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domenica 16 febbraio 2014

216) BLOG SI, BLOG NO

I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI NEL PORTARE AVANTI IL BLOG NEI DIVERSI PERIODI (DI DISOCCUPAZIONE E DI LAVORO), TRA LE SOLITE CRITICHE E I CONSUETI MALUMORI.



Per alcuni alla lunga potrebbe cominciare ad essere pesante portare avanti un blog, mentre altri continuano a scrivere a tutto spiano come se nulla fosse. Dipende dagli impegni familiari, lavorativi e sportivi che uno ha: chi ci tiene riesce ad organizzarsi ed a trovare dei ritagli nel corso delle giornate che sono maggiori nei giorni di riposo e va avanti per lungo tempo, c’è poi chi alza bandiera bianca quando iniziano a sopraggiungere molti impegni primari, a differenza del tempo libero di cui disponeva quando aveva iniziato ad occuparsi di un blog su internet.

Quando un individuo ha poco o nulla da fare la mente è più libera e più riposata per pensare, come direbbero le molte malelingue e in un certo senso hanno pure ragione: soltanto a loro cosa importa e cosa cambia se uno si occupa di argomenti di pubblico dominio o impiega il tempo in altri modi? Allora cosa dire di tutti gli altri che si espongono pubblicamente? Se la mettono su quel piano anche per un anziano pensionato o per un giovane disoccupato lo sparlare degli altri può essere considerato un sintomo del dolce far niente. Purtroppo io ho questo carattere: molte volte mi rode che ad alcuni rode di me e delle mie cose, quando invece dovrei essere superiore e fregarmene di tutto e di tutti. Spesso anziché rispondere alle critiche formulate si preferisce guardare ed attaccare sul piano personale: ciò avviene nell’oscurità negli ambiti minori, di paese, e in maniera colossale a livello nazionale. Chiunque sceglie di esporsi ne paga le conseguenze: così è stato per me che sono uscito dall’anonimato dapprima su un foglio locale e successivamente sulle reti informatiche; se fossi rimasto nell’ombra nessuno avrebbe mai badato a quello che avrei fatto, tranne la ristretta cerchia dei parenti e dei conoscenti, al massimo mi limiterei a condividere con essi dei piccoli pensieri sul pubblico e sul privato su Facebook o su Twitter.

Devo dire che il mio ritmo nel pubblicare è rimasto invariato sin dall’inizio: non è che nei periodi di disoccupazione abbia pubblicato di più rispetto ai periodi di lavoro. Esporre le proprie idee teoricamente non dovrebbe comportare ripercussioni in qualunque ambito lavorativo: l’importante è farlo nel rispetto delle leggi vigenti. Nel corso del tempo sono maturate delle differenze nell’entusiasmo e nella volontà di portare avanti questo blog: in entrambi i casi ce n’erano molto di più agli inizi, oggi dopo cinque anni mi sono spremuto abbastanza e la stanchezza si fa sentire. Mai avverrebbe che qualcuno si renda disoccupato volontariamente per avere più tempo libero a disposizione, tuttavia c’è bisogno di sforzarsi e continuare ancora per un po’, a dimostrazione che anche con degli altri impegni si trova il tempo per colorare il sito. Ci sono delle occasioni in cui si può evitare il contatto con gli altri e delle altre più imbarazzanti dove non si può scappare. E pensare che basterebbe così poco: ovvero non entrare più qui e tutto si risolverebbe.

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