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lunedì 15 ottobre 2012

156) ALLEANZE POLITICHE IN ALTO MARE


Dalle regioni alle elezioni politiche
Che rabbia la caduta del governo della Regione Lazio! Era da qualche anno che non mi infuriavo così! L’estate scorsa ero preoccupato per la Regione Lombardia che traballava, consolandomi con la mia regione che pensavo fosse ben salda. Fiorito è diventato il mostro, sbattuto in prima pagina, di un sistema malato e sbagliato nel complesso, che paga per tutti. Il peccato originale è il finanziamento regionale ai partiti: poco cambia se uno spende in cene elettorali o intasca, pur condannando entrambe le azioni. Nelle regioni governate dalla sinistra, in cui sono rinviati a giudizio o sono indagati presidenti e consiglieri, si parla poco o non se ne parla affatto.


C'è chi ironizza sulla "pulizia" fatta

Prima dello scandalo nel Lazio il Pdl era in netto recupero nei sondaggi, attestandosi al 22%, dopodiché è sceso al 18%: che capolavoro! Proprio un bel biglietto da visita presentarsi alle elezioni politiche con due regioni importanti perse rovinosamente! Il ministro Cancellieri ha tutta questa fretta di far votare la Regione Lazio: allora per il parlamento è un anno che attendiamo! Forse rinasceranno FI e An, unite in una federazione, o si cambierà nome al Pdl, per consentire una risalita nelle percentuali. Un paio di mesi fa si era parlato di un possibile ritorno di Berlusconi per salvare il partito, gli scandali regionali degli ultimi tempi gli hanno fatto cambiare idea e addirittura è pronto a gettarsi ai piedi di Monti, Casini e Fini. Anche gli altri dirigenti Pdl, particolarmente i forzisti,  sono propensi a questa (per ora) ipotesi, la gente comune, i militanti, non sembrano pensarla allo stesso modo: dalla rete è partita la rivolta per dire no all’alleanza con gli ex alleati, poi pugnalatori.


L’esempio negativo delle comunali coresi 2012
Sembra ripetersi ciò che è avvenuto a Cori nelle ultime elezioni comunali, in scala molto, ma molto ridotta: l’Udc vorrebbe allearsi con la sinistra, che a sua volta risponde picche, così, dopo cinque anni di burrascosi temporali, torna a destra accolto a braccia aperte, nonostante i “mai più” e dettando in posizione di supremazia le condizioni per un’alleanza. Nel nostro caso odierno Casini da mesi fa una corte sfrenata a Bersani, quest’ultimo lo rifiuta, preferendo non tradire Vendola, e Berlusconi è pronto a svendersi accettando Mario Monti: il candidato ideale di Casini alla Presidenza del Consiglio. Con le ritrovate ammucchiate si pensa di far bene, si pensa di giocarsi le partite, non disperdendo i voti, vincendo o al massimo perdendo di misura. Non si fanno i conti con il popolo che non ha la memoria corta e non dimentica. Proprio come a Cori, la stessa alleanza per le politiche potrebbe rivelarsi un flop. Se Berlusconi deciderà di scendere per l’ennesima volta direttamente i campo, si alleerà con dei piccoli partiti: Storace a destra e Pionati al centro; il rapporto con la Lega Nord dipenderà da come finirà la vicenda Lombardia. È il nome carismatico di chi ha governato che trascina e fa la differenza, specie se già ha ricoperto il ruolo di comando, malvisto agli occhi degli ex alleati sfascisti. Il Berlusconi corese (Bianchi) si è fatto da parte, optando per una candidatura a sindaco esterna, per riunire tutti i vecchi partiti dell’alleanza che lo sostenevano, pensando di far bene, se avesse immaginato; nessuno poteva: adesso che si sanno come sono andate le cose è facile fare questi ragionamenti. L’arma vincente della sinistra locale è stata, non tanto il buon lavoro svolto, bensì l’inaffidabilità dell’alternativa di governo agli occhi dell’opinione pubblica, la quale ha preferito, in momenti difficili, riconfermare una componente politica stabile, piuttosto che prendere in considerazione il forte rischio di tornare alle urne nel giro di un paio d’anni.  È pur vero che Cori ha sempre avuto una grande tradizione di sinistra, mentre l’Italia intera è molto variopinta, quindi questo ragionamento potrebbe anche essere inappropriato: il succo del discorso è che non è detto che le vecchie ammucchiate ritrovate si rivelino vincenti. Così come per Berlusconi che torna in campo: non mi sorprenderebbe sia se fallisse clamorosamente, perché il paese che l’ha abbracciato per tre volte non c’è più, sia se ottenesse un ottimo – buon risultato, perché ci ha sempre abituato ad imprevisti colpi di scena.

