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lunedì 27 aprile 2020

443) IL VIRUS TRA IL CRESCENTE ITANGLESE


IN QUESTO TEMPO DI EPIDEMIA L’OSCENO LINGUAGGIO ITANGLESE, CHE DESCRIVE LE SUE FASI, CI SOMMERGE CON NEOLOGISMI ANGLOFONI, SPESSO INAPPROPRIATI E STORPIATI.


Nelle ultime settimane, da quando le attenzioni mediatiche sono concentrate esclusivamente sul Coronavirus, sentiamo e leggiamo dai mezzi di comunicazione tante nuove parole di matrice anglosassone irrotte prepotentemente, che vogliono imporci a tutti i costi, danneggiando sempre di più la lingua italiana: lockdown (coprifuoco, quarantena, isolamento), smart working (lavoro intelligente, agile), covid hopital (ospedale per il coronavirus), droplet (goccioline), termoscanner (termometro), screening (mappare, tamponare), covid pass (certificato di idoneità fisica), wet market di Wuhan (mercato degli animali di Wuhan), task force (squadra di esperti). Idem in campo economico: eurobond o coranabond (buoni europei), fund recovery (fondi di ripresa o di emergenza). Ora proviamo ad effettuare delle ricerche nei principali siti di informazione di lingua spagnola o francese e constateremo che nessuno di questi neologismi anglofoni è presente.

Alle prime avvisaglie del virus in Cina, i giornali italiani parlavano di città cinesi chiuse, in quarantena, anche da noi, quando la segregazione riguardava la sola Lombardia, si utilizzavano quegli aggettivi; quando questa pandemia ha cominciato ad interessare i paesi anglosassoni (che prima ci scherzavano su denigrandoci) sui loro principali siti informatici compariva spesso questa parola, lockdown, di cui i giornalisti italiani si sono subito innamorati e da allora essa ha sostituito del tutto le molte corrispondenti di lingua italiana. Di questi tempi sentiamo spesso altresì altri inglesismi già da tempo presenti nel nostro parlare comune: jogging o footing (corsa o corsetta), fake news (false notizie, bufale), test (esame, questionario), voucher (buono lavoro), ticket (biglietto, ricetta), kit (campionario, attrezzatura), card (carta, tessera). 



Non si sa perché da noi ben pochi tengono alla salvaguardia della propria lingua nazionale; giornalisti, opinionisti, politici pensano di fare bella figura, di essere ultra-modaioli, moderni, sfoderando queste nuove parole esotiche: così pensano di dotarsi di un tocco in più, facendo vedere che sono esperti di inglese. Spesso però scrivono o pronunciano male questi termini o li utilizzano in modo inappropriato, li tramutano in verbi e li coniugano ed escono fuori delle oscenità, degli esempi: linkare (collegare) da link (collegamento), screenare (mappare) da screening (monitoraggio). Da sola e ovviamente senza l’apporto di nessuno l’Accademia della Crusca prova a fermare queste barbarie nei confronti della lingua italiana: qualche giorno fa ha rimproverato l’Inps, che nel suo sito ha scritto “data breach”, invece di “violazione dati”, da parte dei pirati informatici. Su lockdown e altre parole per ora ha preferito non creare polveroni, vista l’emergenza che viviamo. 

I politici, come dicevo, invece di dare il buon esempio, utilizzando un corretto italiano nelle loro frequenti conferenze stampa, si fanno influenzare dall’osceno linguaggio mediatico, rincarando la dose. Se uno vuol far vedere che è esperto di inglese e di altre lingue può farlo in contesti diversi: principalmente quando per ovvi motivi egli è in contatto con turisti stranieri da noi, con l’estero e quando vi si reca o, per chi è insegnante, quando insegna lingue estere. Riconosco che è importante conoscere l’inglese o gli altri idiomi, ma non si può pretendere, senza alcun briciolo d'orgoglio nazionale, di demolire così barbaramente la propria madrelingua, immettendo questi strafalcioni lessicali, per dimostrare di essere qualcuno con la conoscenza dell’anglosassone. Infatti l'essenziale è apparire.


Fonti dell’articolo consultabili per ulteriori approfondimenti:



giovedì 9 aprile 2020

442) CORANAVIRUS ED ECONOMIA


DOPO QUESTA PASQUA SURREALE SARÀ MEGLIO RIAPRIRE TUTTO E RIPARTIRE CON LE DOVUTE PRECAUZIONI, PER FAR CHE IL PAESE NON COLLASSI ECONOMICAMENTE, DIPENDENDO MAGGIORMENTE DALL’ESTERO, E RISCHI LA FAME. PER IL GOVERNO VA BENE  COSÌ TEMPOREGGIA E MANTIENE IL POTERE.


