 settembre ne “La rabbia e l’orgoglio”, un articolo di giornale poi divenuto libro: un occidente senza più né rabbia, né orgoglio, che sta in silenzio e rinuncia alla propria anima in nome di un buonismo e di un mondialismo sfrenato. Dopo New York altre città occidentali vennero colpite, oltre ad alcune arabe/islamiche rette da regimi democratici e moderati, prima da Al Qaeda poi dall’Isis: Londra, Madrid, Parigi, Nizza, Bruxelles, Berlino, Barcellona.


Il nuovo grattacelo di Nuova York, simbolo della rinascita

Ci sono coloro che provano a giustificare questi nefasti atti di terrore, facendo anche condanne storiche, dicendo che è anche colpa degli americani, degli occidentali, per il loro appoggio ad Israele e per le terre che occupano in Medio Oriente. Non mi sembra che prima dell’11 settembre 2001 gli americani occupassero militarmente molti territori arabi: erano stati chiamati in Arabia dai Sauditi per timore di essere invasi dall’Iraq. Pochi coraggiosi hanno il coraggio di parlare di jihad, tra cui la già citata Fallaci, cioè una guerra santa portata avanti da gruppi di fanatici religiosi con l’intento di islamizzare l’intero pianeta. Certo, gli statunitensi commisero degli errori dopo di allora: dichiararono guerra all’Afghanistan, retto dai fondamentalisti talebani e che proteggevano Bin Laden, e ci poteva stare, ma dopo vent’anni di occupazione, al ritiro è tornato tutto come prima; rovesciarono la dittatura di Saddam Hussein in Iraq, la quale non c’entrava nulla col terrorismo islamico, dando avvio ad altre instabilità e ad altre lunghe guerre. Sia Saddam che Gheddafi erano stati nemici giurati degli Stati Uniti e furono dittatori spietati, però quando c’erano loro l’ordine e la stabilità nelle loro terre erano garantiti, al contrario di oggi.  Dopo venti anni, non è cambiato nulla: è vero che ci sono più controlli e che Bin Laden è stato ucciso, ma la penetrazione in occidente di quelle frange, capeggiate da eredi dallo sceicco saudita, non si è mai arrestata, qualche piccolo atto di terrore ogni tanto si verifica (grazie all’ingenuità dei vari governanti che non hanno a cuore la protezione dei popoli e della loro identità) e oggi quelle che sono cellule dormienti domani potrebbero essere affascinate da richiami ispiratori.

sabato 21 agosto 2021

475) AFGHANISTAN VENTI ANNI DI NULLA

IN AFGHANISTAN DOPO IL RITIRO DELLE FORZE ARMATE DELLA NATO SONO TORNATI AL POTERE I FONDAMENTALISTI ISLAMICI CACCIATI NEL 2001. BISOGNA COMBATTERE (AFGHANI IN PRIMIS) PER RIPRISTINARE UN GOVERNO CHE TUTELI I DIRITTI CIVILI, INVECE DI PENSARE UNICAMENTE ALL’IMMIGRAZIONE DI MASSA IN OCCIDENTE.


In Afghanistan, a venti anni di distanza, sono tornati al potere i fondamentalisti islamici denominati talebani, che furono cacciati nel 2001 in seguito all’intervento militare americano, dopo i noti attentati dell’11 settembre. Il governo democratico era sostenuto unicamente dalle forze militari della Nato, presenti in questi 20 anni sul suolo afghano. Si pensava che le forze armate afghane, ben addestrate ed equipaggiate dagli occidentali, avrebbero potuto tener testa alla guerriglia nel paese, ma sono collassate subito: hanno preferito arrendersi e consegnare tutto, anziché lottare per quelle libertà in cui una generazione di afghani è stata allevata in un ventennio.

Mi chiedo allora perché molti tra la popolazione di quella nazione, a cui non vanno a genio i talebani, cercano la fuga anziché la lotta per cambiare le cose? Posso capire le donne e i bambini, le categorie più deboli, ma per gli altri è un controsenso. Si parla tanto della perdita dei diritti delle donne conquistati in Afghanistan senza che si veda una dura e forte presa di posizione di quei movimenti femministi che, spesso, in casa nostra scatenano dei polveroni per fatti da poco conto. Ci sono esempi di donne che nei paesi islamici guerreggiano per non essere sopraffatte, come molte tra quelle curde, che impugnando un’arma, hanno combattuto e combattono tuttora contro lo Stato Islamico (Isis) nel Medio Oriente, al fine di evitare di essere sottomesse. Qualcosa di simile sta per accadere in Afghanistan: la resistenza e la guerriglia ai talebani comincia ad organizzarsi sotta la guida del figlio del leggendario comandante Massoud (il Leone del Panjshir che lottò contro sovietici prima e i talebani poi, venendo ucciso in un attentato dagli ultimi) e molte donne decidono di aderirvi.

