Come al solito in occasione dell’estate verranno riproposte le manifestazione folcloristiche coresi del Carosello Storico dei Rioni e del Latium Festival: la prima è una manifestazione tipicamente corese che consiste in una sfilata in costume rinascimentale e in una gara di cavalli, la seconda è una manifestazione che consiste nell'esibizione di gruppi folcloristici internazionali, che ha sostituito quello che un tempo era il Festival della Collina. Per tutti coloro che non sono coresi o che non hanno avuto mai a che fare con Cori (LT) per saperne di più consiglio di visitare i siti tra i miei collegamenti (Links): Carosello Storico dei Rioni Coresi, Festival folcloristico corese, La Proloco di Cori e Comune di Cori. A me invece preme analizzare le manifestazioni sotto aspetti che noi diamo per scontati.
Sarebbe molto interessante il Festival folcloristico corese, molto più del monotono carosello, perché di anno in anno si alterna il varietà del folclore mondiale, bisognerebbe soltanto superare tutte le dispute, le rivalità che ne causarono la metamorfosi genetica, coinvolgere tutti i gruppi folcloristici di Cori e unire tutte le forze.
Non vorrei finire affossare il Carosello Storico, vorrei esporre delle proposte per migliorarlo, per fare in modo che venga rilanciato, che la gente si appassioni di nuovo, come quando veniva proposta ad anni di distanza tra un’edizione e l’altra, quando si litigava per far sfilare parenti e conoscenti, quando si faceva a botte per degli anelli e ancor prima nella notte dei tempi quando era l’unico svago, insieme alle messe e alle processioni, dal durissimo lavoro quotidiano nei campi. Tutti i costumanti a mio avviso dovrebbero far delle prove prima di sfilare, dovrebbero muoversi al ritmo delle trombe e dei tamburi, dovrebbero tenere un atteggiamento serio, decoroso, dovrebbe esserci un attento studio per quanto concerne i costumi e la ricostruzione delle porte, le quali sarebbe bello lasciarle fisse e non dovrebbero essere edificate a molti metri di distanza da dove erano piazzate anticamente, coloro che parlano ai microfoni (podestà o priori) dovrebbero parlare un italiano cinquecentesco e nella sfilata non dovrebbero esserci persone che non c’entrano nulla, magari con attaccato al petto il distintivo di una Porta. Due palii all’anno forse sono troppi e ci si annoia, sarebbe interessante fare questa rievocazione storica la terza domenica di maggio, nell’ottavario della Festa della Madonna del Soccorso: se il palio è dedicato alla Madonna del Soccorso non ha senso farlo disputare a più di un mese dalla festa; negli anni ’30 si disputava in quella ricorrenza, la prima edizione si disputò il 18 maggio 1937, come è scritto sul retro di questa fotografia, nell’odierna Piazza Signina, allora Piazzale Vittorio Emanuele III.
L’altro palio, dedicato a Sant’Oliva (il palio del forestiero), con relativa sfilata, se non vorranno eliminarlo, sarà interessante farlo disputare a tre mesi di distanza dall’altro; a questo punto dovrebbe essere rivalutata la Festa di Sant’Oliva, antica patrona di Cori dimenticata: da alcuni anni la Proloco Cori qualche cosetta organizza in quella occasione. Nello stadio di Stozza una manifestazione rinascimentale non c’entrerebbe nulla, essendo un impianto moderno, se proprio deve essere svolta da quelle parti dovrebbe svolgersi davanti alla decrepita chiesa di San Rocco dove anticamente si correvano i palii. Ricordiamo che il palio di Sant’Oliva e la manifestazione a Stozza nacquero nel 1992, quando fu accantonata la proposta di far disputare il palio Madonna Del Soccorso in quel luogo per risparmiare i soldi delle tribune da erigere in Piazza Signina, e per non scontentare i contradaioli di Porta Furba bisognò istituire un altro palio. Se tali semplici e interessanti proposte, lanciate da un comune cittadino, verranno almeno discusse e valutate questa manifestazione diverrà una vera manifestazione rinascimentale, attrattiva di appassionati, studiosi e semplici visitatori, i quali non sono molto attratti dalla disputa dell’anello, per loro è noiosa, che è invece l’unica attrattiva di alcuni facinorosi delle Porte, unitamente alla sagra mangereccia nelle taverne.
