bandiera

bandiera

sabato 17 dicembre 2011

114) LOTTE PROLETARIE ADDIO


Napolitano e Pisapia lotte comuniste addio, meglio il palco reale


Il capo dello Stato e il sindaco di Milano sembrano lontani anni luce dal loro passato di battaglie per il proletariato


di Alessandro Gnocchi -
Che cattivo Robert Carsen, regista del Don Giovanni all’esordio l’altroieri alla Scala di Milano. Nel finale, il fantasma del Commendatore, ucciso dal protagonista all’inizio dell’opera, è riapparso a sorpresa nel palco reale, alle spalle di Giorgio Napolitano, Mario Monti e Giuliano Pisapia.
Una vera mazzata nei confronti del potere politico, sfuggita a molti ma non ad Armando Torno sul Corriere della sera. L’editorialista cita le note di regia del libretto originale (Praga, 1787). Secondo le indicazioni, la scena si deve svolgere in un «loco chiuso in forma di sepolcreto». Tradotto: in un cimitero.
Qualcuno ha visto in tutto ciò una metafora del futuro corso politico. Quello in cui i comunisti risorgono e, dopo una vita passata a lottare contro il capitalismo, stringono all’occorrenza una alleanza con i tecnocrati dell’alta finanza internazionale. Forse è una esagerazione. In fondo le batoste elettorali, per Bersani e soci, potrebbero non essere finite. Che impressione, però, quelle foto in cui la sinistra istituzionale (il presidente della Repubblica Napolitano) sta accanto a quella extraparlamentare (il sindaco di Milano Pisapia). E tutte e due stringono la mano al professore ex consulente della banca d’affari Goldman Sachs (il presidente del Consiglio Monti). Lontanissimi, per fortuna, i tempi in cui Napolitano, a lungo responsabile della commissione culturale del Pci, spiegava sulle colonne dell’Unità e di Rinascita il motivo per cui la cacciata del dissidente Aleksandr Solgenitsyn dall’Unione Sovietica fosse la «soluzione migliore». In realtà il Premio Nobel per la letteratura aveva le sue colpe: diamine, non poteva starsene quieto, invece di scrivere Arcipelago Gulag? È innegabile, argomentava Napolitano, «la natura di grave misura restrittiva dei diritti individuali; ma solo commentatori faziosi e sciocchi possono prescindere dal punto di rottura cui Solgenitsyn aveva portato la situazione». Gli stessi «commentatori faziosi e sciocchi» che dimenticavano come «il capitalismo e l’imperialismo tendano a ridurre l’uomo a semplice congegno di una macchina disumana e a manipolarne la coscienza». Era il 1974, un’altra epoca. Ancora più lontano, quasi preistorico, il 1956, anno in cui Napolitano giustificava i carri armati dell’Armata Rossa per le strade di Budapest. Secondo lui, gli insorti ungheresi erano controrivoluzionari asserviti all’imperialismo, mentre i soldati di Mosca diffondevano «la pace nel mondo». (Il presidente però su quella repressione cambierà idea, facendo autocritica, nella sua autobiografia, a circa mezzo secolo di distanza dagli eventi). E Pisapia, il sindaco arcobaleno? In passato i militanti di Democrazia proletaria, movimento a cui lo stimato avvocato era vicino, alla Prima della Scala ci andavano soltanto a tirare i pomodori alle borghesi impellicciate. Ieri, al termine di un percorso che lo ha portato a governare Milano con l’aiuto dei vendoliani, al Piermarini è entrato in smoking. Dal Soccorso al Tappeto rosso (di velluto).
Oggi l’Italia sembra aggrapparsi agli ex comunisti, al presidente della Repubblica soprattutto, a lungo applaudito dal pubblico milanese, perché mostrano attaccamento alle istituzioni italiane, dopo averle a lungo messe un gradino sotto a quelle sovietiche. Comunque sia, questi uomini hanno definitivamente detto addio al proletariato, anche se qualcuno di loro si balocca col socialismo. Solo a parole, per carità. La rivoluzione, alla fine, era proprio un pranzo di gala, anzi: una raffinata cena alla Scala.




