bandiera

bandiera

sabato 24 dicembre 2011

115) BUONE FESTE, SENZA MANGIAR TROPPO



CANTO M.S.I.

Buon Natale Camerata 




Le statistiche dicono che ogni anno nel mondo le vittime dell’abbondanza sono di più di quelle della miseria: vale a dire che muoiono più persone per il troppo mangiare, rispetto ai malfamati. Certo è massacrante e allo stesso tempo angosciante, stare nelle occasioni particolari di festa a mangiare per ore. Noi italiani all’estero abbiamo la fama di gran magioni ma di gran beoni no. Una volta ho domandato ad un mio cugino, che dalla parte della madre ha molti cugini inglesi, che cosa pensano dell’Italia (e degli italiani) gli inglesi, mi ha risposto: a parte il solito discorso dei miliardari con le Ferrari che non pagano le tasse, che ci irridono perché mangiamo abbondantemente soltanto e non beviamo (lo credono loro!), mi ha inoltre portato l’esempio di alcuni suoi cugini, che io conosco, i quali durante le occasioni speciali vanno sul pesante con i superalcolici.


Non hanno tutti i torti: che senso ha, per chi non è astemio, abbuffarsi col mangiare e non bere neanche una goccia di vino o di altri alcolici? Bevendo di più, senza esagerare e divenire ubriaconi o alcolizzati, all’estero avranno una nostra immagine di gente un po’ più tostarella e non ci sfotteranno più. Ogni tanto, in occasioni delle ricorrenze religiose, dei pranzi dei matrimoni, delle comunioni e delle cresime, questi piaceri sono concessi, alla lunga se esagerassimo col mangiare e col bere ci rovineremmo. Come dice il proverbio: “un bicchiere di vino fa buon sangue” ed è vero, ma non troppi. Mi torna alla mente un divertente siparietto tra Terence Hill e Bud Spencer, in uno dei molti film in cui hanno recitato assieme. I due si domandano tra loro se reggono l'alcol, Terenze dichiara di averlo nel sangue, anzi nel sengue, mentre Bud risponde: "mah, i primi due galloni (un gallone equivale a circa quattro litri) li reggo bene, è al terzo che divento nostalgico e potrebbe scapparci la rissa!"




C’è chi si lamenta che il sabato sera le forze dell’ordine, anziché appostarsi vicino alle discoteche e fermare i veri ubriachi e drogati, si mettono vicino ai ristoranti, bloccando persone di una certa età, colpevoli soltanto di aver bevuto un paio di bicchieri di vino in più durante i pasti, ma ancora lucidissime, non costituendo nessun pericolo al volante. In ogni modo, normalmente durante l’anno, cerchiamo di non mangiare troppo e pratichiamo le attività fisiche.

È importante combattere le cattive abitudini alimentari sin dall’infanzia, per cui l’attività fisica andrebbe rafforzata nelle scuole e potrebbe allo stesso tempo essere introdotta l’educazione paramilitare. L’età che avanza è un altro problema per il sovrappeso, o può avvenire tutto l’opposto, si diviene scheletrici: dipende dai problemi di salute o dagli acciacchi dell’età. In un periodo di magra economica è importante limitare i consumi allo stretto necessario, tornando ad una sana autarchia, così da non consegnarci agli speculatori finanziari internazionali che mi hanno reso orfano, ci hanno reso orfani, del nostro governo nazionale legittimo.

