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domenica 1 maggio 2011

91) IL GIORNO DI GIOVANNI PAOLO II BEATO


Nel giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, non poteva mancare un mio personale omaggio ad un grande papa e ad un grande uomo. In alcuni miei versi sono un po’ scettico e perpesso: mi sono attenuto al racconto della tradizione e della credenza cattolica per magnificarlo e glorificarlo.




A GIOVANNI PAOLO II



Guerre, deportazioni, campi di sterminio, (1)
col crudele occupante sterminatore,
un magnifico divin richiamo fulmineo
colpì nella cava Karol, poeta e attore.

Egli su degli altri palcoscenici recitò, (2)
dove disseminò la sua “bella poesia”,
con la sua pietra la Chiesa consolidò:
nei posti che doveva esser spazzata via.

Il suo suolo e tutti gli est europei (3)
da quell’ateismo atroce ed omicida
erano oppressi, di devozione erano rei,
e al secondo mondo lanciò la sfida.

Col secondo segreto il popol è rinato, (4)
della Signora dal Suo prezioso feto:
il turco mortal proiettile ha deviato
e con esso pure il Suo terzo segreto.

Amor, solidarietà, dialogo e perdono, (5)
negli anni della sofferenza e malattia,
contro fame, odio e fanatismo; in dono
ricevette da tutto il mondo simpatia.

Così chi raccoglierà sulle terre arate (6)
sicuramente troverà la conversione;
non è così sulle nostre secolarizzate:
il concetto economico fa da padrone.

Alla fine scelse un Tedesco Successor, (7)
superando le ferite di guerra perfino
e dei polacchi verso i tedeschi il rancor:
può essere un disegno d’amor divino!
 

Andrea Lucarelli ottobre 2006 


PROSA 

(1) In giovane età, nel mezzo a tutti gli orrori della guerra, il giovane Karol Wojtyla, il quale lavorava nelle cave di pietra per sfuggire alla deportazione e che per passatempo era poeta ed attore, maturò la sua vocazione al sacerdozio.

(2) Le sue esperienze di vita gli servirono per la sua missione di sacerdote, vescovo, cardinale e papa: fu una novità che pur, non avendo molto carisma e spirito organizzativo, rinnovò radicalmente la Chiesa Cattolica e la difese dai molti assalti, tendenti a demolirla. 

(3) Il secondo mondo era il mondo facente riferimento all’Urss, il primo mondo faceva riferimento agli Usa, il terzo ai paesi non allineati; oggi quando si sente la parola terzo mondo si pensa ai paesi malfamati. Il regime dichiaratamente ateo ed ostile alla religione, nella sua terra e nelle altre nazioni dell’est, tentò di cancellare il culto, ma egli non si fece intimorire e quando, a sorpresa, fu eletto al soglio di Pietro godè di una posizione tale da permettergli di contrastare apertamente quei sistemi. Il movimento operaio Solidarnosc in Polonia nacque sulla sua spinta. 

(4) I segreti della Madonna di Fatima, diffusi per rilanciare la religione, lo hanno riguardato: il secondo segreto, per la tradizione cattolica, parlava della diffusione dei regimi atei e della loro fine. Il terzo dell’uccisione di un papa; ma quest’evento è stato scongiurato grazie alla Vergine Maria, la quale, secondo Giovanni Paolo II, gli salvò la vita dai colpi di arma da fuoco, sparati dal turco Alì Agca su ordine dei servizi segreti bulgari . 

(5) Una volta caduti i regimi comunisti, negli ultimi anni della sua vita, nel colmo delle sue sofferenze fisiche, si dedicò ai problemi del terzo mondo e del fanatismo religioso: coinvolse i paesi ricchi nell’aiuto e invece di reagire con durezza al fondamentalismo islamico incrementò il dialogo. Così si guadagnò la simpatia di tutti. 

(6) Sperando che ciò che seminò dia gli sperati frutti: per prima cosa la conversione. Tutto il contrario accade nei paesi opulenti, tradizionalmente cristiani, dove il progresso, il consumismo sfrenato e l’eccessivo capitalismo, fanno sì che la gente non senta più il bisogno di sentirsi appartenere alla religione.

(7) La fine si ricollega all’inizio: nel momento in cui diede indicazione nella scelta del suo successore, di un tedesco, cui non c’entra nulla con la guerra, ma il suo popolo era stato la causa di tanta sofferenza per i polacchi. Riconciliazione e perdono erano stati i pilastri della sua vita, che adottò anche in punto di morte.  




INNO NAZIONALE POLACCO

L'inno fu composto da un esule polacco che nei primi dell'800 si trovava in Italia: un altro elemento che accomuna l'Italia alla Polonia, oltre naturalmente a Giovanni Paolo II, nei 2 paesi le idee di unità ed indipendenza si diffusero grazie a Napoleone. Nell'inno polacco si parla della terra italiana; nell'inno nazionale italiano si parla del sangue italiano, del sangue polacco e del sangue cosacco.

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