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sabato 24 agosto 2019

427) VIAGGIO IN TRENTINO – ALTO ADIGE


Cronaca di una breve vacanza in trentino – alto adige ad agosto 2019


Ad un secolo dalla fine della Grande Guerra, che culminò con la redenzione di Trento e Trieste principalmente, dopo aver visto la Venezia Giulia e Trieste la scorsa estate, quest’agosto, ho visitato brevemente il Trentino -Alto Adige, concentrando la vacanza nelle sue due maggiori città (Trento e Bolzano), situate lungo una valle stretta tra le Alpi, dove passano i fiumi, poi spostandomi in altre località minori. Tanta gente affolla la regione tutto l’anno: per le dolomiti, per la natura, per la neve d’inverno e per il fresco l’estate, badando poco ai suoi due maggiori agglomerati urbani che vale la pena di visitare, Trento in particolare, il quale è ricca di monumenti, storia e cultura. 




La citata regione è divisa in due province autonome, riducendo l’istituzione regionale a pura formalità. Essa è divisa in due, se non in tre, anche dal punto di vista delle etnie che la popolano: gli italiani in Trentino e per 2/3 nella città di Bolzano, i tedeschi e i ladini nel resto dell’Alto Adige o del Tirolo del Sud, in quest’area vige il bilinguismo. Bolzano è la città di frontiera per eccellenza tra le genti italiche ed alemanne, più su, fino al passo del Brennero, snobbano l’italiano o lo parlano, per ragioni turistiche, con un forte accento germanico. Durante il fascismo ci fu un tentativo di italianizzazione dell’Alto Adige, poi quando l’Italia si alleò con la Germania, tra gli accordi, c’era la possibilità per i germanofoni altoatesini di trasferirsi in Austria e Germania; terminata la Seconda Guerra Mondiale e i regimi fascista e nazista molti espatriati tornarono nel Sud – Tirolo e il governo italiano concesse l’autonomia e il riconoscimento ufficiale della lingua tedesca. In questi decenni non sono mancati attentati di gruppi separatisti filoaustriaci. Quella dell’Alto Adige è oggi l’unica comunità tedesca sopravvissuta dopo l’ultima guerra al di fuori delle odierne Austria, Germania, Svizzera. Il centro storico di Bolzano è carino, ben curato e zeppo di locali caratteristici; non si può dire altrettanto di alcune altre parti della città in degrado, dove stranieri bivaccano e ci sono i loro locali. Un quartiere bolzanino, dove spicca il maestoso monumento della vittoria nell’omonima piazza, ha lo stesso stile (razionalista) delle città di fondazione nostrane del ventennio fascista e dell’Eur a Roma: infatti è stato realizzato in quel periodo. Con un viaggio di una decina di minuti in cabinovia si arriva negli elevati altipiani sopra Bolzano, dove ci sono molti paesini collegati tra loro da un trenino tipico. 


Trento è elegante, curata, non solo nel centro storico; nei giardini vicini alla stazione c’è il divieto di bivaccare. Dall’autostazione del capoluogo regionale si possono prendere delle corriere e in un’ora, un’ora e qualcosa, percorrendo la Val di Non, ricca di meleti e vigneti, si giunge ai rinomati laghi, affollatissimi di turisti, come quello di Molveno o di Garda. La statua di Dante Alighieri di Trento fu una concessione degli austriaci come riconoscimento dell’italianità della città. Il capoluogo trentino fu governato per secoli dal vescovo principe, che era suddito degli imperatori del Sacro Romano Impero, poi passò sotto il controllo diretto dell’Impero d’Austria. C’è il maestoso duomo, realizzato in più secoli, ed attaccato ad esso è presente il primo palazzo vescovile ornato da merli (oggi museo diocesano) e spicca la grande torre civica. Sotto le fondamenta del duomo si possono ammirare le rovine della prima basilica paleocristiana di Trento, edificata dopo l’Editto di Costantino del IV secolo, e indossando degli speciali occhiali si può vedere virtualmente com’era quell’edificio di culto quando era attivo. Altri ruderi romani di Trento è possibile visitare nel sottosuolo della città. Il Castello di Trento (detto del Buonconsiglio) nacque come fortezza militare, in seguito vi fissarono la propria residenza i vescovi governatori trentini: al proprio interno è presente il museo che parte dalla preistoria e arriva ai giorni nostri, partendo dai reti e dalla fondazione romana di Tridentum. Nel medesimo castello nel 1916, nel corso della Prima Guerra Mondiale, furono passati per le armi dagli austriaci, mediante impiccagione, gli irredentisti Cesare Battisti (trentino) e Fabio Filzi (istriano), rei d’essere passati al Regio Esercito Italiano. L’irredentismo si diffuse in Trentino nel corso della seconda metà dell’Ottocento e fu duramente contrastato dalle autorità austriache. Cesare Battisti era socialista, fu eletto legislatore nel parlamento di Vienna (come Alcide De Gasperi) e fu più volte imprigionato per la sua propaganda filoitaliana; nel 1914 andò in Italia al momento dello scoppio del conflitto e fu tra i più accesi fautori dell’interventismo.  C’è un grande mausoleo in sua memoria posto su una collinetta sopra Trento, a cui ho voluto rendere omaggio (l’ultima cosa rilevante che mi mancava da visitare), salendo di corsa una ripidissima scalinata e a un’ora dalla partenza del mio treno di ritorno a casa. 