sabato 17 dicembre 2011

114) LOTTE PROLETARIE ADDIO


Napolitano e Pisapia lotte comuniste addio, meglio il palco reale


Il capo dello Stato e il sindaco di Milano sembrano lontani anni luce dal loro passato di battaglie per il proletariato


di Alessandro Gnocchi -
Che cattivo Robert Carsen, regista del Don Giovanni all’esordio l’altroieri alla Scala di Milano. Nel finale, il fantasma del Commendatore, ucciso dal protagonista all’inizio dell’opera, è riapparso a sorpresa nel palco reale, alle spalle di Giorgio Napolitano, Mario Monti e Giuliano Pisapia.
Una vera mazzata nei confronti del potere politico, sfuggita a molti ma non ad Armando Torno sul Corriere della sera. L’editorialista cita le note di regia del libretto originale (Praga, 1787). Secondo le indicazioni, la scena si deve svolgere in un «loco chiuso in forma di sepolcreto». Tradotto: in un cimitero.
Qualcuno ha visto in tutto ciò una metafora del futuro corso politico. Quello in cui i comunisti risorgono e, dopo una vita passata a lottare contro il capitalismo, stringono all’occorrenza una alleanza con i tecnocrati dell’alta finanza internazionale. Forse è una esagerazione. In fondo le batoste elettorali, per Bersani e soci, potrebbero non essere finite. Che impressione, però, quelle foto in cui la sinistra istituzionale (il presidente della Repubblica Napolitano) sta accanto a quella extraparlamentare (il sindaco di Milano Pisapia). E tutte e due stringono la mano al professore ex consulente della banca d’affari Goldman Sachs (il presidente del Consiglio Monti). Lontanissimi, per fortuna, i tempi in cui Napolitano, a lungo responsabile della commissione culturale del Pci, spiegava sulle colonne dell’Unità e di Rinascita il motivo per cui la cacciata del dissidente Aleksandr Solgenitsyn dall’Unione Sovietica fosse la «soluzione migliore». In realtà il Premio Nobel per la letteratura aveva le sue colpe: diamine, non poteva starsene quieto, invece di scrivere Arcipelago Gulag? È innegabile, argomentava Napolitano, «la natura di grave misura restrittiva dei diritti individuali; ma solo commentatori faziosi e sciocchi possono prescindere dal punto di rottura cui Solgenitsyn aveva portato la situazione». Gli stessi «commentatori faziosi e sciocchi» che dimenticavano come «il capitalismo e l’imperialismo tendano a ridurre l’uomo a semplice congegno di una macchina disumana e a manipolarne la coscienza». Era il 1974, un’altra epoca. Ancora più lontano, quasi preistorico, il 1956, anno in cui Napolitano giustificava i carri armati dell’Armata Rossa per le strade di Budapest. Secondo lui, gli insorti ungheresi erano controrivoluzionari asserviti all’imperialismo, mentre i soldati di Mosca diffondevano «la pace nel mondo». (Il presidente però su quella repressione cambierà idea, facendo autocritica, nella sua autobiografia, a circa mezzo secolo di distanza dagli eventi). E Pisapia, il sindaco arcobaleno? In passato i militanti di Democrazia proletaria, movimento a cui lo stimato avvocato era vicino, alla Prima della Scala ci andavano soltanto a tirare i pomodori alle borghesi impellicciate. Ieri, al termine di un percorso che lo ha portato a governare Milano con l’aiuto dei vendoliani, al Piermarini è entrato in smoking. Dal Soccorso al Tappeto rosso (di velluto).
Oggi l’Italia sembra aggrapparsi agli ex comunisti, al presidente della Repubblica soprattutto, a lungo applaudito dal pubblico milanese, perché mostrano attaccamento alle istituzioni italiane, dopo averle a lungo messe un gradino sotto a quelle sovietiche. Comunque sia, questi uomini hanno definitivamente detto addio al proletariato, anche se qualcuno di loro si balocca col socialismo. Solo a parole, per carità. La rivoluzione, alla fine, era proprio un pranzo di gala, anzi: una raffinata cena alla Scala.




