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mercoledì 11 gennaio 2017

340) INIZIO ANNO E VISITA A SOFIA



L’INIZIO DEL 2017 TRA I FESTEGGIAMENTI ED UNA BREVE VISITA A SOFIA, CAPITALE BULGARA. 

L’inizio del 2017 è iniziato con i consueti festeggiamenti e con i tradizionali cenoni. Anch’io sono stato invitato ad una cena: dopo aver atteso la mezzanotte mi sono ritirato per ritemprare le forze per affrontare la giornata del 1° dell’anno, che per me tradizionalmente inizia con la funzione religiosa. 

 

Alla vigilia dell’Epifania sono partito per un breve viaggio di tre giorni a Sofia, la capitale della Bulgaria, distante appena un’ora e mezza di aeroplano. È stata una vacanza economicamente conveniente, più delle altre: sia per quanto riguarda i voli aerei nelle compagnie a basso costo e l’albergo (che ho prenotato entrambi nel mese di novembre, nel giorno promozionale del risparmio nelle spese telematiche), sia per le altre spese relative al soggiorno (mangiare, visite ai musei ed ad altri luoghi d’interesse); la moneta locale, il Lev (rinnovato e simile nella forma alla valuta europea), vale la metà di un Euro. Infatti c’erano moltissimi italiani a Sofia, i quali hanno approfittato di questo cambio monetario conveniente. Il clima rigido era il vero problema: ero tentato di rinunciare per via delle previsioni atmosferiche, che sarebbero arrivate sino a – 18° C nei giorni della mia visita, non immaginando che da quelle parti sono abituati a quelle temperature e tutto funziona come se nulla fosse. Da noi, nel nostro clima mite mediterraneo,  le ondate di gelo d’inverno e quelle d’afa d’estate sono di breve durata, mentre nei Balcani si passa da un eccesso all’altro, a seconda delle stagioni, e uno deve sopportare per mesi. La neve che non smetteva mai di scendere dava più fastidio del freddo: le strade per le macchine le tenevano costantemente pulite, sui marciapiedi creavano qualche passaggio dove si rischiava spesso di scivolare per il ghiaccio.

I Bulgari sono un popolo slavo che nel VII Secolo D. C. si spostarono dal Caucaso, penetrando nell’odierna Bulgaria, scacciando i Bizantini e convertendosi al Cristianesimo. La nazione ha avuto due zarine italiane, consorti degli zar regnanti: Maria Luisa di Borbone Parma, moglie di Ferdinando I, e Giovanna di Savoia, moglie di Boris III. Dal punto di vista turistico Sofia, anche se non è una meta prediletta come Praga, Budapest, Cracovia, è interessante anch’essa come le citate città dell’Europa dell’Est. Ci sono delle chiese e dei siti archeologici patrimonio Unesco. C’è il complesso archeologico di Sérdica (l’antica città preesistente fondata dai Traci) con le rovine romane, situata all’interno dell’omonima stazione della metropolitana cittadina. Ci sono statua, basilica e cappella dedicate a Santa Sofia, che dà il nome ala città. C’è il Monte Vitoša, alto oltre 2.200 m.: un’attrattiva sciistica che sovrasta Sofia col suo parco naturale. Diverse chiese e basiliche sono state costruite per gratitudine verso i Russi, con il quale la Bulgaria ha un rapporto di fratellanza e che liberarono la nazione dal dominio ottomano, tra cui spicca  la Cattedrale di Aleksandăr Nevski, il simbolo di Sofia. Poche sono le testimonianze del periodo del Socialismo Reale. Nel centro storico c’è anche una moschea: un 7% della popolazione bulgara è discendente dei turchi, che per oltre quattro secoli sottomisero la Bulgaria. Molti monasteri e chiese storiche durante la dominazione turca furono profanati e trasformati in moschee; quando la Bulgaria riacquisì l’indipendenza gli stessi torarono al culto Cristiano di rito Greco – Ortodosso, praticato da quasi tutta la popolazione bulgara. Di recente a Sofia è stata costruita una chiesa cattolica per i pochi cattolici locali e per qualche straniero di passaggio; anch’io ne ho approfittato per la messa dell’Epifania. Mi aspettavo di trovare situazioni di degrado e di disagi sociali, ma ho visto ben poco di tutto quello: non c’era nessun venditore ambulante e raramente incontravo questuanti. Bisogna solamente fare attenzione ai tassì, individuando quelli provvisti di licenza che non imbrogliano, i quali hanno la scritta “ok”. Per il resto tutto funziona perfettamente: le metropolitane, le corriere di linea, i grandi centri commerciali che vi hanno messo piede. Ormai anche nell’est l’inglese ha preso il sopravento come lingua internazionale (ai tempi del comunismo la lingua internazionale era il russo), tutti lo parlano: nelle attrattive turistiche, negli alberghi, nei ristoranti e ovunque ci sono le doppie scritte (lingua bulgara in caratteri cirillici e lingua inglese in caratteri latini). A dire la verità, io che non sono un esperto e conosco quelle poche parole di base anglosassoni per farmi capire, per capire gli altri, e che perfeziono di viaggio in viaggio, sentendo alcuni commenti di altri italiani, si diceva che il loro inglese non è perfetto. 

 

A questo punto i paesi dell’Europa dell’Est si avviano verso un processo di evoluzione, di modernizzazione, d’aumento positivo della qualità della vita che li porterà un giorno al livello dei paesi dell’Europa Occidentale. Si evolvessero, ma non esagerassero, altrimenti subiranno le conseguenze negative che stiamo subendo noi: immigrazioni, islamizzazioni, caos, terrorismo, eccetera. E soprattutto lasciassero perdere l'euro.

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