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domenica 25 ottobre 2009

27) DIMISSIONI DI MARRAZZO


Il governatore o il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo si è autosospeso dalla carica e presto si dimetterà per delle vicende a luci rosse sulla sua vita privata. Ora non voglio entrare in tale vicende, che ritengo siano fatti privati, ma si sa che i politici di spessore nazionale si cerca in tutti i modi di screditarli, a costo di scavare anche nelle proprie vicende private, in modo che possano influire negativamente sulle loro carriere politiche. A livello locale ce ne guarderemo bene di attaccare pubblicamente un sindaco o un assessore sul piano personale, ma a livello di chiacchiere di paese è la norma. Berlusconi per mesi è stato oggetto delle stesse vicende di pettegolezzi sulla sua vita privata, ma egli, a differenza di Marrazzo, ha negato ogni cosa: ritenendo tali pettegolezzi invenzioni o dicendo, pure se i pettegolezzi fossero stati veri, che si trattava di sue vicende private che non avevano influito minimamente sul piano politico e così ha tirato dritto per la sua strada. Marrazzo avrebbe potuto fare la stessa cosa: poteva dire che quella vicenda era una cosa privata che non aveva influito sulla politica regionale; non si trattava né di tangenti, né di appalti truccati. Ma deve essere difficile continuare a ricoprire il ruolo che ha ricoperto sino ad ora con addosso le peggiori etichette che gli appiccicano. Alla fine non cambierà nulla: il consiglio regionale è alla scadenza elettorale e avremo votato comunque: questa storia dell’autosospensione è una scusa per prendere tempo ed arrivare alla scadenza naturale della consiliatura. Il suo partito lo aveva già scaricato, infatti cercava da tempo altri nomi che avrebbero potuto ambire a quel ruolo, e pensare che quando fu eletto approfittò della tendenza elettorale favorevole al centrosinistra facendo fuori uno come Storace, la cui politica era molto apprezzata nelle “campagne” ma non in città. Ricordate quelle vicende della lista Alternativa Sociale che alla fine fu riammessa alle urne e fu determinante nel far perdere il presidente uscente e tutte le vicende giudiziarie che ne conseguirono? Tuttavia nella nostra regione è sempre Roma che decide chi dovrà governare il Lazio, avendo quasi 3 milioni di abitanti sui 5 milioni dell’intera regione. Tutti gli interessi che ci sono dietro alla Regione Lazio faranno in modo che tutti saliranno sul carro dei vincitori, di qualunque colore essi saranno.

sabato 17 ottobre 2009

26) IO E L’INFORMATICA

Sembra che sia scoppiata la rivoluzione elettronica: è arrivata al momento giusto, quando la gente pensava che non sarebbe arrivata più, si è sviluppata passo per passo; molti più di vent’anni fa temevano le controindicazioni se fosse arrivata tutta insieme e molto probabilmente avrebbe colto la gente impreparata.


Anche il sottoscritto si è trovato ad essere travolto  da questa rivoluzione, ritrovandosi a dirigere due blog, persino i 60enni e i 70enni si stanno adeguando a questi nuovi stili di vita, mentre i bambini già dalle scuole elementari apprendono l’uso dei sistemi informatici e delle lingue estere, al paro della grammatica, della geografia e della matematica. Quando eravamo noi bambini gli elaboratori di dati erano poco diffusi, ma già si percepivano come sogni futuristici e si sapeva che un giorno tutto sarebbe ruotato attorno a quegli apparecchi. Allora i rappresentanti di società informatiche provavano ad invogliare, tramite le scuole, i bambini/ragazzi a frequentare i loro costosissimi corsi, al termine dei quali avrebbero ricevuto gratuitamente l’apparecchio del domani. Il sistema operativo informatico più diffuso al mondo, prima dell’uscita sul mercato di Windows 95, era l’MS-DOS: al suo confronto gli elaboratori a cui siamo abituati noi sembrano giocattoli per bambini, perché bisognava scrivere delle parole comando per compiere tutte le operazioni e si doveva avere buona memoria; ricordo un mio vicino di casa, dirigente d’azienda, che lo possedeva e una volta stampò la lettera a Babbo Natale al figlio più piccolo, compiendo complicate operazioni.

Un tempo i computer più diffusi tra i ragazzi erano i Commodore 64, ci si poteva giocare e si potevano compiere piccole operazioni di elaborazioni dati a livello base. A me lo regalò in occasione della cresima nel 1989 il mio compare Pierluigi: lo prese a Perugia, dove allora studiava. Il Commodore andava collegato ad un qualsiasi televisore e lo usavo per giocarci: le cassette dei giochi si caricavano ad una sorta di registratore; qualche volta provai anche a compiervi delle operazioni matematiche.