Combattenti curde

Per le grandi potenze straniere non è mai stato un gioco da ragazzi sottomettere l’Afghanistan: abbiamo visto con gli americani, che molti paragonano (sbagliando) la loro ritirata e la caduta di Kabul a quella del Vietnam con la caduta di Saigon. Mentre in Afghanistan la pace e l’ordine sotto gli Usa erano garantiti in massima parte, con poca guerriglia esistente, nel Vietnam dovettero ritirarsi perché non erano più in grado di supportarla. Essi prima o poi sarebbero dovuti andare via non potevano rimanere all’infinito sul suolo afghano: la guerra ai talebani era iniziata dopo l’attentato terroristico alle Torri Gemelle di Nuova York: fu necessaria perché quegli integralisti islamici proteggevano Bin Laden, l’ideatore dell’attentato, e molti terroristi. Una volta distrutta l’organizzazione Al Qaeda gli obiettivi americani erano stati raggiunti, ma oggi c’è il rischio concreto che tornino i terroristi più fanatici ad addestrarsi nello straziato paese. Si parla di potenze straniere, come Cina e Russia, che appoggerebbero i talebani, con l’intenzione di sostituirsi agli americani nei piani economici, in particolari su quelli legati alla ricostruzione della nazione martoriata da troppo tempo. Nonostante questi fanatici facciano di tutto per dimostrare che sono cambiati e oggi con essi si può dialogare, a telecamere spente mostrano la loro vera natura di sempre, come si dice: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Fu per i sovietici l’Afghanistan come il Vietnam per gli americani. Essi, dopo avervi insediato un governo amico traballante, per l’opposizione armata, l’invasero con lo scopo di cercare uno sbocco nel Golfo Persico, ma dopo dieci anni dovettero ritirarsi per la resistenza dei mujahidin, aiutata anche dagli Usa, che erano divisi in molte fazioni, tra cui quelli che sarebbero divenuti i talebani, fortemente sponsorizzati dai pakistani.

Caduti italiani in Afghanistan (per nulla)

Quindi un popolo che è da sempre abituato a lottare, se vuole mantenere le conquiste di un ventennio che stavano portando prosperità, bisogna che non ceda così di schianto e sarà necessario che i paesi occidentali non abbandonino l’opposizione e la resistenza del paese asiatico, fornendo alcuni tipi di aiuto. Non bisogna trovare nell’immigrazione di massa verso l’occidente l’unica soluzione possibile: continuando ad ingrossare il numero degli islamici da qui agli anni, ai decenni a venire, ci sarà il rischio che la nostra identità nazionale legata al cristianesimo venga seriamente messa a rischio; potrebbero rischiare di non esserci più le festività natalizie, pasquali, patronali. Tra le decine di milioni di musulmani che saranno presenti da noi ci saranno moltissimi estremisti che potrebbero affermarsi come avviene oggi in Afghanistan. I paesi limitrofi all’Afghanistan, con la loro stessa cultura e religione e che sono in pace, potranno ospitare coloro che fuggono con l’aiuto dell’Onu. L’Occidente (Italia compresa) dovrà limitarsi ad accogliere coloro che hanno collaborato con le varie forze armate occidentali e che sono ricercati dai fondamentalisti afghani, finché non tornerà la democrazia. Stati Uniti e Canada, essendo sconfinate nazioni, potranno dare accoglienza ad un numero più consistente di rifugiati rispetto ai paesi europei.

domenica 8 agosto 2021

474) LE OLIMPIADI 2020 E L’ITALIA

VA BENISSIMO L’ITALIA ALLE OLIMPIADI DI TOKYO 2020 (POSTICIPATE PER LA PANDEMIA), STABILENDO IL PRIMATO ASSOLUTO IN MEDAGLIE CONQUISTATE (BEN 40). MENO BENE VANNO LE STRUMENTALIZZAZIONI POLITICAMENTE CORRETTE SUGLI ATLETI.


