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domenica 12 ottobre 2014

241) IL CINQUANTENARIO DELL’AUTOSOLE

CINQUANT’ANNI FA VENNE INAUGURATA L’AUTOSTRADA DEL SOLE: COSÌ IL NORD E IL SUD DIVENNERO PIÙ VICINI. OGGI LE AUTOSTRADE (VERA DELIZIA PER CHI È APPASIONATO DI MOTORI) CHE CI SONO, SONO INSUFFICIENTI PER L’ODIERNO TRAFFICO, MA LA BUROCRAZIA E I GUASTAFESTE NE RITARDANO L’AMMODERNAMENTO E LA CREAZIONE DI NUOVI TRATTI.



Il 4 ottobre 1964 venne inaugurata in maniera completa l’Autostrada del Sole da Milano a Napoli: furono realizzati quasi 760 chilometri in soli otto anni. Con tecniche ingegneristiche, commutate in ponti, gallerie, viadotti, cavalcavia, furono superati gli ostacoli di madre natura. Cinquant’anni fa il nord e il sud divennero più vicini: prima di allora per andare da Milano a Napoli occorrevano due giorni di viaggio. Allora si era in pieno boom economico, per cui gli industriali, in primis i produttori delle automobili, vollero fortemente l’Autosole: per far decollare in maniera definitiva l’economia e per incrementare il mercato dell’auto, il quale iniziava a ritagliarsi i suoi spazi nella classe media. Le aree di sosta e gli autogrill, specialmente quelli a ponte, divennero delle nuove attrattive per le gite domenicali delle famiglie. Dopo l’Autostrada del Sole vennero realizzate delle nuove grandi arterie simili, molte delle quali nel ricco Nord, dove ce n’era già qualcuna dai tempi del Fascismo, ma anche degli altri rapidi collegamenti Sud – Nord: l’Autostrada Adriatica, la “Napoli – Canosa di Puglia”, i collegamenti tra Roma e l’Abruzzo e la "Salerno – Reggio Calabria" per rompere l’isolomento della regione calabrese, considerata la “terza isola” d’Italia a causa del suo territorio montuoso che rendeva difficile gli spostamenti. Se la creazione dell’Autosole fu un vanto per l’Italia, non si poté dire altrettanto per la "Salerno – Reggio", che ancor oggi rappresenta un grande scandalo: furono sperperati dei fondi pubblici per un’arteria che risultò molto pericolosa e ancor oggi se ne spendono degli altri, una vera gola per le mafie, per degli infiniti ed interminabili lavori di messa in sicurezza.
 
Il traffico di oggi è molto maggiore rispetto al passato per cui le autostrade non sono più sufficienti per contenerlo e quasi ovunque sono presenti dei lavori di ampliamento, che però vanno molto a rilento. Se nel 1960 dopo tre anni venne inaugurato il tratto più spettacolare e difficile da costruire tra Firenze e Bologna, costituito totalmente da viadotti e da gallerie, il suo ampliamento completo avverrà nel 2015, ovvero dopo quindici anni dall’inizio dei lavori. Si cerca dopo più quarant’anni di completare l’Autostrada Tirrenica e per soli quattordici chilometri, la distanza tra Civitavecchia e Tarquinia, da oltre tre anni ancora si è a “carissimo amico”. C’è maggiore burocrazia rispetto al passato, si sono allungati i tempi per reperire i fondi necessari, si impiega minore manodopera e gli oppositori, che mettono sempre di più, i bastoni tra le ruote si sono moltiplicati. Una vecchia legge stabilì negli anni ’70 il divieto di realizzare nuove autostrade, dopo molti anni si riuscì ad abolirla tra l’opposizione di alcuni progressisti in campo politico ma allo stesso tempo regressisti di fatto. Delle grandi vie di comunicazione a scorrimento veloce, senza incroci, semafori, attraversamenti interni dei paesi e delle città, una parte dell’Italia ne è priva o al massimo ci sono le superstrade, con caratteristiche autostradali, senza pedaggi e con aree di soste spartane: vedi la Pontina, la Superstrada Umbra, la Variante Aurelia, le superstrade della Sardegna, ecc. Sono in fase di esecuzione dei progetti fondamentali per renderle più sicure, adatte all’enorme mole dei veicoli che le percorrono e quindi velocizzare i trasporti delle merci: così saranno mutate in delle vere e proprie autostrade. Anche la bretella “Cisterna – Valmontone – Campoverde” gioverà un ruolo indispensabile: sia per facilitare i trasporti del nord industriale della nostra provincia e sia per agevolare gli spostamenti tra l’Autosole e l’Autostrada Tirrenica, evitando così il traffico di Roma che finalmente respirerà. Di strade ce ne sono tante, per una in più cosa cambierà? I danni all’ambiente e all’agricoltura saranno contenuti. Il nord industriale è pieno di bretelle e bretelline, specie il nordovest, che uniscono le principali vie autostradali, creando una vera e propria ragnatela: se hanno ritenuto opportuno realizzarle serviranno.
  


Ancora non mi riprendo dalla mia vacanza estiva, ne sono ancora esaltato: non tanto per i luoghi visitati, comunque bellissimi, principalmente per il viaggio in automobile lungo le autostrade. Con la scusa che bisogna prenotarsi con largo anticipo per avere dei voli aerei a prezzi stracciati, ho scelto felicemente di viaggiare in auto e non mi è parso vero quando mi è stato proposto di non prendere il traghetto per il viaggio di ritorno. Dal momento dell’acquisto dell’automobile avevo sempre desiderato farci un bel viaggio, provarla su dei lunghi percorsi e in delle strade dove si può andare più veloci. Se nell’agosto dello scorso anno mi sono accontentato di unirmi per pochi giorni, insieme a dei miei parenti, ad Ovindoli, Ascoli Piceno, Campo Imperatore ed ero impacciato e timoroso nel percorrere le autostrade d’Abruzzo, quest’anno, nel lunghissimo percorso da me effettuato, tutto era svanito ed ero molto più sicuro e più deciso. Nelle zone interne aride della Spagna c’erano pochi veicoli e si poteva abbassare l’acceleratore, senza esagerare, anche perche i lunghi rettilinei erano rari. Nel percorrere le autostrade della Francia del Sud invece c’era moltissimo traffico e si doveva essere prudenti ed erano lunghe le code dovute a degli incidenti, specialmente all’imbocco dei caselli. Impegnativo e gravoso è stato superare i lunghi autoarticolati sugli altissimi ponti curvi che sovrastano Genova: sembrava che lo spazio della tua corsia fosse stato insufficiente e che quei bestioni avessero potuto stritolarti da un istante all’altro. Fantasticando immaginavo la voce di Gianfranco Mazzoni che commentava la mia corsa e la telecamera che riprendeva l’interno del mio abitacolo: “eccolo che si accinge ad effettuare un doppiaggio, superando facilmente la chicane…” e al momento dei rifornimenti: “escono dal muretto gli uomini Ferrari….”  Peccato che in Formula Uno durante le soste non si possa andare nei servizi igienici, o a mangiare e a bere qualcosa, come fanno i comuni automobilisti. Lasciando stare le metafore e ritornando sulla terra, molti potranno dire leggendo: “come se lo avesse fatto solo lui un lungo viaggio guidando un veicolo!” Per molti altri è la normalità guidare per migliaia e migliaia di chilometri, in particolare per gli autisti, i camionisti e per gli abituali vacanzieri, mentre per me non lo è. Questa mia avventura estiva è stata un importante passo della mia completa maturità, crescita e formazione come uomo: questo esame può essere superato anche guidando per un vastissimo percorso su strada.

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