Trento Memoriale di Cesare Battisti


Noi possiamo goderci quest’Italia unita dal Brennero a Lampedusa e apprezzarne le varie bellezze durante le vacanze, grazie al sacrificio di Battisti e di altri delle guerre risorgimentali, i quali l’hanno fatto sì la nostra nazione ma non se la sono potuta godere.

mercoledì 14 agosto 2019

426) FULMINI LEGHISTI NEI CIELI SERENI D’AGOSTO


LA LEGA DI SALVINI, PER TORNACONTO PERSONALE, HA DECISO DI CHIUDERE L’ESPERIENZA DEL GOVERNO CONTE COL MOVIMENTO CINQUE STELLE (anche per sua responsabilità). NON ERA IL MOMENTO ADATTO: TRA LITI VARIE QUALCOSA DI POSITIVO STAVA CONCRETIZZANDOSI. Sarà SICURO CHE SI ANDRà A VOTARE IN UN PERIODO NON ABITUALE?






Improvvisamente la Lega di Salvini ha deciso di aprire una crisi di governo per far cadere l’esecutivo di Giuseppe Conte di cui fa parte col Movimento Cinque Stelle. Il pretesto è stato il voto contrario dei penta-stellati alla ferrovia alta velocità Torino – Lione, che certamente sarà realizzata e si sapeva prima delle votazioni in parlamento. Da un movimento che ha fatto sempre la sua bandiera e il pieno di consensi con la battaglia contro la Tav, cosa ci si aspettava che lo stesso rinnegasse la sua anima? Quelli della Lega lo sapevano sin dall'inizio, a dimostrazione che è stato solo un pretesto per tentare d’andare al voto e concretizzare il consenso di cui in questo momento gode la Lega, come hanno dimostrato le ultime elezioni europee. 


È normale che quando due forze politiche agli antipodi si mettono insieme ci siano dei contrasti, degli scontri: bisogna cercare di mediare, di trattare, cercando delle soluzioni intermedie che non pendano eccessivamente né dall’una, né dall’atra parte, come fu fatto i primi mesi di quest’avventura, prima che le lotte e gli insulti tra alleati prendessero il sopravvento. Sarebbe bastato seguire il contratto di governo che avevano stipulato agli esordi di questo esecutivo, il quale si sapeva non sarebbe durata tutta la legislatura ma pochi si aspettavano che finisse così presto. Qualcosa di positivo era stato realizzato: netto contrasto all’immigrazione irregolare (tra poco ritornerà?), taglio dei privilegi della politica (alcuni di questi provvedimenti rischieranno di rimanere incompiuti), aiuti alle famiglie e alle imprese in difficoltà, lotta ai furbi, revisione dei requisiti per le pensioni, eccetera. Io avrei aspettato la prossima primavera per le elezioni che non è detto che saranno scontate: potrebbero formarsi altre maggioranze parlamentari per portare a compimento il taglio dei parlamentari e la legge finanziaria. 




Sono d’accordo che con i no a tutto dei Cinque Stelle, soprattutto per quanto concerne le opere pubbliche per il mantenimento dello sviluppo di un paese, e con i loro frequenti attacchi e insulti agli alleati di governo non si va da nessuna parte, ma non condivido il lasciare incompiuto alcuni provvedimenti, come quelli citati in precedenza, che stavano per essere approvati e per impedire l’aumento delle tasse. Quando si inseguono sogni, illusioni per anni, prima che il tempo faccia il suo corso, si arriva ad un punto di non ritorno e, anziché continuare a tergiversare per decenni con azioni inutili e con mobilitazioni di adepti, bisogna prendere delle decisioni drastiche: o si trova il tempo ed il coraggio per affrontare la situazione, valutando da più parti se potranno esserci le condizioni per aprire qualcosa di concreto, oppure se si ritiene sin da subito che manchino i presupposti per i più semplici e svariati motivi o sia troppo complicato, è più logico lasciar perdere, rinunciare, cercando delle soluzioni alternative più facili e più a portata di mano, in maniera da restituire serenità, tranquillità a tutti. La Lega di Salvini dopo aver regalato sogni a tutti con i Cinque Stelle, avendo trovato la forza d’abbandonare la sua collocazione politica classica ed entusiasmando militanti e altra gente, è tornata sulla terra, rendendosi conto delle difficoltà e degli ostacoli da sormontare per illudere con ennesime altre speranze, ha deciso di tornare alla sua collocazione naturale di centrodestra. 




Le maggioranze alternative e trasversali che potrebbero formarsi (M5s – sinistra), nonostante le smentite, per evitare le urne hanno fatto tornare la Lega sui propri passi, cedendo di schianto alle richieste dei grillini per approvare il taglio della casta politica. Ora non si sa se si voterà il prossimo autunno oppure no: se le elezioni politiche ci saranno, sarà a distanza di un secolo dall'ultima volta. E se si voterà sarà sicuro che Salvini riuscirà ad ottenere la maggioranza? Potrebbe esserci anche una fase di stallo come l’ultima volta, cioè si perderanno mesi per trovare delle alleanze valide.