In queste ultime due settimane si sono svolte a Tokyo, capitale del Giappone, i giochi delle XXXII olimpiadi moderne, le quali avrebbero dovuto svolgersi lo scorso anno, ma sono state posticipate a causa della pandemia Covid 19. Sono stati dei giochi olimpici anomali, perché il pubblico non poteva assistere in massa alle gare, specie nelle cerimonie di apertura e di chiusura, che da sempre sono i momenti più spettacolari di questa manifestazione sportiva. Stati Uniti e Cina si sono contesi fino all’ultima gara il primato per medaglie d’oro e alla fine l’anno spuntata gli statunitensi. Il Giappone ha chiuso al terzo posto: stava in casa e i suoi atleti erano spinti da una passione maggiore rispetto alle altre edizioni olimpiche. Altri piazzamenti di rilievo ci sono stati per Russia, Australia, Francia, Germania: non sono sorprese, essendo paesi molto popolati, alcuni pure sconfinati, e con grandi tradizioni sportive. Da sempre deludono alle olimpiadi, tranne nei brevi lampi di gloria, Africa e America Latina.


L’Italia, sportivamente parlando, ha confermato l’ottimo periodo di forma, avviato con la vittoria agli europei di calcio della rappresentativa Nazionale A, vincendo in totale 40 medaglie e stabilendo il primato assoluto nelle olimpiadi di tutti i tempi. Sorprendenti sono state le vittorie italiane nelle principali gare di atletica, tradizionalmente il fiore all’occhiello dei giochi olimpici: 100 metri, salto in alto, staffetta 4x100, marcia 20 km. Le altre medaglie d’oro italiane (che complessivamente sono state 10) sono state vinte in altre discipline: vela, taekwondo, karate, canottaggio. All’Italia sono andate altre 10 medaglie d’argento e ben 20 di bronzo. Hanno deluso, sempre per l’Italia, gli sport di squadra, il nuoto e la scherma, che nelle precedenti edizioni olimpiche avevano dato molte soddisfazioni e successi. C’è stata una grande insofferenza da parte dei media angloamericani per le clamorose affermazioni italiane nell’atletica leggera, da sempre loro feudo personale, e per screditare le vittorie italiane l’hanno buttata sul doping, soprattutto per Jacobs, l’italoamericano vincitore dei 100metri. Qualche mezzo d’informazione italiano (Fatto Quotidiano e qualcun altro) invece ha steccato, sbagliando completamente le previsioni, parlando prima dei principali ori, di olimpiadi disastrose per l’Italia. I cavalli si vedono all’arrivo e in tutte le manifestazioni sportive nel tempo ci sono sempre stati degli alti e dei bassi per tutti i partecipanti.

Gli atleti rappresentanti d’Italia provenivano da tutte le regioni e c’erano anche stranieri naturalizzati. Soprattutto su quest’ultimi sono state rivolte le principali attenzioni, considerando in tono minore gli altri, per fini che non avevano nulla a che fare con lo sport, premettendo che io mi complimento e mi felicito con tutti per le vittorie. Sfruttando l’onda dell’entusiasmo per i successi si chiedono facilitazioni per l’ottenimento della cittadinanza italiana da parte degli stranieri, con la scusa dello sport. I vertici dello sport nazionale non si occupassero di politica; c’è una legge al riguardo che funziona già e in più bisogna compiere un cammino d’integrazione e vedere se si è disposti ad accettare usi e costumi, tradizioni, lingua, religione del paese del quale si vorrebbe divenire cittadini, non cambiando così l’ossatura identitaria di un determinato popolo, come lo stesso Giappone insegna. A noi cosa cambia se otteniamo pochi altri successi sportivi in più?

martedì 20 luglio 2021

473) CIAO A MARIO CECCHI (PAOLONE)

CON LA SCOMPARSA DI MARIO CECCHI (PAOLONE) SE NE VA BUONA PARTE DELLA MEMORIA STORICA DI CORI: FU IL CUSTODE DEGLI INNI SACRI ANTICHI, DEI PROVERBI CORESI, DI TANTE STORIE E ANEDOTTI LEGATI ALLA CHIESA, ALL’AGRICOLTURA E ALL’ALLEVAMENTO.


