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mercoledì 20 gennaio 2016

299) RIMUOVERE LA STORIA PER LEGGE


Non chiamatelo "gadget"

Demagogia spicciola in casa Pd: cosa non si fa per un titolo sui giornali

 

Quella proposta di legge che vuole impedire la vendita di oggetti che richiamano a Mussolini e al Fascismo è un'offesa alla storia
È sbagliato il concetto di fondo. Profondamente sbagliato. Ed ecco perché in Italia si perde del tempo dietro a uno come l'onorevole Fiano, che se c'è una cosa che ha capito è che basta pronunciare il nome "Mussolini" ed ecco, magicamente, la notorietà, i titoloni, i dibattiti.
Il problema sta nel fatto che Mussolini non è un "gadget", Mussolini è storia. Il Fascio littorio non è un "gadget", anch'esso è storia. Per quale motivo se andiamo a Venezia e compriamo una riproduzione di una gondola la chiamiamo "souvenir" mentre un busto del Duce lo chiamiamo "gadget"?
Andiamo con ordine. Se vado a Roma e trovo una bancarella con il busto di Giulio Cesare posso comprarla e portarmela a casa. Se vado al Cairo posso acquistare una riproduzione della maschera funeraria di Tutankhamon. E così via, a Milano potrei acquistare una statuetta del Duomo, a Napoli un quadro di Totò o di Eduardo, ad Assisi una cartolina di San Francesco e passando per Foligno sarebbe cosa buona e giusta portarsi a casa anche un ritratto di Santa Chiara. Potrei fare una lista infinta, no? E allora qual è la ragione di tanto clamore quando si parla di un busto del Duce o di una riproduzione del Fascio littorio? La storia è storia, ma di che parliamo?
La questione è che l'errore sta a monte. Ma quali "gadget"? Souvenir, semmai. Riproduzioni di personaggi e vicende storiche, questo è. Come il Colosseo, come il sarcofago di Tutankhamon eccetera, eccetera, eccetera. Insomma Mussolini non è un "gadget", è un personaggio storico. E anzi sarebbe cosa giusta poterne acquistare un ritratto non solo a Predappio ma in ogni negozio d'Italia.
Qui non è una questione di "democrazia", il problema della "democrazia" non va neppure posto. È sbagliato il punto di vista: che si "possano" produrre, vendere e acquistare prodotti che riproducono il volto di Mussolini, o i simboli del Fascismo, è cosa ovvia, non deve neppure essere messa in discussione. Poi, mi scuseranno i "compagni" del Pd, ma allora dovranno arrestare pure il loro Sindaco (Pd) di Predappio, perché l'amministrazione ha di recente prodotto e diffuso una medaglia commemorativa della Fondazione della Città che reca l'immagine della Casa del Fascio e, dal lato opposto, il vecchio simbolo di Predappio con un bel Fascio littorio in bella mostra. Quella medaglia come vogliamo definirla? Un "gadget"? No, quella bellissima medaglia è un oggetto commemorativo di un fatto storico. Dunque Frassineti può e gli altri comuni mortali no?
Ancora: c'è stata - appena sono scattati i 70 anni dalla morte di Benito Mussolini - una corsa alla pubblicazione del suo "Diario di Guerra". È stato pubblicato da almeno tre case editrici. Giusto, è storia. Evviva! A proposito, Il Giornale d'Italia pubblica stralci di quel Diario da un pezzo, a noi la storia sta a cuore sempre (quotidianamente è il caso di dire), e siamo a disposizione di tutti, on line e pure gratis. Insomma, il "Diario di Guerra" di Mussolini possiamo forse chiamarlo "gadget"? No, dunque. Non lo è, come non lo sono i busti, i Fasci eccetera.
C'è poi un'altra questione: e cioè dell'oggettistica varia e multiforme che gira in commercio. E questo è un altro paio di maniche. Perché vi sono oggetti alquanto discutibili, che non fanno onore alla storia e che - quelli si - andrebbero "vietati", per una questione di rispetto della nostra vicenda patria. Per esempio, le "mutande". Ma insomma, si possono commercializzare "mutande" con il volto del Duce? Ecco, facciamo un esempio: ve lo immaginate un paio di mutande con l'effige di Giulio Cesare? Dobbiamo essere seri, e fare le cose per bene. Le "mutande", onorevole Fiano, le faccia togliere dal commercio, pensi che sarei persino d'accordo con lei!
Questione a parte, poi, sono gli oggetti di stampo nazista. Quella non è storia nostra, se vogliono possono venderli a Berlino, da queste parti sono alquanto inopportuni e contribuiscono alla confusione che è sin troppo ben diffusa tra Fascismo e Nazismo. Parliamo di due esperienze storiche diverse, diversissime. Il fatto di aver avuto un "alleato scomodo" in un periodo della nostra storia non significa che dobbiamo continuare a fare confusione e a contribuire alla diffusione di un messaggio sbagliato, inesatto, incompleto e deviante. L'Italia pensi alla sua, di storia, anche perché non ha proprio niente da invidiare a quella degli altri Paesi, tantomeno alla Germania, soprattutto se ci riferiamo a quel preciso momento storico. Ecco, se in Italia togliessimo di mezzo le "svastiche" e i busti di Hitler sarei contenta. Chi ne volesse acquistare potrebbe andare a farlo a Berlino, è affare germanico e non italiano. Ma basta, seriamente basta, con queste provocazioni, onorevole Fiano. Pensi, se proprio vuole impegnarsi per il bene di questo Paese, a fare una legge che aiuti gli Italiani che non arrivano alla fine del mese, faccia qualcosa di sociale e di popolare. Guardi che l'esempio può trovarlo agevolmente in quei simboli a cui lei è tanto ostile. Apra la sua mente, tolga i paraocchi e la smetta con la demagogia, ché gli Italiani hanno ben altre questioni da risolvere. 
Emma Moriconi9/01/2016 11:25
http://ilgiornaleditalia.org/ 

