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martedì 22 gennaio 2013

170) INOPPORTUNO IL PARTITO "FRATELLI D’ITALIA"

FRANCESCO STORACE SFIDERA’ ZINGARETTI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LAZIO, MALGRADO IL NEOPARTITO "FRATELLI D’ITALIA" METTA I BASTONI TRA LE RUOTE. NON C’ERA RAGIONE PER SCINDERSI DAL PDL ED E’ STATO POCO CONVENIENTE FORMARE UN NUOVO PARTITO.



Francesco Storace sarà candidato per il centrodestra alla Presidenza della Regione Lazio e sfiderà il favorito candidato del centrosinistra Nicola Zingaretti. Terzo incomodo sarà il candidato di Monti, Bongiorno. Perché proprio Francesco Storace che già è stato Presidente del Lazio dal 2000 al 2005? Perché, appunto, essendo già stato presidente gode di molta popolarità (la sua positiva politica si fece sentire nei piccoli centri) ed essendo stato fatto fuori nel 2005 in modo poco ortodosso ha bisogno di un riscatto, ora che ha dimostrato la sua estraneità alle accuse che gli furono rivolte ed inoltre è l’unico candidato forte, con il più alto indice di gradimento, che potrebbe ribaltare i pronostici. Storace afferma che, nonostante i sondaggi lo diano indietro di dieci punti rispetto a Zingaretti, ci proverà ugualmente, aspirando a replicare la sua vittoria nel 2000 contro Piero Badaloni, allorquando i sondaggi lo davano indietro di diciotto punti percentuali. Sarà una dura battaglia. Si parte male se il neomovimento “Fratelli d’Italia” (l’Italia s’è desta!) mette i bastoni tra le ruote, presentando una propria lista indipendente. Questa Giorgia Meloni è un'altra che s’è montata la testa: avrebbe voluto candidarsi alla primarie del Pdl, andando contro gli esponenti ex An che erano pro–Alfano, e si sarebbe voluta candidare a Presidente della Regione Lazio, in entrambi i casi non avrebbe avuto nessuna possibilità di vincere. Per ripicca, a causa dell’annullamento delle primarie, ha fondato, insieme a Crosetto e La Russa, il partito “Fratelli d’Italia centrodestra nazionale”.



 E allora Alfano, il grandissimo favorito delle primarie, cosa avrebbe dovuto fare? Lui si che avrebbe dovuto sbattere i piedi, andarsene e fondare un nuovo partito, ma non l’ha fatto per una ragione di logica: ha capito che Berlusconi è l’unico in grado di salvare il Pdl, mentre con un altro candidato il risultato sarebbe stato pessimo ed egli si sarebbe bruciato subito. Berlusconi, se andrà male non ci rimetterà nulla perché ormai il suo tempo l’ha fatto, se andrà bene potrebbe proporre Alfano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Non c’era necessità di fondare questo partito, in alternativa quei tre avrebbero potuto andare con Storace. Dove pescheranno gli elettori? Nel Pdl pochissimi sono disposti a votarli, mentre La Destra ha già il suo elettorato, seppur molto modesto, già consolidato, non disposto ad emigrare. Principalmente per ambizioni e personalismi c’è stata questa piccola scissione dal Pdl e, tornando indietro, si è  buttato via un progetto, un percorso e un cammino in cui si era lavorato duramente e in cui si credeva fermamente; si può comprendere Fini e la sua truppa che sono andati via perché avevano cambiato posizione, questo caso no, non si comprende. A questo punto quello che era il partito di Alleanza Nazionale è ora frammentato in quattro parti: La Destra (sorto gà prima dell'adesione di An nel Pdl), Fratelli d'Italia, Popolo delle Libertà e Futuro e Libertà per l'Italia. Per quanto riguarda me, il sogno del grande partito unitario del centrodestra, né troppo centrista e né troppo estremista, da contrapporre al grande partito unitario del centrosinistra Pd (stesso discorso: né troppo di centro e né troppo estremo), rimane intatto a distanza di quattro anni, cioè dalla vittoriose elezioni politiche del 2008. Se i dirigenti del Pdl fossero stati propensi a rimodernare il partito, optando per una riedizione di Forza Italia, oppure si fossero fissati troppo con Monti, allora a quel punto io sarei stato il primo ad aderire ad un nuovo soggetto politico ex An. Il nome “Popolo delle libertà” è stato mantenuto, l’alleanza con Monti e i centristi non c’è stata, per cui non vedo necessità di dirottare il mio voto verso un altro partito diverso dal Pdl.

2 commenti:

  1. È polemica nel Pdl dopo che Giorgia Meloni ha dichiarato di essersi "vergognata" del Pdl: "A me è capitato di vergognarmi dei miei compagni di viaggio, di vergognarmi di quello che il partito faceva, della sua incapacità di capire che la crisi della politica è anche figlia di questa deriva oligarchica che i partiti hanno avuto", ha detto ieri l'ex ministro della Gioventù.

    Frasi che non sono piaciute e Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d'Italia, secondo cui la sua compagna di partito "sbaglia a tirare sassi nell’aia del Pdl, anche perché l’unico risultato è che per mezz’ora starnazzano oche, muggiscono vacche, abbaiano cani fedeli e si nascondono i conigli".

    Ben diverso il tono usato da Daniela Santanchè che non ha gradito le accuse al Pdl: "Sono stupita .


    Come mai non si vergognava quando è stata nominata ministro del governo Berlusconi?. E non si vergognava quando faceva fuoco e fiamme pur di ottenere la presenza di Berlusconi nei dibattiti? E se non si vergognava allora, ma oggi di che cosa si vergogna?".

    "Quelle di Giorgia sono state frasi ingenerose e spiacevoli. Il popolo del centrodestra non merita una campagna elettorale così", taglia corto Angelino Alfano

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  2. Elezioni Comunali Roma 2013: ancora una volta questo Fratelli d’Italia (l’Italia s’è desta!) cerca di ostacolare il legittimo candidato di destra Gianni Alemanno (sindaco uscente)e la bambina capricciosa vorrebbe insidiarsi. A cosa serve allearsi col Pdl e poi parlarne male? E non dimentichiamo che sino a poche settimane fa loro facevano parte di tutto quel “male”. A questo punto propongo di non far coalizzare FdI con la coalizione che sostiene Alemanno. Tanto a cosa gli serve l’1% di quel partitino. Il partito La Destra può entrare perché è stato più corretto. Il sindaco di Latina, che ha sconvolto tutti gli equilibri politici della sua maggioranza, rischia la sfiducia.

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