Mario Paolone o Mario jo barbiere è scomparso: sicuramente era il personaggio corese caratteristico più famoso dei tempi recenti. Già da diversi mesi egli sentiva che era arrivato al termine della sua vita. Era simpatico, salutava e cercava di essere amico di tutti, era altresì un tipo parsimonioso, ma non dimentichiamo che la parsimonia è una caratteristica del corese autentico e inoltre uno è libero di fare quello che vuole con i soldi che ha guadagnato onestamente. Il mio pensiero va immediatamente alla processione della Madonna del Soccorso: nel passato recente era l’ultimo dei miracolati che cantava il canto popolare “Viva sempre viva” con quelle poche donne scalze, che si contavano sulle dita, che ancora aprivano la processione e che facevano da coro. Quando ero bambino/adolescente le donne vestite di verde, con grossi ceri in mano, che camminavano scalze, erano un’infinità, cantando continuamente: “eviva sempre viva, la Madonna del Soccorso, a Lei famo ricorso, noi l’andiamo a visitar” Quando arrivavano al Santuario della Madonna usavano cantare: “e siamo appena arrivati, straziati dal dolore…”  Poi quando andavano via: “addio Maria, noi famo partenza……”

Quel canto popolare era un modo di ringraziare la Madonna per coloro che ritenevano di aver ricevuto una grazia. Di solito gli uomini nella processione del Soccorso si mettono sempre dietro al quadro, spesso in giacca e cravatta, subito dopo il sindaco, il maresciallo, il capo delle guardie; a me invece piaceva ascoltare quel canto, per cui in processione mi mettevo sempre a ridosso di Mario e di quelle donne e mi capitava lungo il percorso di sentire qualche anziana signora, che assisteva lungo il bordo della strada sulla sedia a rotelle e con le lacrime agli occhi, che incitava Mario e a non fermarsi nel cantare. Quando ci sarà di nuovo la nostra famosa processione non sarà più la stessa senza il canto caratteristico e un’altra tradizione legata alla religiosità se ne andrà. Io una decina d’anni fa, con la ripresa di alcuni filmati presenti ancora in rete, avevo lanciato un appello alle parrocchie affinché quel canto popolare non sparisse completamente.

Mario era famoso anche per gli antichi proverbi coresi (che non sbagliano mai): infatti quando mi capita di leggerli nelle loro raccolte pubblicate mi viene spontaneo immaginare la sua voce (avranno sicuramente consultato anche lui per effettuare quelle raccolte scritte): da “chi no sòrdo no stima, no sòrdo no vale” a “pe mmète sso’ rano ci óo ciammèlle, vino bbóno e jo serìcchio pella mano”, da “maggio sarìa jo mèglio mese se non fosse pelle spese” a “chi ò bbóno j’arosto guarda la fiamma, chi ò bbòna la figlia guarda la mamma” e molti altri ancora. Quando stavo al comitato della Festa della Madonna era un piacere, per me e per gli altri del comitato, ascoltare i suoi racconti e ricordi legati al mondo della Chiesa, dei vari parroci di Cori Monte, dell’agricoltura, dell’allevamento e delle macère (i muri di sassi che reggono la terra) che sapeva costruire; era inoltre un grande cercatore di funghi commestibili che rivendeva. Ci raccontò anche che stava per sposarsi e soprattutto del miracolo ricevuto, che rendeva lui e sua madre tanto devoti alla Madonna del Soccorso: da ragazzetto rimase col braccio paralizzato per un mese, dopo aver subito un’aggressione da un epilettico, mentre apprendeva il mestiere di barbiere; sembrava destinato a rimanere con quell’infermità quando guarì, dopo che sua madre chiese la grazia.

Qualche volta lo incontravo anche in piazza e nei bar e mi raccontava delle sue prestazioni canore nelle chiese di Cori, tra chi lo apprezzava e tra chi lo boicottava; gli davo, ogni tanto, anche qualche passaggio in automobile. Ai tempi della scuola media, quando ero in compagnia di qualche compagno di allora e passavamo davanti alla sua barberia, qualcuno scherzava chiamandolo per soprannome e lui ci correva dietro (in senso bonario), lanciandoci qualcosa contro e dicendoci: i rancichì, i rancichiti! (non aveva neanche bisogno di domandare il classico "a chi si figlio?", perché conosceva tutti, sapendo chi fossero i genitori, i nonni, tutta la progenie e "la razza") Una volta riuscì a colpirmi al collo con l’acqua e il prof. Pasquali, che ci conduceva in chiesa per la messa del precetto pasquale, si fece due risate. Ricordo che il suo primo cliente della giornata era sempre Gasperino, che quasi tutti i giorni si faceva fare la barba, prima di iniziare il suo lavoro nella banca del Beato Tommaso. Tanti altri ricordi simpatici potrei descrivere, ma è meglio darci un taglio e concentrarsi all’essenziale.