Dux sulla neve: arresteranno il monte Giano per apologia di fascismo?


Chissà se l’onorevole Fiano e compagnia bella ora arresteranno anche la neve? Chissà se Laura Boldrini denuncerà il monte Giano per “apologia di fascismo”? Chissà se scatterà l’allarme rosso, visto che sta ancora spopolando sul web la fotografia con la scritta “DVX”. È bastata una nevicata leggera per accentuare il contrasto fra terreno e alberi, è bastato un cielo limpido e senza un fiulo di foschia «ed ecco che nonostante i 90 chilometri di distanza la scritta DUX (a essere romanamente precisi DVX) appare nitida agli occhi di chi si affaccia dal Gianicolo o da Monte Mario», come riporta in bella vista il Messaggero: fotografia (di Francesco Toiati) e notizia poi rilanciate in rete a più non posso. Fu un omaggio a Benito Mussolini datato  1939, quando  venne sagomata sul territorio del comune di Antrodoco, in provincia di Rieti, sul Monte Giano, un’abetaia di  20mila alberi su una superficie di otto ettari dagli allievi della Scuola delle Guardie Forestale di Cittaducale. Ironia della sorte la “neve fascista”  è caduta proprio mentre la ridicola proposta di legge dell’onorevole Fiano del Pd di vietare per apologia di fascismo ogni tipo di gadget mussoliniano veniva presa a sberleffi in rete dalla maggoriu parte dell’opinione pubblica, non certo fatta di soli nostalgici.

Dux, la storia dell’omaggio a Mussolini

«Nel dopoguerra, tra incuria e incendi nonché l’aggiunta, certo casuale, di altri abeti, l’imperitura scritta rischiò più volte di scomparire, poi nel 1998 la giunta regionale di centrosinistra di Badaloni stanziò 260 milioni di lire, ufficialmente per la manutenzione di quei boschi», si legge sul quotidiano romano. «Due anni dopo divampà un incendio e  le fiamme a ridosso degli abeti furono spente in extremis dagli elicotteri della Protezione civile a cui si era appellato con grande apprensione Luigi Ciaramelletti, reatino e assessore regionale alla Cultura della giunta Storace. Tra polemiche nella Capitale e ritardi si giunse così al 2004 prima che i lavori dei boscaioli sul versante del monte Giano (1.820 metri) rendessero di nuovo ben distinta la scritta, riconosciuta patrimonio artistico e monumento naturale senza uguali al mondo. Anche in nome di mai dichiarate alleanze tra Sinistra e Destra del reatino che negli anni hanno sempre difeso le tre letterone che campeggiano anche sui viaggiatori, magari pure turisti, in viaggio sulla trafficata Salaria. “La lotta al fascismo e alle sue eredità non si fa con la motosega” dichiarò del resto Roberto Giocondi, del Pd sabino». Intanto il web continua a scatenarsi ed è giù cliccatissimo l’“evento” a cui sono invitati tutti gli italiani… “Una settimana bianca con gli onorevoli Boldrini e Fiano sul Monte Giano, per curare la loro ossessione contro il Duce”. Data, il prossimo 14 febbraio alle 17.

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