Mentre si avvicina la Pasqua in un clima surreale, che mai e poi mai ci saremmo aspettati di vivere, la situazione dei contagiati da Coranavirus lentamente migliora. È da un mese oramai che le funzioni religiose vengono celebrate a porte chiuse e sarà così anche nella solennità della Pasqua, la massima festività per la Religione Cristiana. In questo periodo preti e fedeli si sono organizzati per vie telematiche: sulle reti informatiche è stato e sarà possibile seguire in diretta e in differita le messe. In passato quando le grandi epidemie colpivano interi territori, non essendo la scienza medica molto progredita come oggi, ci si affidava alla fede: all'incessante preghiera, a processioni, a voti, per chiedere alle divinità la fine di quei terribili flagelli. Oggi invece, anche se i momenti di riscoperta e della rivalutazione della fede non mancano, si segue più l’evolversi dei progressi in campo della ricerca medica, al fine di intravedere delle speranze per l’epilogo di questa odierna piaga. Gli effetti si notano nel confronto tra presente e passato: finora in tutto il mondo ci sono stati per questo virus circa 100.000 decessi, un numero ben lontano dai milioni e milioni delle grandi epidemie del passato. Oggi ci sono dei frequenti annunci sulla scoperta dei vaccini, ma ci vorranno settimane, mesi, per valutarne gli effetti: o la piena efficacia o gli effetti collaterali. Dopo giorni in cui delle voci contrastanti tra loro si alternavano, che parlavano del perdurare o della cessazione del virus, sembra che il numero dei nuovi contagiati vada scemando e il numero dei guariti vada aumentando. Quindi dovremmo aver raggiunto questo benedetto picco di cui si parlava tanto.



Se le cose dovessero continuare a migliorare da qui a qualche giorno sarà opportuno tentare di riaprire tutto subito, con la speranza che tutto torni lentamente come prima, anche se sarà molto difficile. Ovviamente, se tutto riaprirà come auspico, ci sarà l’obbligo delle necessarie precauzioni, che già c’erano alla prime avvisaglie del virus, prima della quarantena: costante protezione del viso, distanze tra persone nei luoghi pubblici e di lavoro, evitare baci e strette di mano e con l’aggiunta dei tamponi di massa sulla popolazione. Ognuno di noi potrebbe essere affetto dal Coranavirus in forma leggera e non lo sa, una volta individuato il malato verrà messo in quarantena: una sicurezza per lui e per gli altri. Non si può continuare a stare fermi a lungo, perché alcune famiglie sono alla fame senza lavoro. Lo stato fa bene a stanziare aiuti alle famiglie e alle imprese in difficoltà, peggiorando la sua situazione economica: considerata la gravità della situazione non può far altrimenti. Purtroppo il debito pubblico schizzerà ancor di più verso le stelle e l’Unione Europea approfitterà sempre di più degli stati con elevati debiti, non escludendo che possa in futuro ipotecare i beni e i patrimoni dello Stato Italiano, e già da adesso si oppone all'emissione di nuovi Bot, o meglio: coronabond. L’ente sovranazionale europeo qualche aiuto lo concede, ma non più di tanto poiché tutti stanno vivendo un duro periodo a causa di questa epidemia. I soldi che arrivano dall'Europa sono parte di quelli che l’Italia le ha versato. Da moltissime nazioni europee stanno giungendo proteste e lamentele verso quest’Europa: sono dei chiari segnali che essa dovrà cambiare ed essere impostata in modo diverso in futuro se non vorrà crollare. Siamo finiti in una morsa che ci finirà stritolare se non riaprirà tutto al più presto; mi rendo conto della gravità della situazione sanitaria, ma se non si ripartirà, con la massima attenzione per tutelare la salute e la vita di tutti noi, saranno guai seri.

Questa tempesta in atto al governo in carica va bene, così almeno prende altro tempo per restare in carica e non cadere. La sua emorragia si è arrestata alla comparsa del virus, quando tutti si sono ricompattati per affrontare questo dramma. il rinvio del referendum costituzionale farà guadagnare mesi preziosi a questa legislatura agonizzante.