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lunedì 19 aprile 2010

49) FULL METAL JACKET E IL VIETNAM


Non sapendo più di cosa parlare in questo blog, avendo esaurito tutti gli argomenti politici, paesani, religiosi, parlerò di uno delle molte pellicole che vedo in dvd. Il film è Full Metal Jacket: finalmente ho trovato il disco versatile, nel centro commerciale della stazione centrale dei treni a Roma. In televisione lo trasmettono sempre in seconda serata su Rete 4, solo una volta riuscii a vederlo interamente, si può trovare anche su You Tube, però diviso in mille spezzoni. Mi avallerò per la mia analisi di documentazioni, recensioni cinematografiche, critiche e interviste ai protagonisti. Full Metal Jacket (nome dei proiettili di piombo blindati col rame che vengono impiegati per caricare i fucili dei marines), è il penultimo film diretto da Stanley Kubrick, fu girato nel 1987, ad un anno di distanza da Platoon di Oliver Stone, solo in Italia F.M.J. fu il terzo film più visto della stagione e incassò 8 miliardi di lire. La pellicola fu ispirata dal romanzo The short timers (Nato per uccidere) di Gustav Hasford, ex marine e corrispondente di guerra. Kubrick dà un messaggio sul processo di disumanizzazione degli individui che si tramutano in macchine per uccidere, insensibili ed impietosi, solo il protagonista, Soldato Jocker (interpretato da Matthew Modine), che rimanendo sé stesso interiormente, un tipo giocoso ed ironico, ma fuori in apparenza si adatta alle mentalità dei compagni, riuscirà a mantenere la sanità mentale. Il senso del lungometraggio è  contro le guerre, non a favore come qualcuno potrebbe erroneamente pensare, la figura di Jocker è anomala ed in contrasto rispetto ai fanatici della guerra: Hartman, Animal (Adam Baldwin) e il Colonnello Pope. Quest’ultimo nel film, durante la scoperta di una fossa comune, sgrida severamente il protagonista che indossa sull’uniforme il distintivo della pace, ma sull’elmetto ha scritto “born to kill” (nato per uccidere): si difende dicendo che voleva dimostrare l’ambiguità dell’uomo. Una parte di Full Metal Jacket è stato girato alla periferia di Londra, in uno stabilimento diroccato ed abbandonato in procinto di essere demolito, con l’aggiunta di alcune palme sembrava il vero Vietnam. Kubrick risiedeva in Inghilterra e non amava viaggiare, per cui tutti i suoi film li girava vicino casa. Il Sergente Maggiore Hartman (interpretato da Ronald Lee Ermey) era stato un vero istruttore dei marines, improvvisava delle battute sue durante le riprese, non seguendo il copione, ma si rivelavano perfette, spesso si lamentava degli attori, che impararono un addestramento militare vero, per lui erano troppo rammolliti e quando si arrabbiava azzittiva perfino Kubrick.




Il film si divide in 2 distinte parti: la prima parte è ambientata nel campo di addestramento delle reclute dei marines degli Stati Uniti di Perris Island, Carolina del Sud; la seconda parte è ambientata in guerra nel Vietnam. Al campo di addestramento il severissimo Sergente Maggiore Hartman, capo istruttore, tratta le sue reclute peggio degli animali per trasformali in spietati assassini e dà loro degli ignobili soprannomi. Il protagonista Jocker ha due amici: il texano Cowboy (Arliss Howard) e Palla di Lardo (Vincent D’Onofrio). Jocker risponde ai durissimi metodi con l’ironia, ma viene azzittito con la violenza da Hartman, al quale Jocker non ha paura di rinnegare il suo essere ateo; Palla di Lardo, che non è completamente sano mentalmente, subisce sia dall’istruttore, sia dai compagni, ma con quei durissimi metodi e con quei soprusi diverrà il migliore di tutti, compromettendo la sua psiche: l’ultima notte a Perry Island perde la testa, ammazza il Sergente Maggiore Hartman e poi si suicida. In Vietnam Jocker fa il corrispondente per i marines ma lui e il suo amico fotografo Rafterman, stanchi della noia nelle retrovie e delle notizie censurate dai superiori, si fanno spedire al fronte nei tempi della decisiva offensiva del Tĕt dei nordvietnamiti (anno 1968).