Quando andai alle scuole superiori, al geometra, c’erano alcuni laboratori di informatica, naturalmente il sistema operativo era MS-DOS, ma ce li facevano usare poco e solo gli ultimi anni. Il sistema operativo Windows (le finestre che si aprono lanciando i programmi) fu inventato nel 1985 e fino al 1995 ci furono cinque versioni, il lancio del Windows 95 fu un enorme successo che surclassò, mandando in pensione, l’MS-DOS, le macchine da scrivere, le calcolatrici e si diffusero sempre più tra la gente comune internet e la posta elettronica, i nuovi modi di comunicare. Quando feci il servizio militare, nella caserma dove fui inviato le furerie di compagnia erano dotate di elaboratori sistema operativo MS-DOS, mentre gli uffici della palazzina del comando erano più all’avanguardia dal punto di vista informatico, avendo il sistema operativo Windows 95. Allora provai ad apprendere l’uso del computer, dopo l’esperienza della scuola, ma vi rinunciai ritenendo la faccenda troppo complessa: ancora non conoscevo il facile gioco delle finestre che si aprivano.


"La centrale operativa" dove l'autore del Tutto e della Coppa del Mondo di Calcio dirige le operazioni


Tornato a casa, nella mia famiglia si decise l’acquisto del computer per motivi di studio: comprammo ad inizio 1999 un Pentium II con sistema operativo Windows 98 ma il sottoscritto non voleva ancora saperne di imparare ad usarlo, ritenendolo troppo complicato, anche se quell’elaboratore appariva diverso dai soliti: vicino alla testiera c’era un cursore che serviva per muoversi al suo interno e accendendolo l’aspetto del video era più attraente e più vivo. Alcuni mesi dopo frequentai a Cori, nel Centro Congressi Ponte della Catena, dove allora c’erano la sede della Polizia Municipale e l’ufficio informagiovani, nel quale lavoravano due amiche, un corso di informatica gratuito in cui appresi le nozioni sull’uso basilare del PC e dei suoi programmi più comuni: elaborazione testi (Word) e foglio elettronico (Excel), insomma l’italiano e la matematica. Così iniziai a usare l’elaboratore anche a casa e a perfezionarmi sempre più; nell’estate 2000 installammo in casa l’allaccio alle reti informatiche (internet) e creammo una casella di posta elettronica. Il nuovo modo di comunicare e di archiviare i dati, al posto del cartaceo, mosse i passi anche in casa nostra, entrando nelle nostre quotidiane abitudini. Dopo aver frequentato i corsi di informatica a Cori, andai a frequentarne altri a Latina, conseguendo la Patente Europea di Informatica, appresi anche le tecniche per creare siti internet con superficiali nozioni del linguaggio di programmazione HTML: insomma alla fine è facile come un gioco apprendere l’uso del Computer e più si impara, più ci si diverte. Però i corsi di programmatore, che non ho mai frequentato per gli elevati costi, sono più seri, più dei complicati sistemi MS-DOS e non sono così “giocosi”.

Naturalmente io, come tutti, man mano che i sistemi informatici, che sono in continua evoluzione, si evolvono, devo tenermi aggiornato e stare al passo con i tempi: alla fine dell’anno scorso, aiutato da un amico che ha inserito tutti i programmi, ho rinnovato il terminale e il sistema operativo, mentre all’inizio del 2009 ho installato l’internet veloce o la linea adsl, che permette di visionare filmati in rete e di aprire velocemente le pagine con sopra molte immagini, senza che il telefono di casa sia occupato quando si naviga, anche 24 ore su 24 volendo e senza che la bolletta telefonica arrivi salata. Arriveremo un domani ad un unico schermo, che si tirerà giù come una tenda, e fungerà da elaboratore dati, televisore e telefono; già ora gli elaboratori possono svolgere in piccola parte quelle funzioni: si possono visionare film in dvd, se si installa l’apposito programma si può parlare telefonicamente vedendo in faccia l’altra persona  e le fotografie si stampano con il computer, infatti non si usa più la camera oscura per lo sviluppo. Ma il principale mezzo di comunicazione delle masse rimane il televisore, le reti sono poco usate per le notizie e generalmente in tutto il mondo vi si sfogano gli estremisti di qualunque genere, soprattutto politici e religiosi, essendoci molta libertà.
Tutto questo per dire che la rivoluzione elettronica mi ha travolto, facendomi ritrovare a gestire due blog, dove ho potuto raccontare questa storia, che è la storia del rapporto tra me e l’informatica.