Anche la tradizionale festa di Sant’Antonio da Padova, quest’anno spostata a luglio per via delle votazioni, del referendum, del Corpus Domini e per via della strada bloccata, prevederà un programma mangereccio: di solito in quella festa ci sono molte iniziative esterne con un'ampia partecipazione popolare, ma al vero fulcro della festa, cioè alla processione, non ci va nessuno. Tuttavia è una bella festicciola, sia nel sacro che nel profano e i vallarani devono lottare per conservarla e rivalutarla, perché no, con l’aiuto pure di quelli del Monte. Io non capisco i sostenitori delle Porte della Valle nel Carosello, soprattutto quelli di Porta Ninfina o Furba, che prima imprecano e inveiscono contro il Monte, poi quando escono nel corso di tutto l’anno, escono sempre sù al Monte. A Cori Monte nelle aree nuove ci sono molti abitanti nati a Porta Furba o a Porta Romana che non hanno tagliato il cordone ombelicale con le proprie origini, così come nelle zone nuove di Porta Romana vi abitano molti di origine montanara. Quando si nasceva nelle case del centro storico aveva un senso appartenere ad una Porta, ma per coloro che sono nati negli ospedali e che hanno sempre risieduto nei nuovi quartieri per me non ha senso. Così io, come molti, non mi definisco appartenere a nessuna Porta all’infuori di quella di casa, oltre che per quel motivo pure perché non si attuano cambiamenti per rilanciare quella manifestazione e far tornare l’entusiasmo e la frenesia come nelle edizioni 1984 e 1992 ad esempio. Quelle edizioni tornarono rispettivamente dopo 13 anni e dopo 8 anni, le uniche bellissime ed appassionate che io ricordi, anche se quella del 1 luglio 1984 finì come finì.
Carosello Storico 1984
In quell’anno i televisori e le fotografie erano già a colori, non c’erano i telefoni tascabili, se non in fase sperimentale, internet e You Tube erano fantascienza, anche se non mancavano i computer da ufficio, sistema operativo Ms Dos, ma erano pochi, erano ancora diffusissime le macchine da scrivere e i calcolatori tradizionali, erano diffusi tra i ragazzi gli elaboratori Commodore, più che altro per giocarci, come erano abbastanza diffusi i videoregistratori e le telecamere da casa con cui uno poteva immortalare e rivivere le emozioni del Carosello Storico. Il Muro di Berlino e il Blocco Sovietico erano ben saldi, il Partito Comunista aveva maggioranze bulgare a Cori, Angela Vitelli era sindaco e Ignazio Vitelli era podestà del Carosello. Bei ricordi: le grandissime tribune (o ero piccolo io?), il cui costo era di £ 10.000 ma se volevi stare in piedi pagavi £ 5.000, le sfilate ad ogni festa di porta, con le prove del palio, con la massiccia partecipazione ed entusiasmo popolare, ce n’era troppo, fu la principale causa dello stroncamento e della scazzottata generale.
#1 05 Luglio 2009 - 09:13
RispondiEliminagrazie per il tuo impegno nell'affrontare temi che nessuno tocca con spirito critico, per il conformismo e l'opportunismo imperanti in questa palude. Anche a me è piaciuto il tuo pazzo sul corace su "icoresi" te lo voglio scrivere qui a casa tua per non dare l'impressione di una clac concertata con Masetto che ti ha fatto i complimenti.
Mi piacerebbe che rivedessi un pò i momenti folkloristici e troppo nostalgici che ti vengono dal cuore, solo un pò.
Dobbiamo crescere ancora, tutti. Ciao. e preparati che a settembre massimo sto benedetto giornalino si fa.
titosperi