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mercoledì 28 settembre 2022

501) I DATI E L'ANALISI SULLE ELEZIONI POLITICHE 2022

VITTORIA NETTA DEL CENTRODESTRA A TRAZIONE FRATELLI D’ITALIA (CALA LA LEGA, RIMANE STABILE FORZA ITALIA), CROLLANO I CINQUE STELLE (NONOSTANTE DICANO IL CONTRARIO), NON CALA MOLTO IL PARTITO DEMOCRATICO PRIVO DI ALLEATI VALIDI E MODESTA AFFERMAZIONE DI AZIONE – ITALIA VIVA. CONTINUA INESORABILE IL CALO DEI VOTANTI.


RISULTATI ELEZIONI POLITICHE 2022 CAMERA DEI DEPUTATI

Affluenza: elettori 50 869 304, votanti 63,91%

 

·                    CENTRODESTRA: uninominale 12 299 648 voti, 43,79%, 121 seggi; proporzionale FdI 7 300 628 voti, 25,99%, 69 seggi /Lega 2 464 176 voti, 8,77%, 23 seggi/FI 2 279 130 voti, 8,11%, 22 seggi/Noi moderati 255 714 voti, 0,91% voti, 0 seggi; totale seggi centrodestra 235;

·                    MOVIMENTO 5 STELLEuninominale 4 333 748 voti, 15,43%,10 seggi; proporzionale 4 333 748 voti, 15,43%, 41 seggi; totale seggi Movimento 5 Stelle 51;

·                    CENTROSINISTRA: uninominale 7 337 624 voti, 26,13%, 12 seggi; proporzionale Pd 5 355 086 voti, 19,07%, 57 seggi/Avs 1 019 208 voti, 3,63%, 11 seggi/+ Europa 793 925 voti, 2,83% 0 seggi/Ic 169 405 voti, 0,6%, 0 seggi; totale seggi centrosinistra 80;

·                    AZIONE – ITALIA VIVA: uninominale 2 186 658 voti, 7,79%, 0 seggi; proporzionale 2 186 658 voti, 7,79%, 21 seggi; totale seggi Azione – Italia viva 21;

·                    SVP – PATT: uninominale 117 010 voti, 0,42%, 1 seggio; proporzionale 117 010 voti, 0,42%, 2 seggi;

·                    Valle d’Aosta: Valée d’Aoste 1 seggio;

·                    Seggi dall’estero: Pd 4, Lega 2, Movimento Associativo italiani all’estero 1, M5s 1.

 

RISULTATI ELEZIONI POLITICHE 2022 SENATO DELLA REPUBBLICA

Affluenza: elettori 50 869 304, votanti 63,91%

 

·                    CENTRODESTRA: uninominale 12 129 547 voti, 44,02%, 56 seggi; proporzionale FdI 7 165 795 voti, 26,01% 34 seggi/Lega 2 439 409 voti, 8,85%, 13 seggi/FI 2 279 980 voti, 8,27%, 9 seggi/Noi moderati 244 363 voti, 0,89%, 0 seggi; totale seggi centrodestra 112;

·                    MOVIMENTO 5 STELLEuninominale 4 285 894 voti, 15,55%, 23 seggi; proporzionale 4 285 894 voti, 15,55%, 5 seggitotale seggi Movimento 5 Stelle 28;

·                    CENTROSINISTRA: uninominale 7 161 688 voti, 25,99%, 39 seggi; proporzionale Pd 5 225 456 voti, 18,96%, 31 seggi/Avs 972 445 voti, 3,53%, 3 seggi/+ Europa 809 412 voti, 2,94%, 0 seggi/Ic154 375 voti, 0,56%, 0 seggi; totale seggi centrosinistra 73;

·                    AZIONE – ITALIA VIVA: uninominale 2 131 310 voti, 7,73%, 0 seggi; proporzionale 2 131 310 voti, 7,73%, 9 seggi;

·                    Valle d’Aosta: centrodestra 1 seggio

·                    Trentino Alto Adige: centrodestra 2 seggi, SVP – PATT 2 seggi, centrosinistra 2 seggi;

·                    Seggi dall’estero: Pd 3, Movimento Associativo italiani all’estero 1.