CONSIDERAZIONI PERSONALI ISPIRATE ALL'ARTICOLO

Non è una novità che parli degli stravolgimenti politici. I comunisti di una volta si imborghesiscono salendo sul palco reale del teatro della Scala di Milano per la prima della stagione e il giornale di famiglia dell’odiato miliardario prende le difese del popolino. Il palco reale dei teatri erano riservati agli aristocratici di una volta, non andrebbero bene neanche per borghesi costruitisi da soli sul modello americano, anche se sono tra gli uomini più ricchi del mondo. Il capo morale del Partito Democratico, partito discendente diretto di quello Comunista, è tale De Benedetti, un altro miliardario: è un partito che attira molti ricchi rivali di Berlusconi. Il Popolo delle Libertà sembra fare gli interessi del popolo: non ha avuto coraggio di attuare misure impopolari, andando contro la propria natura, ed ha lasciato la patata bollente ad altri, per non essere usato come capro espiatorio per le vicende finanziarie internazionali, così da colare a picco alle elezioni. I dati sui risparmi degli italiani dimostrano che la frase sui ristoranti pieni non era così allucinante; la domenica nel nostro paese si notano. Però ci sono pure casi di povertà diffusa. Il Pd e i centristi sono stati ben lieti, felici di approvare l’aumento delle tasse operate da un governo tecnico, per dei provvedimenti più morbidi del precedente governo avrebbero elevato le barricate.

Il conservatorismo, il liberismo e l’interesse del popolo sono gli elementi che accomunano le diverse anime del Pdl: ricordiamo una netta parte viene dall’esperienza missina, quindi patriottica, nazionalista, un’altra parte dall’esperienza dei partititi che hanno dominato i primi decenni della Repubblica (Dc, Psi e anche Pci); qualche settimana fa c’è stato uno scontro Frattini/La Russa: il primo non vuole i fascisti nel partito, il secondo ha minacciato la scissione degli ex An per l’eccessiva subordinazione al Governo Monti. Sono fieri di appartenere al Partito Popolare Europeo (Ppe), io no di certo, come Magdi Cristiano Allam, che lo ha abbandonato per assumere posizioni più estreme, come dimostrano i suoi scritti ospitati da un giornale.
Tra gli elementi positivi del fascismo ci sono quelli del lancio delle basi per il futuro benessere degli italiani: tutte le più grandi aziende italiane sono nate a quei tempi. E' proprio durante il Fascismo che la classe media iniziava a conoscere il benessere: dalle vacanze, alle gite fuori porta, ai fine settimana alle terme o a sciare: il regime favoriva ciò con delle agevolazioni sui viaggi o sugli alberghi in modo da rendere a tutti accessibile qualcosa fino a lì nemmeno sognato. Venivano cancellate le divisioni sociali! Arrivarono sempre a quei tempi le 8 ore di lavoro, le ferie pagate, la liquidazione (poi TFR), le pensioni di vecchiaia. La sanità con gli ospedali che sorgevano ovunque, diventava gratuita per tutti. Il lavoratore italiano veniva guardato con estrema invidia dall'estero. E le innovazioni? I primi al mondo in tantissimi campi. La prima autostrada al mondo: la Torino-Milano. Nonostante ciò il deficit non esisteva: si aprivano scuole, ospedali, si costruivano incredibili opere di ingegneria tutto senza debito e in tempi record.
Ricordiamo anche le bonifiche delle paludi della Maremma e Pontine. La bonifica non ha dato un sacco di opportunità a tutti noi dei Monti Lepini? Senza avremmo dovuto accalcarci tutti a Roma e provincia, che è una zona già popolosissima per sé, per campare. Immagino le urla di Grillo, degli ambientalisti, dei soliti moralisti, se oggi si proponesse la bonifica delle paludi: “non è vero che arriverà lo sviluppo e l’occupazione, è solo la scusa per favorire i grandi costruttori, amici del potere, con le inutili cementificazioni!” Così non si riusciranno mai a realizzare altre grandi opere, che creerebbero ulteriore crescita: vedi l’alta velocità e il ponte sullo stretto di Messina. Vorrebbero tenerci in un cupo medioevo, a tal proposito il giornale “L’Unità” negli anni ’50 scriveva che le televisioni a colori non sarebbero servite a nulla e solo i ricchi se le sarebbero potute permettere.  