Al fronte nel plotone dei “porci arrapati” ritrova il suo amico Cowboy, legherà anche con il negro Eightball e troverà l’ostilità dello spietato psicopatico guerriero Animal. Un cecchino tra le macerie di alcuni edifici distrutti dai carri armati americani uccide Eighball, Cawboy e un altro commilitone; Animal con ostinazione e senza paura entra in un edificio per snidare il cecchino e fargliela pagare, gli altri sono costretti a seguirlo, quando Jocker è sotto il fuoco del cecchino, che è un’adolescente vietnamita, è protetto da una colonna, all’improvviso interviene Rafterman che abbatte il cecchino. Il cecchino è moribondo e in fin di vita, Animal insiste per lasciarlo morire dissanguato, mentre Jocker desiste, però alla fine è costretto a sparare il colpo di grazia su richiesta della moribonda. Nella scena finale del film i soldati incamminandosi intonano La Marcia di Topolino (l’avevo già inserita in altro contesto che ritenni appropriato), che in mezzo ad un’atmosfera macabra infernale li riporta agli anni della loro serena infanzia, il soldato Jocker con la mente pensa ai sogni erotici di quando tornerà a casa e la cosa positiva per lui, nonostante tutti gli orrori, i massacri e gli amici uccisi, è l’essere rimasto vivo e non avere più paura di nulla nella vita.

Nella mondo reale non sarà stato proprio così: molti reduci del Vietnam finivano nei manicomi, anche i suicidi nei campi di addestramento erano frequenti. Era l’apogeo della guerra in Vietnam nel 1968: l’incremento americano di truppe, iniziato all’inizio degli anni ’60, era all’apice, si intravedeva anche la frustrazione per una sconfitta di una superpotenza. Sono state impiegate più bombe in Vietnam dagli americani che nella Seconda Guerra Mondiale, ma i danni furono minori perché si bombardavano sempre boscaglie zeppe di Vietcong (la resistenza comunista agli americani). La tecnica della guerriglia fu micidiale, tant’è vero che gli americani nel 1973 furono costretti ad evacuare dal paese e a chiedere l’armistizio, sotto la pressione dei movimenti pacifisti in America: un cecchino che da solo decimava le truppe americane e ne ritardava l'avanzata, consapevole di morire (come oggi gli attentatori suicidi islamici), quello fu il Vietnam. Senza gli americani il Vietnam del Sud cadde: il Nord Vietnam espugnò la capitale Saigon nel 1975, che fu ribattezzata Ho Chi Minh in onore del grande statista comunista del nord, lo stato vietnamita divenne uno solo, comunista e si pose fine in quella che era l’Indocina Francese a 30 anni di guerre, iniziate con la proclamazione dell’indipendenza. Paradossi della storia: oggi il Vietnam conosce uno sviluppo economico grazie agli Usa, infatti molte imprese multinazionali americane, vi aprono stabilimenti col consenso del regime comunista.

Le cose che non ti ho mai detto (una poesia d'amore di un'autrice di cui non conosco l'identità)
Ricordi il giorno che presi in prestito la tua macchina nuova e l'ammaccai?/ Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l'hai fatto./E ricordi quella volta che ti trascinai in spiaggia e tu dicesti che sarebbe piovuto e piovve?/Credevo che mi avresti esclamato "te l'avevo detto!" ma tu non l'hai fatto./Ricordi quella volta che civettavo con tutti per farti ingelosire, e ti eri ingelosito?/Credevo che mi avresti lasciata, ma tu non l'hai fatto./Ricordi quella volta che rovesciai la torta di fragole sul tappetino della tua macchina?/Credevo che mi avresti picchiata, ma tu non l'hai fatto/E ricordi quella volta che dimenticai di dirti che la festa era in  abito da sera e ti presentasti in jeans?/Credevo che mi avresti mollata, ma tu non l'hai fatto./Si, ci sono tante cose che non ho mai fatto./Ma avevi pazienza con me, mi amavi e mi proteggevi./C'erano tante cose che volevo farmi perdonare quando saresti tornato dal Vietnam./Ma tu non sei tornato.

3 commenti:

  1. #1 19 Aprile 2010 - 16:41

    Complimenti per la recensione.
    Perfetta!
    Andrea_76

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  2. #2 19 Aprile 2010 - 22:46

    Grazie. Benvenuto.
    Anluc

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  3. #3 05 Maggio 2010 - 20:48


    Complimenti vivissimi,recensione molto efficace :)

    EnochianMourn

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