CONSIDERAZIONI PERSONALI ISPIRATE ALL'ARTICOLO

Non è una novità che parli degli stravolgimenti politici. I comunisti di una volta si imborghesiscono salendo sul palco reale del teatro della Scala di Milano per la prima della stagione e il giornale di famiglia dell’odiato miliardario prende le difese del popolino. Il palco reale dei teatri erano riservati agli aristocratici di una volta, non andrebbero bene neanche per borghesi costruitisi da soli sul modello americano, anche se sono tra gli uomini più ricchi del mondo. Il capo morale del Partito Democratico, partito discendente diretto di quello Comunista, è tale De Benedetti, un altro miliardario: è un partito che attira molti ricchi rivali di Berlusconi. Il Popolo delle Libertà sembra fare gli interessi del popolo: non ha avuto coraggio di attuare misure impopolari, andando contro la propria natura, ed ha lasciato la patata bollente ad altri, per non essere usato come capro espiatorio per le vicende finanziarie internazionali, così da colare a picco alle elezioni. I dati sui risparmi degli italiani dimostrano che la frase sui ristoranti pieni non era così allucinante; la domenica nel nostro paese si notano. Però ci sono pure casi di povertà diffusa. Il Pd e i centristi sono stati ben lieti, felici di approvare l’aumento delle tasse operate da un governo tecnico, per dei provvedimenti più morbidi del precedente governo avrebbero elevato le barricate.

Il conservatorismo, il liberismo e l’interesse del popolo sono gli elementi che accomunano le diverse anime del Pdl: ricordiamo una netta parte viene dall’esperienza missina, quindi patriottica, nazionalista, un’altra parte dall’esperienza dei partititi che hanno dominato i primi decenni della Repubblica (Dc, Psi e anche Pci); qualche settimana fa c’è stato uno scontro Frattini/La Russa: il primo non vuole i fascisti nel partito, il secondo ha minacciato la scissione degli ex An per l’eccessiva subordinazione al Governo Monti. Sono fieri di appartenere al Partito Popolare Europeo (Ppe), io no di certo, come Magdi Cristiano Allam, che lo ha abbandonato per assumere posizioni più estreme, come dimostrano i suoi scritti ospitati da un giornale.
Tra gli elementi positivi del fascismo ci sono quelli del lancio delle basi per il futuro benessere degli italiani: tutte le più grandi aziende italiane sono nate a quei tempi. E' proprio durante il Fascismo che la classe media iniziava a conoscere il benessere: dalle vacanze, alle gite fuori porta, ai fine settimana alle terme o a sciare: il regime favoriva ciò con delle agevolazioni sui viaggi o sugli alberghi in modo da rendere a tutti accessibile qualcosa fino a lì nemmeno sognato. Venivano cancellate le divisioni sociali! Arrivarono sempre a quei tempi le 8 ore di lavoro, le ferie pagate, la liquidazione (poi TFR), le pensioni di vecchiaia. La sanità con gli ospedali che sorgevano ovunque, diventava gratuita per tutti. Il lavoratore italiano veniva guardato con estrema invidia dall'estero. E le innovazioni? I primi al mondo in tantissimi campi. La prima autostrada al mondo: la Torino-Milano. Nonostante ciò il deficit non esisteva: si aprivano scuole, ospedali, si costruivano incredibili opere di ingegneria tutto senza debito e in tempi record.
Ricordiamo anche le bonifiche delle paludi della Maremma e Pontine. La bonifica non ha dato un sacco di opportunità a tutti noi dei Monti Lepini? Senza avremmo dovuto accalcarci tutti a Roma e provincia, che è una zona già popolosissima per sé, per campare. Immagino le urla di Grillo, degli ambientalisti, dei soliti moralisti, se oggi si proponesse la bonifica delle paludi: “non è vero che arriverà lo sviluppo e l’occupazione, è solo la scusa per favorire i grandi costruttori, amici del potere, con le inutili cementificazioni!” Così non si riusciranno mai a realizzare altre grandi opere, che creerebbero ulteriore crescita: vedi l’alta velocità e il ponte sullo stretto di Messina. Vorrebbero tenerci in un cupo medioevo, a tal proposito il giornale “L’Unità” negli anni ’50 scriveva che le televisioni a colori non sarebbero servite a nulla e solo i ricchi se le sarebbero potute permettere.  