giovedì 1 ottobre 2009

25) NUOVE ABITAZIONI IN ABRUZZO

Dopo il terribile terremoto che ha colpito l’Abruzzo lo scorso 6 aprile sono state ricostruite in tempi celeri le nuove casette, in questi giorni stanno per essere consegnate ai senzatetto che finalmente possono abbandonare le tende. I terremotati felici, senza dimenticare i loro familiari che non ci sono più, prendono possesso delle case antisismiche già arredate, a un prezzo simbolico e dentro trovano una bottiglia del miglior champagne e una pizza. Ventiquattro tra le migliori imprese edili italiane con le loro abilissime maestranze, coadiuvate dai più bravi ingegneri ed architetti, hanno lavorato in questi sei mesi 24 ore su 24, non conoscendo né domeniche e né altre festività. Quando sarà ultimata la ricostruzione vera e propria queste nuove abitazioni de L’Aquila saranno adibite ad alloggi per studenti universitari. Il governo all’indomani della tragedia promise di provvedere ai bisogni primari della gente e sembra che quella promessa sia stata mantenuta. Per il governo e per il suo capo Berlusconi fu una responsabilità molto impegnativa promettere, gli avversari erano già pronti ad attaccare, perché si trattava della solita demagogia, “vergogna, sfruttare questa tragedia per fini propagandistici elettorali!”; se tali promesse sono state mantenute significa che avevano veramente a cuore la gente abruzzese che aveva subito quel dramma e sapevano benissimo che se si fosse trattato delle solite promesse elettorali avrebbero perso la faccia e i voti. Superata la prima fase dell’emergenza, cioè dare un tetto alla gente, si provvederà con calma alla ricostruzione vera e propria: si inizierà dalle chiese, dai monumenti, dagli edifici pubblici e via via tutte le altre abitazioni.


In Umbria e Marche i terremotati dovettero attendere anni e anni per la ricostruzione, nel frattempo li sistemarono nei container di lamiera, dove si soffocava dal caldo in estate e dove si moriva di freddo in inverno. Il dilemma che sorge ora è il seguente: buttare tutto giù e ricostruire in cemento armato con tecniche antisismiche, rispettando lo stile antico delle case, oppure rinforzare le abitazioni lesionate con tiranti in acciaio? Ci sono delle tecniche, ancora dai costi elevati, che permettono alle pareti delle costruzioni antiche, che generalmente sono prive di ossatura in cemento armato, di non sgretolarsi, rimanendo intatte, inserendo dei tiranti d’acciaio, così si fa in modo che i solai non si sfondino. Il governo dovrebbe fare una legge per consentire l’agevolazione all’adeguamento antisismico per tutti gli edifici d’Italia, nuovi e vecchi. A differenza del Giappone, altro paese ad elevatissimo rischio sismico, in Italia manca una cultura della prevenzione dei terremoti: se ne parla solo quando ci sono, poi si dimentica in fretta e generalmente si costruisce a cavolo. Come si usa dire a Cori: mbè che fa, ma quando ci vè jo taramoto da nu! A questo proposito propongo un’accurata perizia su tutti gli edifici di Cori e urgenti interventi su quelli più a rischio. Pensate che ad Agrigento hanno dovuto evacuare un ospedale nuovissimo perché costruito con calcestruzzo depotenziato e in caso di piccola scossa sarebbe collassato. Il fine principale di chi governa dovrebbe essere l’interesse della collettività, non gli interessi personali e nel caso dell’Abruzzo si è pensato principalmente al popolo italiano bisognoso di aiuto, quindi giù il cappello denigratori! Si pensava che questo governo potesse lavorare tranquillo, invece il Casini o il Follini di turno lo sta facendo Fini: ma il signor Fini non lo sa che l’Italia è la patria che appartiene a tutti gli italiani, valorosi difensori delle loro vestigia e delle loro tradizioni, e non si vende, né tantomeno si regala a chicchessia? Se ci deve essere qualche straniero sia il benvenuto, ma ciò non vuol dire che deve venire a imporre le sue leggi, cancellando la nostra cultura, se deve votare, essendo cittadino del suo paese vota lì. Alcune correnti politiche non sanno più dove cercarli i voti, così vorrebbero sfruttare quella gente per ragioni politiche e Fini vuol attrarre simpatia da quegli ambienti per puntare alla più alta carica dello stato. Perché allora non continuare a parlare da uomo di destra e puntare alla presidenza del consiglio?