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domenica 13 novembre 2022

504) SI TORNA A PARLAR D’IMMIGRAZIONE

L’IMMIGRAZIONE ILLEGALE, CON LE NAVI ONG CHE ATTENDEVANO, NON SI ERA MAI ARRESTATA: MENTRE CON DRAGHI NON SE NE PARLAVA PIÙ, DA POCHE SETTIMANE, DA QUANDO È TORNATA LA DESTRA AL GOVERNO, OCCUPA NUOVAMENTE LE PRIME PAGINE DELLO SPAZIO MEDIATICO.

Col ritorno della destra al governo sono partiti a razzo i mezzi d’informazione con le solite massicce campagne di contrasto. I grandi media nazionali ed internazionali quando c’era Draghi al governo, l’uomo delle istituzioni, dell’Europa, dei poteri forti, erano tutti filogovernativi, non dando molta importanza a delle questioni che oggi ingigantiscono a dismisura, per cercare di mettere in cattiva luce, in Italia e nel mondo, il nuovo governo di Giorgia Meloni. Un esempio di quanto esposto è stata la grande indignazione mediatica per uno sgombro di un raduno illegale di giovani, in un capannone abusivo e non sicuro, nel quale sarebbero circolati droga e superalcolici. Si sta dalla parte degli abusivi, degli spacciatori, pur di andare contro questo esecutivo. Inoltre si dà poca importanza alle minacce di morte, esposte attraverso le scritte sui muri e ai manichini impiccati, rivolte verso qualche membro della nuova classe governativa; se fosse accaduto a qualche esponente dell’altra parte politica, apriti cielo!

La maggior questione che è tornata in auge dopo l’oblio nel quale era piombata è il solito problema degli sbarchi illegali di immigrati privi di documenti. Nonostante questi approdi quest’anno fossero aumentati considerevolmente rispetto ai precedenti anni, quest’estate se ne parlava appena, non mettendoli in primo piano. Pure allora c’era il problema delle navi delle Organizzazioni non governative (ong), che attendevano qualche giorno, qualche settimana, prima di avere l’autorizzazione ad attraccare nella solita Italia (che doveva dire per forza sì, mentre gli altri paesi se rifiutavano non c’era alcun problema), ma non era affatto uno scandalo, anche con i morti a bordo. Uguale per coloro che una volta sbarcati venivano lasciati liberi di commettere atti di criminalità e di terrorismo, come nel caso dell’attentato ad una chiesa in Francia: ci fu poco clamore mediatico. Ora si sta tornando ai livelli mediatici, sul tema degli sbarchi illegali, di quando Salvini guidava il Ministero dell’interno nel Governo Conte I. La nota positiva di quel periodo era che gli sbarchi e i decessi in mare diminuirono di parecchio.


Tornando ad oggi, si sta dando risalto a quelle nazioni che fanno la morale all’Italia sull’accoglienza e che allo stesso tempo se ne guardano bene di far entrare nelle loro terre quei profughi: blindano le loro frontiere e si rifiutano di accogliere le loro navi ong; una nave tedesca, francese, norvegese è territorio di Francia, Germania, Norvegia, paesi che dovrebbero essere il primo approdo dei naufraghi. Nonostante queste ong, le quali puntano per forza all’Italia, snobbando i porti più vicini del Nordafrica, la stragrande maggioranza degli approdi di immigrati irregolari nelle coste italiane avviene in modo autonomo o con l’ausilio delle motovedette nostrane e costoro vengono tutti accolti. Di conseguenza il governo si sta impegnando molto di più dei precedenti alfine di bloccare finalmente questa inumana tratta, fonte di profitto per molti, lasciando aperto il canale dell’immigrazione legale, in base alle esigenze e alle possibilità.

Sarà importante per l’Europa rimuovere, attraverso vari aiuti, le motivazioni che spingono tali popolazioni ad andarsene dalle loro terre. Coloro che cercano di partire fanno parte delle classi più colte e diciamo pure più benestanti: loro dovrebbero impegnarsi, chiedendo l’aiuto ai paesi più evoluti, nel rilancio e nello sviluppo dei loro territori, allontanando dal potere i governanti locali che non vogliono che accada ciò, detenendo quasi interamente le ricchezze in quei determinati stati.

Insomma, l’immigrazione via mare, con tutto quello che la contorna, è un argomento affrontato fino alla nausea, tra le colombe dell’accoglienza incondizionata e i falchi delle rigide regole, ma, mediaticamente, cade nel dimenticatoio o è un tema di primissimo piano a seconda dei momenti politici che si vivono.

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