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lunedì 12 giugno 2023

513) LA MORTE DI SILVIO BERLUSCONI

DOPO I SUCCESSI IMPRENDITORIALI, IN POLITICA BERLUSCONI EBBE LA VINCENTE INTUIZIONE DI BUTTARSI IN CAMPO, INTERCETTANDO I CONSENSI DI QUEL VUOTO CREATO DA TANGENTOPOLI NELL’AREA LIBERALE – MODERATA CHE NON SI RICONOSCEVA NEL CENTROSINISTRA, SDOGANANDO LA DESTRA NAZIONALISTA MISSINA, FACENDOLA VENIRE A PATTI CON I MOVIMENTI FEDERALISTI – AUTONOMISTI DEL NORD. UN ALTRO SUO PREGIO È QUELLO DI NON AVERE MAI MOLLATO DOPO LA DISCESA IN CAMPO, RESISTENDO A TUTTO E A TUTTI, INCLUSA LA FORTISSIMA ED AGGUERRITA PARTE A LUI OSTILE.

 


Silvio Berlusconi, l’imprenditore italiano di successo, lo sportivo, il politico, è venuto a mancare all’età di 86 anni. Se anche uno come lui se n’è andato vuol dire che alla morte non sfugge proprio nessuno; lo avevamo già visto qualche mese fa con la dipartita della Regina Elisabetta di Gran Bretagna, un’altra potente che sembrava immortale. Prima della politica egli era molto conosciuto attraverso il secondo polo televisivo nazionale (un settore in cui ebbe la geniale intuizione di buttarsi quando la Rai rinunciò al suo monopolio), dopo che come imprenditore edile aveva costruito Milano II. Personalmente ho tanti bei ricordi, in un periodo spensierato d’infanzia – adolescenza, con le trasmissioni delle sue televisioni, specialmente quelle a quiz condotte da Mike Bongiorno e da Corrado, e col suo Milan nel calcio, di cui era sempre stato tifoso e in quegli anni ne era divenuto il proprietario. 

In politica durante gli anni da imprenditore era legato al Psi di Bettino Craxi. Una volta finiti i partiti della cosiddetta Prima Repubblica, costatando che i movimenti politici avversi alla sinistra non riuscivano a convergere, trovando un punto di intesa, decise di scendere direttamente in campo, nonostante tutti i suoi più stretti collaboratori lo sconsigliassero per le prevedibili e nefaste conseguenze, per lui e per le sue aziende. Egli sapeva bene quello che faceva: difatti aveva effettuato dei sondaggi, i quali rilevarono che non tutti i vecchi elettori dei disciolti partiti socialista e democristiano sarebbero corsi a sinistra o verso quel poco centro che ancora c’era, inoltre constatò, sempre attraverso delle interviste certificate, che la pregiudiziale nei confronti del Msi era ormai del tutto superata. Fu così che diede pubblicamente il suo appoggio a Gianfranco Fini, segretario missino, impegnato nel ballottaggio a sindaco di Roma contro Rutelli. Tutti si misero a ridere, dicendo: “dove deve andare questo col suo partito, che chiama come i club dei tifosi di calcio, la politica è roba seria non è sport!” Ma tutti rimasero sbalorditi, quando sbaragliò la “gioiosa macchina da guerra” del Pds e soci guidata di Achille Occhetto, con una duplice alleanza: al settentrione con la Lega nord e al meridione con il Msi confluito nella lista Alleanza Nazionale (futuro partito); insomma due partiti agli antipodi (uno nazionalista e uno autonomista e un po’ separatista) stavano per venire a patti grazie a Silvio Berlusconi.

1994: musica di giovinezza, di sogni e di spensieratezza

Dopo la vittoria del 1994 iniziarono i guai per lui: l’ostilità delle istituzioni, l’assalto giudiziario, l’abbandono della Lega e il ribaltone. Sembrava l’inizio della fine per Berlusconi e negli anni successivi andò sempre peggio. Chiunque avrebbe mollato con tutti quei bastoni tra le ruote, crollando a livello fisico e psico, invece lui non si piegò ed andò avanti, tornando al governo per altre due volte e con i vecchi alleati, Lega compresa; dopo la rottura con Fini, gli attacchi dei mercati e le pressioni internazionali, finì la sua esperienza di governo. Nessuno nella storia repubblicana ha governato più a lungo di Silvio Berlusconi. Nelle elezioni politiche in cui ha partecipato con Forza Italia e col Popolo delle Libertà ha vinto tre volte e tre volte ha perso di misura, finché non ha passato la mano ai capifila dei partiti alleati: Matteo Salvini prima e Giorgia Meloni poi, rimanendo comunque in campo. 

I procedimenti giudiziari nel quale è stato imputato sono finiti tutti in assoluzioni e prescrizioni tranne uno. Le sue aziende hanno sempre pagato milioni e milioni di tasse; la sua condanna ha riguardato una piccola evasione. C’era molta falsità ed ipocrisia nei giudizi morali su di lui, specie quelli di natura sessuale. Gli armadi degli altri grandi imprenditori di fama nazionale non li hanno mai aperti, forse perché non sono entrati in politica. Idem sugli impicci degli altri partiti, specie alcuni intoccabili: prima e dopo tangentopoli. Un’unica sua pecca in politica è stata quella di non aver mai voluto trovare un valido successore per il suo partito, il quale ora ha un futuro incerto. Riposi in pace il fondatore del centrodestra che, per i suoi successi in politica, sarà da valido esempio per i suoi eredi.

I governi Berlusconi (cliccare sull'immagine)