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martedì 14 aprile 2015

266) DOPO PASQUA

DOPO PASQUA SI TORNA ALLA SOLITA VITA, METTENDO DA PARTE GLI EFFETTI BENEFICI DELLA QUARESIMA, GODENDOSI QUELLO CHE SI È CONQUISTATO E SI È SORDI ALLE PROVOCAZIONI E ALLE CHIACCHIERE.

Per coloro che durante la quaresima (il periodo di preparazione alla Pasqua che inizia il giorno delle ceneri e finisce il venerdì santo) mangiano meno rispetto agli altri periodi dell’anno arrivano degli aspetti benefici in fatto di calo di peso. Poi dalla Pasqua in poi si riacquisiscono le vecchie abitudini, in un primo momento abbuffandosi più di prima, principalmente per compensare le restrizioni delle settimane precedenti. Se uno che non ha problemi di salute si comportasse come nel periodo quaresimale tutto l’anno sicuramente la sua linea ed il suo fisico ne gioverebbero molto. Potrà pure sembrare un discorso vano e assurdo perché pochissimi cambiano le abitudini alimentari durante la quaresima. Per chi per ragioni religiose ha deciso di seguire quella strada quaresimale le giornate di Pasqua e di Pasquetta acquisiscono un sapore diverso: sono vissute come un taglio di traguardo di  una dura maratona un cui ci sono la premiazione e la festa. Anch’io mi sono chiesto se concedermi un piccolo premio dopo questo tortuoso cammino. Ma si! E Lasciando perdere tutte le angosce per le molte spese venture. Facendo uno sforzo economico nel tagliare 20 € qui, 10 € lì, ecc. dalle prossime previsioni di uscite ho messo da parte una somma tale da concedermi un piccolo viaggio nella giornata di Pasquetta, calcolando il carburante dell’automobile, il pedaggio autostradale, il pranzo e qualche altro capriccio personale. Certo se uno riuscisse a trovare qualche compagno di viaggio risparmierebbe qualcosa, ma in quel caso non avrebbe la piena libertà di scelta su dove andare e che fare. La stessa cosa se si portasse dietro qualche femmina e ci sarebbe qualche problematica di più: bisognerebbe prima di tutto convincere i propri familiari più stretti e rassicurarli e poi tutte le spese ricadrebbero sull’uomo. (Questo non è un segno di subordinazione? Per raggiungere la parità che le donne tanto reclamano occorrerebbe che anch’esse offrissero ai maschi.) Ma basta ciance; la giornata premio può essere goduta in molti modi: uno di questi è divertirsi con la propria vettura su lunghi tratti e ascoltare dei dischi e altre musiche della pennetta, scaricate dalla rete, che nei brevi viaggi di tutti i giorni non si ascoltano mai. Ho un doppio cd con le canzoni degli anni ’20 – ’30 – ’40, identificate in un dato periodo storico – politico, in cui spicca anche “Vivere senza malinconia” ed il testo della canzone corrisponde alla mia odierna filosofia di vita (era la classica ciliegina sulla torta quando la ascoltavo la scorsa estate durante il lungo tragitto della mia vacanza).



“Vivere senza malinconia, vivere senza più gelosia, vivere finché c’è gioventù perché la vita è bella la voglio vivere sempre più!” Finché uno è giovane e nel pieno delle forze si gode la vita, concedendosi degli svaghi e accontentandosi di ciò che ha raggiunto, dimenticando tutto quello che non ha funzionato e non guardando a quello che fanno gli altri. È inutile pure cadere nelle provocazioni nel caso ce ne fossero: a cosa serve arrabbiarsi? Tanto non è che le cose ti cambieranno in peggio solo perché potresti essere l’ossessione di alcuni che spesso neanche conosci. Mi spiego: se a me rodesse di una persona sfigata che improvvisamente le va tutto bene, facendo fortuna e divenendo ricca sfondata, potrò angustiarmi quanto vorrò, non è che ella perderà tutto per il solo fatto che io sono geloso e alla fine ci rimetterò solo io, la salute. Se uno vuole attaccare o criticare una persona nella sua parte pubblica, nelle idee, può farlo tranquillamente, nella parte privata non dovrebbe farlo. A ragion di logica se io se dovessi lasciare il blog lo farò soltanto o perché mi sarò stancato o per altri motivi e mai perché alcuni compaesani non gradiscono che io scriva: che l’ha ordinato loro il medico di venire qui? Non possono crearsi anch’essi i loro siti con le loro idee e le loro concezioni di vita? Nella società di oggi tutti vogliamo primeggiare, non sappiamo abbassarci, essere umili, tendiamo a dire: “io naturalmente sono più bravo ed intelligente di lui che è stupido e non capisce niente!” Io, io, io, sempre io, raramente riconosciamo nell’altro maggiore bravura e qualità per qualcosa. Ecco allora che si parla, si straparla, si chiacchiera e spesso nel passaparola paesano si stravolge completamente il senso di una vicenda, specie quando si origliano i discorsi degli altri, capendo fischi per fiaschi. Ma pazienza se la gente non ha migliori interessi all’infuori di guardare alle cose degli altri continui a farlo; soltanto nei casi che vi dovesse fare gravi accuse prive di fondamento o dovesse appropriarsi delle cose vostre prenderete dei leciti provvedimenti, nei casi di semplici provocazioni, illazioni, giudizi, vi consiglio d’ignorarla, lasciarla fantasticare come vuole, non date quella importanza che cerca, non abbassatevi mai ai livelli del dar peso alle stupidaggini, farvi rodere per esse e anziché avvelenarvi pensate alle cose personali: a programmare il futuro, a come impiegare quei pochi soldi che si mettono da parte, a dove passare le prossime vacanze, vivendo senza malinconia, senza gelosia, finché c’è gioventù e si sta bene.

Chiudo con un esempio per riallacciarmi ai discorsi precedenti su come si ingrossano dei fatti piccoli ed insignificanti e si sparli a sproposito. Sono assorto in tutt’altri pensieri e ho altro da fare e da pensare durante il giorno che fossilizzarmi con le baggianate, compresa l’infondata chiacchiera  diffusa secondo la quale avrei voluto ricoprire il ruolo di amministratore del mio condominio (Ma che deve fare questo???). In primo luogo amministrare un condominio è una brutta gatta da pelare, una patata bollente da non prendersi volontariamente e poco retribuita per un non professionista, per cui avevo dato risposta negativa all’amministratore uscente quando in privato mi disse se sarei stato interessato a svolgere quel compito; seconda cosa, prima di emettere delle sentenze sulle capacità altrui sarebbe bene verificare. In ogni caso facevo parte di una rosa di nomi interni al condominio, non ero l’unico in lizza e se mi fosse interessato veramente fare l’amministratore l’avrei detto papale – papale nell’assemblea condominiale, che a sua volta avrebbe dato parere positivo o negativo. La suddetta assemblea, scartata l’ipotesi di affidarsi ad un condomino interno pro tempore, ha deciso di affidarsi ad un vero amministratore di ruolo iscritto all’albo. Sono passati diversi mesi, il nuovo amministratore esterno e professionista è entrato in carica, non pensavo più a quella vicenda, alcuni me l’hanno rimembrata quasi a volermi consolare. Io mi sono limitato a farmi una risata interiore.

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