Guardiamo inoltre le differenze nel nostro paese di Cori tra questa amministrazione e la precedente: questa amministrazione non ha realizzato quasi nulla per rendere il paese più bello, più vivibile, più attrattivo per i forestieri che portano denaro, all’opposto della precedente. Voi direte che ognuno tira l’acqua al suo mulino, a fare i propri interessi, potrete avere anche ragione, ma l’area mercato, il centro storico e le altre opere non sono a disposizione di tutti i cittadini che vi abitano, sia di destra, che di sinistra? Per lunga parte di questa consiliatura non si è approfittato del fatto che il comune e la regione avevano lo stesso colore politico: avrebbero potuto richiedere dei finanziamenti. Hanno ottenuto solamente finanziamenti per dei lavori urgenti per gli smottamenti dovuti al maltempo. In questi anni per le opportunità di lavoro che si sono create avrebbero dovuto favorire le persone bisognose, indipendentemente dal pensiero politico: così dovrebbe essere la loro natura di partito proletario, come lo era un tempo. Il lavoro, il lavoro: è il punto debole di quasi tutte le famiglie il giovane che cerca lavoro, per accalappiare voti nelle elezioni comunali. Favorire i grandi supermercati, punendo i piccoli commercianti , non è tradire lo spirito proletario? Il mio vuol essere un punto di vista puramente ideologico, poi se il supermercato, piace, non piace, è frequentato o no, le questioni tecniche sono altri discorsi. Possono vincere come possono perdere, Cori non è più una loro esclusiva proprietà: stanno acquisendo nuovamente le vecchie mentalità, basta vedere ad ogni elezione, anche il più insignificante referendum, che belle ramificazioni mettono su: dalle solite pattuglie a tutto il resto. La gente non ha più timore di schierarsi con fierezza dall'altra parte e di andare contro di essi.

sabato 3 dicembre 2011

113) CHIUSURA DI SPLINDER


ATTENZIONE!
A partire dal 31 Gennaio 2012 il servizio Splinder verrà dismesso.
A breve verrà inviata una comunicazione con le indicazioni da seguire per recuperare tutti i contenuti dei blog ospitati. Sarà inoltre possibile attivare un redirect su un nuovo indirizzo web.




  • INTERVISTE DALLA RETE

 Banzai si offre di salvare Splinder
Andrea Santagata, che partecipò alla nascita della piattaforma, ne racconta la storia e propone una via d'uscita per gli utenti

