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sabato 16 marzo 2013

179) PAPA FRANCESCO

Annuntio vobis gaudium magnum;
habemus Papam:
Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,
Dominum Georgium Marium
Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglio
qui sibi nomen imposuit Franciscum



  • DISCORSO INIZIALE DEL PAPA FRANCESCO
Fratelli e sorelle, buonasera!
Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca.
[Recita del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria al Padre]
E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!
E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.
Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
[Benedizione]
Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo!


  • BIOGRAFIA
Il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, S.I., Arcivescovo di Buenos Aires (Argentina), Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di Ordinario del proprio rito, è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico, ma poi ha scelto il sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. L’11 marzo 1958 è passato al noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo «San José» di San Miguel.
Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires.
Dal 1967 al 1970 ha studiato teologia presso la Facoltà di Teologia del collegio massimo «San José», di San Miguel, dove ha conseguito la laurea. Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote. Nel 1970-71 ha compiuto il terzo probandato ad Alcalá de Henares (Spagna) e il 22 aprile 1973 ha fatto la sua professione perpetua.
È stato maestro di novizi a Villa Barilari, San Miguel (1972-1973), professore presso la Facoltà di Teologia, Consultore della Provincia e Rettore del collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è stato eletto Provinciale dell’Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni.
Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San José, nella Diocesi di San Miguel. Nel marzo 1986 si è recato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale; quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia nella città di Cordoba come direttore spirituale e confessore.
Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l’ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Luján, Monsignor Emilio Ogñénovich.
Il 3 giugno 1997 è stato nominato Arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino.
È autore dei libri: «Meditaciones para religiosos» del 1982, «Reflexiones sobre la vida apostólica» del 1986 e «Reflexiones de esperanza» del 1992.
È Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina che non possono contare su un Ordinario del loro rito. Gran Cancelliere dell’Università Cattolica Argentina.
Relatore Generale aggiunto alla 10ª Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001).
Dal novembre 2005 al novembre 2011 è stato Presidente della Conferenza Episcopale Argentina.
Dal B. Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Roberto Bellarmino.
Era Membro:
•delle Congregazioni: per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; per il Clero; per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica;



  • LE MIE CONSIDERAZIONI PERSONALI
Ancora una volta la tradizione è stata rispettata: al Soglio Pontificio viene eletto quasi sempre un cardinale non considerato alla vigilia. Le uniche eccezioni nei tempi contemporanei ci sono state per i Papi Pio XII e Benedetto XVI: in conclave entrarono da papi e non uscirono cardinali, come di solito accade. Prima di questo conclave 2013 si pronosticava l’elezione di un papa italiano (il Cardinal Scola era molto quotato) o al massimo europeo, scartando le altre ipotesi africane, asiatiche e americane; quelle supposizioni sono state azzeccate per metà ed è stata trovata una via di mezzo che accontentasse tutti: è stato infatti eletto un papa argentino, quindi latinoamericano, ma di chiara origine italiana. Per la prima volta è stato eletto un pontefice del continente americano e dopo 1.300 un non europeo; un’altra importante novità c’è stata con l’elezione di un Santo Padre gesuita: un ordine religioso fuori dal comune e non molto simpatico nel corso della storia. La Chiesa universale ormai elegge i suoi capi da ogni dove, il Soglio Pietrino non è più appannaggio esclusivo dell’Italia  e più raramente delle nazioni limitrofe. Nei tempi del papa re i pontefici erano spessissimo originari di Roma o dello Stato Pontificio e di casata nobile, dopo l’Unità d’Italia molti provenivano dal nord del nostro paese, in particolare dalla Lombardia, e dal 1978 è la prassi che essi arrivino da ogni parte d’Europa e del globo. L’America Latina è il continente con il più alto numero di cattolici al mondo, la nuova culla del cattolicesimo finalmente può avere un suo rappresentante, quale guida spirituale suprema. Il compito del Papa Francesco sarà duplice: evangelizzare l’Europa e il suo continente, perché anche lì si intravedono le prime avvisaglie di scristianizzazione, ma non al livello europeo, ed inoltre sono molto radicati gli ideali socialisti. Il Cardinale Bergoglio in passato ebbe dei contrasti con le autorità argentine per le loro politiche, per cui esse non hanno mostrato molto entusiasmo per “il loro” Papa, a differenza di vasti strati del popolo. Giovanni Paolo II contribuì non poco a redimere la propria terra; questo Papa vi assomiglia molto: sia nel carattere, sia nei modi semplici e potrebbe ottenere i medesimi risultati. Non è facile dirlo ora e prevedere il domani, basti citare l’esempio di Benedetto XVI: all’inizio tutti lo temevano, era visto come un duro, col passare degli anni però si è dimostrato docile, tenero. Gli oppositori atei della cristianità devono trovare sempre da ridire, da mettere in luce le ombre in ogni pontefice nel momento in cui inizia il suo cammino, specie se essi non transigono sull’etica e sullo sconvolgimento della famiglia tradizionale e “normale”: di questo Papa hanno detto che avrebbe avuto dei rapporti con la giunta militare argentina al potere negli anni ’70. Un aspetto controverso secondo me c’è dal punto di vista storico: il Cattolicesimo nelle Americhe si è diffuso in modo violento, con la forza, dopo lo sterminio di popoli inermi ed ora che un rappresentante di quel continente guida la Chiesa Cattolica, potrebbe riaffiorare nella figura del capo della Chiesa, l’espressione di un sopruso, anche se Egli non ha colpe per quello che accadde secoli fa. La sua politica sarà infatti quella di ricondurre la Chiesa alla povertà e all’umiltà delle origini: allorquando il cristianesimo si diffuse nel Mediterraneo con il sangue e il martirio dei propri fedeli. La scelta innovativa del nome Francesco (in omaggio a San Francesco d’Assisi) è a conferma di quell’aspetto. Personalmente ancora sono rattristato per l’abbandono del vecchio Papa, però accetto il nuovo Padre Santo Francesco, augurandogli un buon lavoro, sperando che riesca a raggiungere tutti i suoi propositi e auspicando che col passare del tempo si faccia amare ed apprezzare dai suoi fedeli.

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