AOSTA È LA “ROMA
DELLA ALPI”, È INTERESSANTE PER LA STORIA E PER LA CULTURA, MENTRE LA SUA
VALLATA È RINOMATA PER L’AMBIENTE D’ALTA MONTAGNA NATURALE (ASSALTATA DAGLI ESCURSIONISTI)
E PER I CARATTERISTICI BORGHI.
Aosta, il capoluogo della Regione autonoma della Val d’Aosta, conserva
rovine romane ed altre aree archeologiche antecedenti all’antica Roma uniche.
Qualcuno del luogo dice addirittura che neanche a Roma si trovano vestigia
simili. La città fu fondata dai romani col nome di Augusta Pretoria, in onore
dell’Imperatore Augusto e dei pretoriani che vi stazionavano. Vi si trovano i
resti delle antiche mura, l’arco e la statua di Augusto Imperatore, il teatro
romano, il criptoportico sotterraneo (ovvero le fondamenta del foro, dove oggi
c’è la cattedrale di Aosta), la Porta Pretoria. C’è una chiesa paleocristiana
visitabile, ci sono altresì altri monumenti medievali e moderni. Fuori Aosta
c’è l’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, con le antiche rovine che
partono dall’era neolitica, fino ad arrivare ai Salassi, il nome degli abitanti
che popolavano il luogo. Pochi si recano in Val d’Aosta per la storia, la
stragrande maggioranza delle persone ci va per godere l’area fresca dei boschi
alpini in estate e per sciare l’inverno.
Dal punto di vista etnico - culturale quella regione è legata alla
Savoia (e storicamente all’omonima Casa regnante) e all’area linguistica franco
– provenzale. Ufficialmente, la Lingua francese è la lingua coufficiale
valdostana, assieme all’Italiano, ma ormai si usa pochissimo nei colloqui orali
(forse è ridotta a mo’ di dialetto tra i locali), è spesso presente nei
cartelli bilingue. Ad Aosta, come nel resto della regione, ci sono molti
impianti a fune (cabinovie e seggiovie) che consentono di raggiungere
agevolmente le cime più alte delle Alpi. Gli escursionisti più esperti, dotati
di idonei equipaggiamenti, risalgono o riscendono agevolmente le vette, a piedi
o in bicicletta, camminando o pedalando per ore ed ore; i più tosti addirittura
rinunciano all’aiuto delle già citate funivie nella parte iniziale dei percorsi.
Il passaggio di qualche auto ogni tanto tra l’alta montagna, con la polvere che
alza tra la terra battuta, rovina le passeggiate e l’aria pura. Ovviamente non
mancano le baite per riposarsi tra le montagne, con i loro ristori e le
rinomate pietanze locali, tra cui spicca l’immancabile polenta con la fontina fusa
e col condimento di carne derivante degli animali del luogo. Il Monte Bianco,
la montagna più alta d’Europa e che fa da spartiacque tra Italia e Francia, è
la meta più ambita dagli alpinisti che affollano la località di Courmayeur, da
dove iniziano la scalata. Oltre Courmayeur, ci sono altri piccoli centri tipici
del posto, con i loro castelli, i loro fiumi e torrenti, i loro speroni e le
loro eleganti strade.
La stampa non fa che ripetere che quest’estate le montagne sono strapiene e le spiagge sono deserte; sono soltanto dei catastrofismi insensati, da strumentalizzare ai fini politici. Forse ci sarà stato qualcuno in più che si è recato in montagna e qualcuno in meno che è andato al mare, tuttavia non si nota tutta questa esagerazione: in positivo per i monti e in negativo per il mare. Anche se fosse così il numero dei vacanzieri sarebbe sempre lo stesso.