Dopo che voci sulla sua imminente dismissione giravano in rete da qualche settimana, martedì la società Dada che gestisce la popolare piattaforma per blog Splinder ha annunciato che Splinder sarà chiuso il 31 gennaio prossimo, e i suoi servizi interrotti. Significa che decine di migliaia di blog – al 2008 risultavano 400 mila blogger su Splinder, anche se probabilmente diminuiti da allora – non esisteranno più tra due mesi, e moltissimi utenti stanno cercando di attrezzarsi per faticosi e complessi traslochi su altre piattaforme. Splinder fu creato nel 2001 da un gruppo italiano a cui partecipò Andrea Santagata, oggi responsabile di Banzai Media (il gruppo Banzai partecipa anche alla società che edita il Post, ndr), a cui abbiamo chiesto di raccontarcene la storia e spiegare cosa sia successo dopo.
Come nacque Splinder?
Eravamo un gruppo di amici al bar. Marco (Palombi) Francesco (Delfino) e Paolo (Werbrouck) di Tipic, avevano sviluppato un embrione di piattaforma di creazione blog su base Drupal. Fabio (Cabula) ed io seguivamo la sera per passione Bloggando, un sito che recensiva i blog italiani, allora ben 900 (fra cui quello di Luca Sofri, il peraltro direttore del Post). Una sera ci siamo incontrati insieme per un aperitivo ed è nata l’idea di Splinder: un sistema facile, in italiano, per creare e gestire il proprio blog. Marco si è inventato il nome e faceva girare il gruppetto, Fabio e io abbiamo progettato usability e funzionalità, Paolino ha scritto tutto il codice.
Come mai ebbe questo grande successo?
Perché fu la prima piattaforma disponibile in lingua italiana. Perché era estremamente facile da usare. Perché offriva funzionalità molto interessanti per allora come ad esempio i commenti … e soprattutto perché era iniziata in tutto il mondo l’era dei blog.
E in questi dieci anni cosa è successo?
Il successo di Splinder è stato immediato, decine di nuovi blog aperti ogni giorno di tutti i generi (c’era pure il blog di Platinette, per dire). Poi negli anni sono arrivate nuove piattaforme sempre più evolute, come WordPress, e Splinder ha perso un po’ di terreno, ma è comunque rimasta una delle più importanti piattaforme di blogging in Italia.
C’è mai stato un modello di business?
Forse questo è il problema delle piattaforme di creazione di blog. Tanti utenti attivi che fanno molto traffico ma è traffico “loro” che porta scarsi ricavi pubblicitari a chi offre il servizio e fare pagare il servizio non è realistico visto quante piattaforme gratis ci sono nel mondo.
Tu hai mai avuto un blog su Splinder?
Non ufficialmente (ok, per un paio di anni sì, ma non lo avevo detto a nessuno).
Come mai c’è stato un declino, negli ultimi anni?
Credo che sia molto difficile per una piattaforma italiana competere a lungo con piattaforme internazionali che godono di economie di scala molto diverse, ma soprattutto di comunità di utenti che contribuiscono alla loro evoluzione. Se pensiamo che già si fa fatica, come abbiamo detto, a far quadrare i conti, il gioco è fatto: a favore degli altri, purtroppo.
Come ti spieghi la decisione di Dada di chiudere Splinder?
Immagino abbia a che fare con questo: non riuscire non dico a farci soldi ma neanche a coprire tutti i costi, e forse a essersi resi conto che ormai la piattaforma era rimasta indietro. Però dispiace molto anche perché ci sono ancora moltissimi utenti attivi su Splinder: e poi rappresenta un brand importante nella storia del web italiano. Come Banzai, anche visto il legame affettivo, potremmo proporre a Dada di prendere noi in gestione il servizio per continuare ad erogarlo.
La chiusura di Splinder sta dentro un declino complessivo dei blog rispetto ai social network, secondo te?
No. Credo che il fenomeno dei social network stia anzi riqualificando l’uso dei blog. Prima di Facebook e Twitter, se volevo segnalare una notizia , o postare un video, potevo solo usare un blog. Adesso tutte questa informazione legata a segnalazioni, conversazioni o contenuti personali, si sta spostando sui social, lasciando ai blog il ruolo di approfondimento che era poi secondo me lo spirito originario con cui i blog erano nati.

 
Grazie Banzai, ma Splinder chiude

Claudio Corbetta, l'amministratore delegato di Dada, spiega che cosa succederà ai blog e perché ha rinunciato all'offerta di far gestire il servizio da altri


Martedì scorso Dada ha annunciato di voler chiudere la piattaforma per blog Splinder, confermando le voci circolate nelle ultime settimane sulla probabile interruzione del servizio. Il sistema andrà offline il 31 gennaio prossimo e molti blogger si dovranno attrezzare nelle prossime settimane per trasferire i loro blog e tutte le cose pubblicate in questi anni da qualche altra parte. Abbiamo chiesto all’amministratore delegato di Dada, Claudio Corbetta, di raccontarci le motivazioni che hanno spinto la società a decidere la chiusura e a rinunciare all’offerta di Banzai, che si era proposta di prendere in gestione Splinder per evitare che finisse offline.
Perché Dada ha deciso di chiudere Splinder?
Dada nell’ultimo anno ha rifocalizzato la propria attività per concentrarsi esclusivamente su due business: Domini&Hosting e Performance Advertising. Si inquadrano in questa strategia la vendita di Blogo a Populis a inizio anno e la cessione di Dada.net a Buongiorno a fine maggio.

