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martedì 6 gennaio 2015

253) JAMAIS, JAMAIS

IL TERMINE FRANCESE JAMAIS (GIAMMAI, MAI, IN ETERNO, SEMPRE) STORICAMENTE HA DETERMINATO SEMPRE IL CONTRARIO DEL SUO SIGNIFICATO, MA NON TROPPO…

Il Giornale d’Italia, organo telematico de La Destra di Francesco Storace, analizza molto spesso le canzoni storiche, militari e patriottiche, specie quelle del ventennio fascista. Vedendo ciò anche a me è venuta l’idea di fare la recensione dal punto di vista storico di qualche canto militare/storico del periodo. Ho scelto “Jamais, jamais”, cantato dal tenore Daniele Serra nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale, testo e musica di Rodolfo De Angelis. Tale parola in francese significa una risposta molto negativa ad una precisa richiesta. Nella suddetta canzone “Jamais” viene utilizzato in senso ironico perché si sapeva che storicamente quando fu già usato accadde il contrario di quanto sperato, sin dai tempi in cui la Francia difendeva lo Stato Pontificio dalle rivendicazione italiane.
 
Un ministro francese nel 1867 dichiarò dinanzi al suo parlamento queste parole: «que l'Italie peut faire sans Rome; nous déclarons qu'elle ne s'emparera jamais de cette ville. La France ne supportera jamais cette violence faite à son honneur et au catholicisme» (Traduzione: che l'Italia può fare a meno di Roma; noi dichiariamo che non si impadronirà mai di questa città. La Francia non sopporterà mai questa violenza fatta al suo onore ed al cattolicesimo.).
Alcuni anni prima l’ambasciatore francese scrisse ad un cardinale le seguenti parole: «Quant à pactiser avec les spoliateurs, nous ne le ferons jamais.» (Traduzione: «Quanto a fare accordi con gli espropriatori, noi non lo faremo mai»).
Oggi sappiamo tutti come andò a finire: una volta ritirata la guarnigione francese da Roma nel 1870, per via della guerra franco – prussiana, gli italiani poterono conquistarla e farla capitale del loro nuovo stato e si attese sino al 1929 per risolvere le controversie con la Chiesa Cattolica Romana.


Quella parola fu usata in seguito dal Primo Ministro francese Edouard Daladier prima dell’ultimo conflitto mondiale. L’Italia rivendicava per sé Tunisi e Gibuti nell’Africa e le terre geograficamente e storicamente italiane: Nizza, Savoia e Corsica. Alla firma dell’armistizio tra Francia e l’Asse nel 1940, all’Italia non spettò nulla e quelle zone rivendicate finirono sotto la giurisdizione della nuova Francia del sud e collaborazionista di Vichy. Nel 1942 la Germania, in seguito allo sbarco americano in Nord Africa, decise di sopprimere il regime di Vichy ed occupò militarmente i territori che lo stesso deteneva in Francia e in Tunisia, lasciando all’alleato italiano il compito di occupare, oltre alla Tunisia, la Corsica e una porzione della Francia meridionale, ben oltre Nizza e Savoia, sino al fiume Rodano. Quelle terre dal novembre 1942 fino al settembre 1943 furono unite all’Italia, senza però essere annesse ufficialmente e vi si rifugiarono molti ebrei francesi per sfuggire alle persecuzioni naziste. Dopo l’armistizio tra Italia ed Alleati, la Germania Nazista si prese tutto, facendo prigionieri e deportando molti soldati italiani. Al termine della guerra tutto tornò alla Francia vincitrice, in più essa si prese qualche colle alpino italiano al confine tra i due stati e ci mancò poco che non ottenesse anche la Val d’Aosta. Così la parola Jamais perse il senso ironico che aveva. Anche in quel canto in cui la forte Italia si rivolge all’intimorita Marianna, figura allegorica francese, e con le minacce riesce a farsi dare quello che chiede. Alla fine ella se la prende con l’Inghilterra che l’ha trascinata nella disastrosa avventura, mutando Jamais in Ahimè.


Marianna, Marianna…/Jamais! Jamais! Jamais!/ … e dammi la Tunisia…/…la Tunisia jamais, jamais!/Se non mi dai la Tunisia io ti mando la fanteria!/Mamma mia, mamma mia, non mandarmi la fanteria; pigliati pure la Tunisia ma nient’altro avrai da me! Jamais! Jamais!

Marianna, Marianna…/Jamais! Jamais! Jamais!/ …e dammi la Corsichella…/… la Corsichella jamais, jamais!/Se non mi dai la Corsichella io ti mando la navicella!/Mamma mia, mamma bella, non mandarmi la navicella; pigliati pure la Corsichella ma nient’altro avrai da me! Jamais! Jamais!”

Marianna, Marianna…/Jamais! Jamais! Jamais!/ … e dammi Nizza e Gibuti…/… Nizza e Gibuti jamais, jamais!/Se non mi dai Nizza e Gibuti io ti mando Ciano e Muti!/Mamma mia, il ciel m’aiuti,/non mandarmi Ciano e Muti; pigliati pure Nizza e Gibuti ma nient’altro avrai da me! Jamais! Jamais!

Marianna, Marianna…/Ahimè! Ahimè! Ahimè!/ Hai visto che trombonata?/Che trombonata, ahimè! Ahimè!/È giunta l’ora nella storia che ha piegato la tua boria./Mamma mia, mamma mia, fu davvero una fesseria far gridare per ogni via al pelato Daladier: Jamais! Jamais!

Mamma mia, mamma mia, che follia, che follia, l’Inghilterra, quell’arpia, si batteva per la via con la sola pelle mia e quell’altra amica mia, quella “gran democrazia” con il “paga e porta via” ha fregato pure me! Ahimè! Ahimè!

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