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domenica 6 gennaio 2019

412) LA CITTÀ DI BOLOGNA


BOLOGNA è UN INTERESSANTE CITTà RICCA DI STORIA E DI CULTURA AL CONFINE TRA GLI APPENINI E LA PIANURA PADANA.


Tutte le città d’Italia da nord a sud sono bellissime e ricche di storia e di cultura. Nella gran parte dei casi la loro storia inizia con la fondazione da parte dei popoli preromani o dei romani stessi e si conclude con l'annessione al Regno d’Italia durante il Risorgimento. Nel lungo periodo intermedio tra Roma antica e l’Italia nazione le città della nostra patria hanno lasciato profonde tracce di cultura, vestigia, tradizioni: ogni potentato locale voleva primeggiare sui rivali e per farlo essi cercavano delle smanie di grandezza nell’arte, nell’architettura, nella letteratura, nella musica.  

Anche Bologna rientra tra le grandi città d’arte italiane e rispecchia le considerazioni precedenti. Essa fu fondata col nome di Felsina dagli Etruschi, poi fu occupata dai Galli e dai Romani, questi ultimi la ricostruirono col nome di Bonomia lungo l’importante Via Emilia; durante il periodo del libero comune conobbe le guerre tra Guelfi e Ghibellini, con le città rivali e tra signori bolognesi per accaparrarsi il potere. La citata città finì sotto il potere temporale dei papi sino al periodo napoleonico; il dominio della Chiesa terminò definitivamente nel 1859, quando il popolo, sollevatosi, dopo vari tentativi falliti riuscì a cacciare definitivamente i presidianti Austriaci e Bologna fu unita al Regno Sabaudo. Durante la Seconda Guerra Mondiale e durante gli anni di piombo la città romagnola pagò con un elevato tributo di sangue. Dal punto di vista politico B. è stata amministrata ininterrottamente da amministrazioni di sinistra dal dopoguerra in poi, tranne cinque anni agli inizi degli anni 2000 (ricorda la storia politica di un certo paese sui Monti Lepini). I monumenti simbolo di Bologna sono: la Torre degli Asinelli (una delle poche torri superstiti delle centinaia che c’erano anticamente), la Statua di Nettuno, la Cattedrale di San Petronio (il vescovo patrono) ed altre chiese, i tantissimi portici, uno dei quali, dopo un percorso di oltre tre chilometri, conduce alla collina dove c’è la grande chiesa della Madonna di San Luca, la quale domina la città. Altri simboli di questa città sono le eccellenze gastronomiche che vi sono nate: tortellini, mortadella, tagliatelle al ragù, lasagne. I canali che c’erano nei secoli precedenti sono tutti scomparsi e qualcuno è nel sottosuolo. Nella centralissima Piazza Maggiore, dove c’era il Palazzo della Borsa (o delle poste) e poi il palasport, hanno realizzato un grande centro cultura, con biblioteche, sale video, postazioni internet, bar, quotidiani e riviste a disposizione per leggere ma bisogna attendere pazientemente il proprio turno per sfogliare un giornale o usufruire di una postazione internet; quando tutto è gratuito…... Nella città felsinea sono presenti molti musei, tra i quali spicca la casa del poeta e letterato Giosuè Carducci, divenuta ora un luogo di visita; il mausoleo è diviso in due: c’è il museo risorgimentale e c’è l’abitazione privata dello scrittore rimasta come ai suoi tempi (nel giardino non manca “il verde melograno dai bei vermigli fior”).

Mentre i bolognesi e i turisti in massa spensierati camminano per le strade, le statue di Giuseppe Garibaldi e del Padre Ugo Bassi dall’alto li guardano sorridenti e soddisfatte: si rendono conto che le loro lotte non sono state vane. Nel 1849 proprio a Bologna furono fucilati il padre barnabita emiliano Ugo Bassi e il milanese garibaldino Giovanni Livraghi per aver lottato per la Repubblica Romana, come abbiamo visto nelle ultime scene del film “in nome del popolo sovrano”. Neanche a farlo apposta mentre ero a Bologna, di notte, in televisione, nella camera d’albergo, ho visto la citata pellicola, che, strana coincidenza, stava trasmettendo un canale televisivo. Io l’ho interpretato come un segno: subito dopo aver visto dal vivo la statua di Bassi, voluta anche da Carducci, e la lapide di dedica a Livraghi nel suo basamento (“Giovanni Livraghi milanese capitano di Giuseppe Garibaldi condivise con Ugo Bassi il martirio 8 agosto 1849”) ed aver ripensato alle loro storie, ho rivisto anche il film che le narrava e faceva vedere quel monumento a loro dedicato, così ho pensato di concludere con loro, per non dimenticare il sacrificio di coloro che hanno permesso a noi di farci vivere in un’Italia libera dall’oppressore ed indipendente; oggi lo diamo per scontato, dimenticando con quanta fatica e titaniche imprese varie arrivarono a tale risultato.

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