Che fine faranno le migliaia di blog ospitati sulla piattaforma?
Al momento gli iscritti realmente attivi su Splinder sono qualche migliaio. Le centinaia di migliaia di utenti di cui si è sentito parlare sono purtroppo inattivi da tempo. Dal 31 gennaio 2012 permetteremo a chi lo vuole di re-indirizzare il sottodominio del proprio blog ad un nuovo dominio scelto dall’utente.
I loro contenuti dopo il 31 gennaio saranno cancellati?
I contenuti saranno messi a disposizione dell’utente stesso in un file XML in modo che possa essere importato su una delle molteplici piattaforme gratuite o a pagamento presenti in Rete.
Dopo dieci anni di esistenza non era praticabile mantenere gli attuali blog, chiudendo le nuove iscrizioni?
Mantenere attiva la piattaforma richiede risorse e tempo e in questo momento in Dada dobbiamo concentrarci sulle nostre attività chiave. Inoltre gestire Splinder comporta anche essere responsabili nei confronti dell’esterno; negli ultimi tempi nonostante la diminuzione del numero di utenti abbiamo riscontrato un aumento delle denunce e interventi delle Forze dell’Ordine per segnalarci contenuti non appropriati od offensivi.
Alcuni iscritti lamentano di non aver ricevuto informazioni puntuali, avete solo messo un avviso sul sito di Splinder?
Purtroppo le voci si sono diffuse prima di una nostra comunicazione puntuale che sta per partire in questi giorni. In sostanza spiegherà nei dettagli quanto dicevo prima e darà tutte le indicazioni utili a chi vorrà trasferire il proprio blog.
Qual era il modello di business che pensavate potesse tenere in piedi Splinder?
Splinder avrebbe dovuto fungere da motore dell’iniziativa di Social Networking di Dada, ma purtroppo il progetto non si è mai concretizzato secondo le attese.
Splinder continuerà a esistere facendo altro o sparirà anche il marchio?
Al momento non abbiamo altri progetti in cantiere, ma non escludo che in futuro ci possa essere un diverso utilizzo del dominio legato ad altre iniziative.
Banzai si è offerta di prendere in gestione Splinder pur di evitarne la chiusura, che ve ne pare?
Ringraziamo gli amici di Banzai per l’offerta pubblica! Abbiamo in effetti sondato in passato la possibilità di cedere la piattaforma ma non abbiamo riscontrato l’interesse sperato né ottenuto offerte concrete. Visto lo stato attuale della piattaforma e i numeri di Splinder a oggi, dopo un’attenta riflessione, abbiamo valutato che le complicazioni tecniche e legali di una migrazione siano superiori a una chiusura controllata e gestita. Per questo motivo, pur con dispiacere, crediamo che gli utenti potranno continuare ad esprimersi in Rete su altre piattaforme, conservando quanto scritto fino a ora.