 

Da mesi i sondaggi politici indicavano il partito di Fratelli d’Italia quale primo partito con più del 20% dei consensi e la realtà è andata oltre le aspettative. Esso è risultato essere la prima forza nel centrodestra e in assoluto con oltre il 26% delle preferenze. In un periodo di crisi per il Covid e per la guerra in Ucraina è stata premiata la sua opposizione al Governo Draghi, sottraendo molti voti all’altro partito populista di destra, la Lega (passata dal 17% al 9%), che in quel governo era dentro. Forza Italia, il partito più moderato dell’alleanza di centrodestra, che tutti davano in caduta libera e avrebbe dovuto far quasi da comparsa, ha salvato la faccia con oltre l’8% dei consensi: quasi come la Lega, ma ben distante dal precedente 14% e dai tempi d’oro, in cui (come FI prima e Pdl poi) era il primo partito italiano. Sono rimasti delusi gli scissionisti centristi del Pd (Calenda e Renzi) che si aspettavano, con Azione – Italia viva, di superare Forza Italia (di cui hanno accolto i loro transfughi), andando oltre il 10%: nella realtà si sono attestati all’8%. Il Movimento Cinque Stelle canta vittoria col suo 15% perché si aspettava di peggio e celebra Giuseppe Conte salvatore della patria: dimentica che nelle precedenti politiche aveva preso più del doppio dei voti. I grillini si sono salvati da un risultato peggiore grazie ai voti del meridione, dove molti ricevono i sussidi del reddito di cittadinanza dal Movimento voluti. Il Partito Democratico, che grosso modo ha ottenuto la stessa percentuale delle precedenti politiche col 19%, già si sapeva che non ce l’avrebbe fatta, poiché non aveva alleanze numeriche consistenti (aveva rotto i rapporti con il M5s e con il piccolo centro dei suoi separatisti); non si capisce tutto lo stupore post elettorale e i processi interni, aggiunti al rammarico per la prematura caduta di Draghi dal governo. Forse sperava che il centrodestra non avrebbe raggiunto numeri sufficienti e avrebbe potuto proporre come al solito maggioranze alternative? Non è escluso che lo farà nel prossimo futuro se l’Europa e altri fattori, esterni ed interni, metteranno i bastoni tra le ruote al governo di centrodestra che dovrebbe essere guidato dal Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Non pervenuti i partiti e i movimenti di estrema sinistra, così come Di Maio con i dissidenti Cinque Stelle.


Di votazione in votazione diminuiscono sempre di più gli elettori; questa volta abbiamo raggiunto il minimo storico con il quasi 64% degli aventi diritto: evidentemente la gente non ha più la politica nel sangue come una volta, quando riteneva che votare fosse un dovere primario (fino a 30 anni fa votava oltre il 90% degli elettori): o essa pensa che la stessa sia un interesse come gli altri, che si preferiscono di più, o è rassegnata, conscia che nulla cambierà indipendentemente da chi governerà. Se qualcuno dei non votanti, che hanno scelto liberamente quell’opzione e senza che nessuno lo imponesse loro, vuole cambiare le cose si fidi dell’urna in futuro, oppure non si lamentasse. Un dato positivo maturato da questa enorme astensione è che i sondaggi precedenti al voto hanno sbagliato di poco le previsioni: infatti gli astenuti e gli indecisi risultavano il 40% e così è stato; se costoro avessero votato avrebbero potuto stravolgere i pronostici.