La sinistra tra primarie e programmi

Per ora la coalizione Pd e Sel sembra favorita per le prossime elezioni (senza dimenticare che il partito degli indecisi è il primo partito), però secondo gli ultimi dati non potrà avere una maggioranza solida senza l’Idv e inoltre c’è l’incognita “Movimento 5 Stelle”  che potrà portare via voti. Il Pd si dice tanto partito innovatore, intanto boicotta il giovane Matteo Renzi, volto nuovo della politica, preferendo non abbandonare i vecchi politicanti di mestiere. Vorrebbero, tra l'indifferenza dei cattolici Pd, stravolgere la natura, i valori, la famiglia: sono sicuri che ci riusciranno? Siamo in Italia, non in altri paesi europei, per cui la voce del Vaticano, della Chiesa, nonostante tutto, è ancora molto potente: sebbene i fedeli diminuiscano l’influenza ecclesiale è più forte rispetto ai tempi dell’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto. A questo punto Forza Matteo Renzi, rottamali tutti! Se deterranno le redini del paese (mi auguro di no) si abbatteranno su di loro tutte le ripercussioni negative della crisi economica internazionale, credo che non dureranno molto e avranno i loro sindacati che cercheranno di boicottare i provvedimenti di ripresa. Per cui potrebbero avere pure loro contro gli speculatori internazionali, i poteri forti europei e mondiali, che minacceranno di mandare fallita l’Italia, così come fecero lo scorso anno nel caso che Berlusconi non se ne fosse andato dal governo.

Bisogna ripartire
Il momento non è felice per le destre, oggi non si trova più un berlusconiano in giro, negli anni 2008 – 2009, allorquando quel vento travolgeva tutto, erano tutti pronti a diventarvi, persino Veltroni. Non è bello andare come va il vento. Ci hanno tolto anche il “Qui Radio Londra” di Giuliano Ferrara, uno che sa il fatto suo e che sa azzittire Scalfari nei dibattiti televisivi. Bisogna ripartire, un primo segnale potrebbe esserci già con le elezioni regionali in Sicilia. Sosteniamo Nello Musumeci, volto pulito per una politica nuova, espressione del partito La Destra”, appoggiato anche dal Popolo delle Libertà. Speriamo bene!

2 commenti:

  1. Se tutte le Regioni fossero come la Lombardia...Scheda riassuntiva dei risultati ottenuti dal Buongoverno della Lombardia La politica a volte fa bene e la Lombardia è un esempio di buon governo: offrire i migliori servizi con i costi più bassi. Alcuni dati per riflettere su come è stata finora governata la Lombardia:

    La Lombardia costa meno di tutte le altre regioni: 21 euro per cittadino, la media nazionale è di 109 euro, cinque volte di più.
    Tra il 1995 e il 2010 il personale della Regione Lombardia è sceso da 4.000 a 3.000 dipendenti.
    In Sicilia i dipendenti sono più di 20.000 e ricevono una retribuzione doppia rispetto ai dipendenti lombardi.
    In Lombardia nel 2010 i dirigenti erano 223, in Sicilia sono più di 2.000, quasi quanto i dipendenti dell’ente Regione Lombardia!

    In Lombardia ci sono solo 34 dipendenti ogni 100.000 abitanti: il Piemonte ne ha 70, la Toscana 74, l’Umbria 159.

    La costruzione della nuova sede regionale porta un risparmio di 6 milioni di euro l’anno: il mutuo costa 21 milioni a fronte di 27 milioni di affitti risparmiati.
    Società partecipate: la Lombardia ne ha 69, l’ Emilia Romagna ben 193, il comune di Torino 623.
    La Regione Lombardia ha quasi azzerato gli incarichi di consulenza, tagliato del 30% le auto di servizio, ridotto nel 2011 di 588.000 euro le spese di funzionamento dei gruppi consiliari.