 
  • COMMENTI PERSONALI

Da qualche tempo circolava la voce della chiusura della piattaforma Splinder: infatti da alcuni mesi non era più possibile iscriversi al servizio per creare nuovi blog. È un annuncio che ha destato scalpore, incredulità, rabbia per i molti utenti, alcuni pagavano, avendo sottoscritto un abbonamento per migliorare la veste grafica e per avere più spazio a disposizione per le fotografie e per i filmati. Delle persone con i blog ci lavorano, ora si ritrovano migliaia di post e un numero ancor più consistente di commenti da esportare in altre piattaforme: le operazioni sono già iniziate e ciò ha comportato un rallentamento di Splinder. Questo canale per creare i blog versava in stato di abbandono da circa un paio d’anni: la redazione non era più attiva come un tempo, ultimamente la sede fiorentina era stata chiusa; così gli utenti, nei blog della redazione per segnalare anomalie e disservizi, hanno potuto sfogare la propria rabbia e frustrazione per questo annuncio, insultandosi pesantemente tra loro e bestemmiando, senza che i moderatori censurassero il tutto. Oltre a ciò c’è chi fornisce in modo dettagliato soluzioni per migrare su altri siti, salvando il lavoro di anni. Il metodo che fornisce Splinder per esportare non funziona, non so se funzionerà successivamente, io non sono molto esperto di programmazione, come lo sono altri che riescono con facilità a trasportare il tutto. Iobloggo è una piattaforma creata da ex splinderiani, dove c’è un apposito metodo per importare i blog da Splinder: già l’ho sperimentato, ma i risultati non sono stati soddisfacenti: il Tutto... è quasi perfetto, tranne marzo 2010, l’altro blog dei mondiali di calcio è un disastro (avevo pensato di lasciarlo perdere, ma sarebbe un peccato: avrei buttato l'anno nel quale lo realizzai). Vorrei affidarmi a siti più efficienti e sicuri, come ad esempio Blogger o Wordpress: sarà più complicato il metodo per trasferire tutto, non è escluso che debba farlo manualmente, però non è facile come Splinder e Iobloggo gestire ed elaborare. Un neo saranno certamente le visite che ripartiranno da zero, a meno che non si voglia iscriversi ad uno dei siti dove si personalizzano il numero dei visitatori per il proprio spazio internet.
Sulla scia del Blog di Cori, che è stato l’apripista, nel nostro paese molti si sono iscritti a Splinder e sono nati blog politici e personali. Sono grato a questo canale telematico di avermi consentito di avere un mio spazio dove guardare il mondo che mi circonda secondo il mio punto di vista, non avendo la possibilità di poterlo fare sui giornali: mi ha consentito di difendermi, maturare, crescere di post in post (guardate le insicurezze, le paure, il rifugio nel passato dell’inizio e la sicurezza, la combattività, la determinazione di oggi), ho ottenuto il rispetto, seppur attraverso antipatia e ostilità verso la mia persona, ma è sempre meglio delle irrisioni di coloro che apparentemente giudicano senza conoscere. A uno viene il vago sospetto, essendo troppo malizioso, che è letto da chi non dovrebbe, ma se così fosse le persone che leggono si canterebbero e si suonerebbero da sole perché io qui non ho mai invitato nessuno di loro. Non bisogna essere invidiosi degli altri e non certo di me che non ho raggiunto nessun traguardo importante nella mia vita, che allo stesso tempo me ne frego di coloro che stanno meglio: possono tenersi tutto, non voglio niente, l’importante è stare bene, condurre una vita dignitosa, concedersi degli sfizi ogni tanto e avere delle idee per cui combattere. Ho parlato di argomenti di pubblico dominio, non mi sono mai impicciato delle vite personali delle persone: primo perché non sono affari miei, secondo "come fai a giudicare le vite degli altri, se non sai un cazzo delle vite degli altri e dai retta a dei pettegolezzi?" “Nessuno può giudicare. Ciascuno conosce la grandezza della propria sofferenza o la dimensione della totale mancanza di significato della propria vita. Paulo CoelhoÈ una bellissima frase, di commenti me ne lasciavano altrettanto belli i pochi utenti Splinder incontrati in questa avventura, che successivamente non sono venuti più perché venuti a mancare e perché il blog non piaceva loro più. È meglio avere pochi commenti ma belli, piuttosto che molti stupidi. Credo che questa mia avventura continuerà ancora per qualche tempo da un’altra parte, con un po’ di rammarico perché stava andando a gonfie vele: spero che chi mi segue continuerà a farlo. Entro fine gennaio comunicherò il nuovo e definitivo indirizzo del mio blog, per ora resto ancora qui. Sono troppo preciso e metodico, vorrei raggiungere tre anni esatti sullo stesso posto: il blog nacque il 3 febbraio 2009 e il 31 gennaio 2012 mancherà pochissimo al 3° compleanno, peccato non poterlo raggiungere su Splinder.