Don Angelo Bonaiuto lascerà Cori tra poche settimane, dopo 12 anni di permanenza, e sarà destinato a guidare la Parrocchia di San Luca a Latina, un’importante e grande parrocchia: se il Vescovo ha deciso così è perché lo ritiene uno dei suoi migliori sacerdoti. Per me non è un caso che al canto del cigno da Cori, uno dei suoi ultimi atti da parroco di Cori Monte sia stato la celebrazione del funerale di Mario Cecchi: ha fatto una bellissima omelia per un personaggio caratteristico di Cori e per un grande frequentatore della sua chiesa e non poteva chiudere in maniera più degna la sua avventura corese. Mi piace immaginare che le “maddonnàre” che sono andate via prima di Mario, lo hanno accolto nell’altro mondo col loro canto: “eviva sempre viva”.

giovedì 15 luglio 2021

472) EUROPEO DI CALCIO: SCENEGGIATE, GIOIE E CONTAGGI

L’ITALIA DI MARIO DRAGHI SI FA BELLA IN EUROPA, ANCHE CON IL CALCIO (TRA LE SCENEGGIATE “IN GINOCCHIO”), RISCATTANDO LA PIÙ RECENTE DELUSIONE SPORTIVA. INTANTO GLI ASSEMBRAMENTI DELLE FOLLE ALLO STADIO E IN PIAZZA FESTANTI FANNO AUMENTARE I CONTAGI DA VIRUS IN TUTTA EUROPA.

 


Il nuovo corso politico di Mario Draghi sta producendo i primi effetti: l’Italia è ben vista dall’Europa ed ora la sua immagine è ancora più splendente grazie alla vittoria della nazionale di calcio agli ultimi europei. La nazionale calcistica del nuovo corso a guida di Roberto Mancini ha così riscattato alla grande la più recente delusione, relativa alla mancata partecipazione all’ultimo campionato mondiale. Dal punto di vista sportivo l’Italia ha ampiamente meritato questa vittoria europea, anche se in qualche occasione è stata assistita dalla fortuna (contro l’Austria si è salvata grazie alle nuove tecnologie in dotazione agli arbitri, contro la Spagna è stata schiacciata per 120 minuti, trovando le sue occasioni in rapidi contropiedi sulle fasce) e negli ultimi due incontri è passata solo grazie ai tiri di rigore, ma tutto ciò fa parte della legge del calcio. Una curiosità: pure nel precedente europeo vinto dagli azzurri nel 1968 semifinale e finale finirono in pareggi come oggi, solo che allora ancora non istituivano i tiri di rigore per decretare una squadra vincitrice e l’Italia si affermò col sorteggio in semifinale e con la ripetizione della gara in finale. Delle analogie: come nel mondiale 2006 nessun grande attaccante ha trascinato l’Italia, i meriti, oggi come allora, sono stati dei difensori e dei centrocampisti e la finale è stata decisa sempre dagli undici metri. L’Inghilterra ha pagato la sua presunzione (non dei giocatori ma della stampa e dei tifosi), pensando di essere già campione prima della finale; se avesse trionfato non mi sarebbe dispiaciuto, visto che gli inventori del calcio non avevano mai vinto un europeo, mentre Germania, Francia e Spagna, avendo vinto molto, sono più antipatiche, e il loro rimane un ottimo europeo. Sono seguite polemiche (strumentali e inutili) da condannare senz’altro: sullo sfilamento delle medaglie degli inglesi, sui fischi all’inno italiano in finale e su altri episodi squallidi, ma probabilmente queste polemiche sono state ideate da coloro che non seguono sempre il calcio, facendolo solo in occasione dei grandi eventi della nazionale. 


Durante questa manifestazione continentale hanno istituito questa nuova sceneggiata degli inginocchiamenti prima degli incontri (una moda arrivata dagli Usa), in cui gli italiani hanno aderito, forse per il timore di essere tacciati come razzisti. Così facendo si fa il gioco di quei movimenti estremisti fautori di queste iniziative e il calcio deve essere apolitico, non, come al solito, politicamente corretto: di conseguenza non inginocchiarsi non significa essere razzisti. Polemiche in questo caso ci sono state, tra pro e contro; maggiori critiche e timori sono stati evidenziati per il ritorno degli assembramenti: allo stadio, dopo mesi di chiusure al pubblico, e nelle piazze di tutta Europa, per guardare le partite in Tv e per festeggiare le vittorie. I contagi da coronavirus stanno così risalendo, nonostante le vaccinazioni di massa. Come la scorsa estate è stato riaperto tutto, ma i vaccini sono l’arma in più, assenti lo scorso anno, che dovrebbero limitare i danni e le richiusure. Le masse dopo mesi di segregazioni si sono potute sfogare festeggiando, con la stampa e le televisioni che fanno dimenticare loro per qualche giorno i problemi reali, parlando di calcio.