    Tra i primi 10 istituti di ricerca sanitaria europei, sei sono lombardi, mentre i centri oncologici lombardi sono eccellenze internazionali.

    Negli ultimi 10 anni, 4,5 miliardi di euro per costruire 8 nuovi ospedali e avviare 600 interventi di edilizia sanitaria.
    Sono esenti dal ticket sanitario 5 milioni di lombardi, metà della popolazione. In Lombardia si controllano il 10% delle cartelle cliniche, nelle altre Regioni non si arriva al 2%.

    Grandi infrastrutture stradali e ferroviarie: Brebemi, Pedemontana e Tangenziale esterna milanese. 2 nuove stazioni di metropolitana sulla linea M2 e 4 sulla linea M3.

    Potenziamento del passante ferroviario. Avanzamento dei lavori della Saronno - Seregno, avvio lavori dell’Alta velocità e quadruplicamento della Rho – Parabiago.
    105 nuovi treni e 100 locomotive per un investimento di 1,2 miliardi di euro.
    4,5 milioni investiti per la mobilità ciclistica, 40 nuovi punti di car sharing entro il 2013, 10 milioni di euro per la navigazione e la messa in sicurezza delle sponde dei laghi.


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  2. La Lombardia ha investito 900 milioni per migliorare la qualità dell’aria. Ridotti, in cinque anni, del 50% biossido di zolfo e monossido di carbonio, 40% in meno gli ossidi di azoto, abbattuto il pm10.

    La Lombardia è la prima regione italiana per numero di installazioni di impianti fotovoltaici. La raccolta differenziata è prossima al 50% e la gestione dei rifiuti è ai primi posti in Europa.

    La Lombardia è al primo posto in Europa per i servizi alla infanzia. Dal 2005 al 2011 i posti per asili nido, micro nidi e nidi famiglia sono passati da 30.000 a 52.248. Solo nel 2010 sono stati erogati 18 milioni per 77 nuovi progetti.
    La Regione Lombardia investe quasi 250 milioni di euro l’anno per dare contributi ai 340 mila giovani che frequentano le scuole statali e paritarie.
    La Regione Lombardia sta aiutando 2.400 mamme che hanno deciso di non interrompere la gravidanza (13 milioni di euro l’anno).

    Bilancio 2011: 20 milioni di euro per dare cibo agli indigenti, finanziando 600 organizzazioni che aiutano i bisognosi, 70 milioni di euro l’anno per anziani e disabili, 500 euro mensili ai malati di SLA. 10 milioni per le politiche di conciliazione famiglia-lavoro, 2,7 milioni per le attività sociali negli oratori,

    Un miliardo di euro per sostenere le imprese in crisi, per favorire la ricerca, la competitività, il commercio, il turismo e l’agricoltura.
    Interventi anti crisi: 500 milioni per fornire liquidità alle PMI, 103 milioni dote lavoro, 137 milioni per inoccupati e disoccupati, 30 milioni per l’imprenditoria giovanile, 11 milioni per l’innovazione e le reti.
    Il sistema agroalimentare lombardo è il più importante d’Italia. La nuova legge sulla agricoltura, ha introdotto l’anagrafe digitale delle imprese agricole, creando una rete di assistenza a sostegno di un comparto strategico di eccellenza.

    La Lombardia ha un forte sistema di controlli: il comitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali, il comitato per la legalità e la trasparenza su appalti e sicurezza nei cantieri, il tavolo della giustizia promosso dal Tribunale di Milano.

    Risultato finale:

    La Lombardia da sola produce più di tutte le altre Regioni italiane ed ha un PIL superiore a quello di Austria, Grecia, Danimarca, Portogallo e Irlanda.

    Il PIL pro capite è superiore a Francia, Germania e Regno Unito; è prima in Italia per esportazioni e supera anche Irlanda e Danimarca.

    La Lombardia ha un tasso di disoccupazione del 7,42% ed è seconda solo ai Paesi Bassi. La disoccupazione giovanile è inferiore a quella di Francia e U.K.

    Se le altre Regioni fossero amministrate come la Lombardia, il governo nazionale non avrebbe bisogno di strozzare con le imposte i cittadini, non avremmo il terrore dello spread, non sarebbe stato necessario il taglio delle pensioni, l’aumento dell’IVA e della benzina e non sarebbe stato nemmeno necessario reintrodurre l’ICI - ora IMU - sulla prima casa.


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