Di elezione in elezione c’è un partito che va di moda e tira più degli altri: oggi è FdI (che partì dal 2%), ieri era il M5s, la Lega, prima ancora il Pd di Renzi, i partiti di Berlusconi, eccetera. Magari la prossima volta toccherà ad un partito non tradizionale che oggi ha avuto una manciata di voti, a dimostrazione che quando vince il centrodestra si può cambiare liberamente e senza  che inizino dittature e mancanze di libertà, come alcuni allarmisti gridano frequentemente. È il segnale che gli italiani sono sempre scontenti di chi governa. Sarà compito del prossimo governo non perdere la fiducia e il consenso del popolo italiano. Il prossimo esecutivo avrà come ossatura Fratelli d’Italia, però anche gli altri due partiti saranno fondamentali e ne influenzeranno le scelte.

sabato 10 settembre 2022

500) LA MORTE DELLA REGINA ELISABETTA II DEL REGNO UNITO

DOPO SETTANT’ANNI DI REGNO LA REGINA ELISABETTA II DEL REGNO UNITO È PASSATA A MIGLIOR VITA. ONORE E RISPETTO PER LA SUA FIGURA, PERÒ NON POSSIAMO STARE GIORNO E NOTTE A SENTIRE LE CHIACCHIERE SULLA FAMIGLIA REALE BRITANNICA, COME SE FOSSERO QUESTIONI DI STATO ITALIANE.

 


Con la morte della sovrana del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del nord Elisabetta II, avvenuta a settant’anni esatti dalla sua ascesa al trono, si chiude un’era che sembrava non dovesse terminare mai, non solo per i suoi reami, per il mondo intero. Prima o poi doveva succedere: ci arrivassero tutti a quella veneranda età. Le prime avvisaglie della fine si erano manifestate con la morte di suo marito, il Principe consorte Filippo, avvenuta un anno e mezzo fa. Il Principe ereditario (denominato del Galles) Carlo, primogenito di Elisabetta II, è divenuto il nuovo re, col nome di Carlo III e dopo una vita in attesa si metterà al lavora all’età della pensione. I suoi nuovi sudditi sembra che l’abbiano accettato subito con entusiasmo, nonostante sia stato molto chiacchierato per le sue vicende private e per aver fatto cambiare le norme costituzionali che regolano la salita al trono britannico, in modo da potervi egli giungere; con le vecchie normative suo zio, il Re Edoardo VIII, dovette abdicare dopo pochi mesi dalla salita al trono per sposare una divorziata. Tutto (o quasi) perdona un popolo che stravede per la sua famiglia reale e che per questo motivo sta manifestando scene di profonda commozione per la sua defunta e longeva sovrana.


Secoli addietro la monarchia, specie quella assoluta, era la forma di governo più gettonata, dopo varie rivoluzioni, avvenute ovunque nel mondo, la citata forma di governo è rimasta esistente solamente in pochi stati e molto spesso deve sottostare ai parlamenti nazionali e ai governi democraticamente eletti. Oggi è prassi che le donne regnino nelle monarchie europee (dipende dalla primogenitura); in passato accadeva solamente quando la famiglia regnante non aveva eredi maschi. Tra i pochi regni esistenti nel globo, quello britannico forse sarà il più importante e prestigioso: vuoi perché esso è ultramillenario, vuoi perché il suo sovrano non regna solo nelle isole britanniche, ma in molti paesi ex colonie del suo vecchio e sterminato impero (tra cui Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Canada, Giamaica), che oggi pur essendo stati indipendenti, mantengono questo legame con l’ex madrepatria (Reame del Commonwealth) e vuoi perché essa detiene una religione cristiana (Chiesa Anglicana). La Regina Elisabetta per 70 anni è stata una figura importante mondiale, capo di stato di un’ampia fetta di mondo, attraversando due secoli di storia: quindi sono giusti e doverosi i tributi e le altre forme di cordoglio in forma solenne a lei rivolti.


Queste grandi attenzioni mediatiche sono legittime, quando poi le varie forme di chiacchiere e di pettegolezzi sui reali britannici ci sommergono notte giorno non va più bene. Se essi commettono atti ritenuti scandalosi e provati, s’indignasse la popolazione britannica a noi cosa importa? Non si possono fare delle questioni di stato italiane sui principi e sui duchi dei reali inglesi che litigano tra loro o che tradiscono i loro famigliari, a discapito dei nostri veri e gravi problemi.