Guardiamo inoltre le differenze nel nostro paese di Cori tra questa amministrazione e la precedente: questa amministrazione non ha realizzato quasi nulla per rendere il paese più bello, più vivibile, più attrattivo per i forestieri che portano denaro, all’opposto della precedente. Voi direte che ognuno tira l’acqua al suo mulino, a fare i propri interessi, potrete avere anche ragione, ma l’area mercato, il centro storico e le altre opere non sono a disposizione di tutti i cittadini che vi abitano, sia di destra, che di sinistra? Per lunga parte di questa consiliatura non si è approfittato del fatto che il comune e la regione avevano lo stesso colore politico: avrebbero potuto richiedere dei finanziamenti. Hanno ottenuto solamente finanziamenti per dei lavori urgenti per gli smottamenti dovuti al maltempo. In questi anni per le opportunità di lavoro che si sono create avrebbero dovuto favorire le persone bisognose, indipendentemente dal pensiero politico: così dovrebbe essere la loro natura di partito proletario, come lo era un tempo. Il lavoro, il lavoro: è il punto debole di quasi tutte le famiglie il giovane che cerca lavoro, per accalappiare voti nelle elezioni comunali. Favorire i grandi supermercati, punendo i piccoli commercianti , non è tradire lo spirito proletario? Il mio vuol essere un punto di vista puramente ideologico, poi se il supermercato, piace, non piace, è frequentato o no, le questioni tecniche sono altri discorsi. Possono vincere come possono perdere, Cori non è più una loro esclusiva proprietà: stanno acquisendo nuovamente le vecchie mentalità, basta vedere ad ogni elezione, anche il più insignificante referendum, che belle ramificazioni mettono su: dalle solite pattuglie a tutto il resto. La gente non ha più timore di schierarsi con fierezza dall'altra parte e di andare contro di essi.

4 commenti:

  1. #1 19 Dicembre 2011 - 11:37

    Ma quello li a sinistra in seconda fila , non sarà mica. ma no dai in mezzo a sta gente, non non puo essere lui....... E invece si è lui E' Formigoni il grande alleato di sempre,che tiene l'igenista dentale di tutto il PDL in consiglio. Quant'è piccolo il mondo compagno Lu
    A proposito Buon Natale
    utente anonimo

    RispondiElimina
  2. #2 19 Dicembre 2011 - 11:47

    Ma chi sei, il sindaco di Ibiza?
    cito:
    Ma quando mai la Polverini alla regione Lazio e' stata del PD come a Cori....Ma 6 fuori!!!!
    utente anonimo

    RispondiElimina
  3. #3 19 Dicembre 2011 - 11:49

    Ma chi sei, il sindaco di Ibiza?
    cito:Per lunga parte di questa consiliatura non si è approfittato del fatto che il comune e la regione avevano lo stesso colore politico: avrebbero potuto richiedere dei finanziamenti.
    Ma quando mai la Polverini alla regione Lazio e' stata del PD come a Cori....Ma 6 fuori!!!!
    utente anonimo

    RispondiElimina
  4. #4 20 Dicembre 2011 - 18:11

    Quando scadrà il mandato dell'amministrazione comunale La Polverini saranno 2 anni che ci sarà, gli altri 3 anni se li è fatti con Marrazzo (sinistra). Quello che sta fuori 6 tu.
    utente anonimo

    RispondiElimina