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martedì 19 giugno 2018

392) GLI STADI E IL DECLINO DEL CALCIO IN ITALIA



LA TRUFFA SCOPERTA A ROMA NELLA VICENDA DELLA COSTRUZIONE DEL NUOVO STADIO CONFERMA QUELLA CHE È LA CRISI DEL CALCIO ITALIANO (UN TEMPO IL PIÙ BELLO E PRESTIGIOSO DEL MONDO) E DELL’INTERA NAZIONE, INGUARIBILE DALLA MALATTIA DELLA CORRUZIONE E DELL’ECCESSIVA BUROCRAZIA.


Le poco pulite vicende relative ai procedimenti che avrebbero dovuto condurre alla costruzione del nuovo stadio dell’As Roma 1927 hanno accentuato la crisi del calcio italiano e hanno dimostrato come sia duro a morire il fenomeno della corruzione e dell’esagerata burocrazia italica. In questa vicenda risultano coinvolti (per ora in modo indiretto) quei movimenti politici che fanno della legalità e della trasparenza la loro bandiera. Anche se nessuno del M5s, che governa Roma, risulta indagato, i governanti romani avrebbero dovuto essere dei rigidi controllori e non lasciare mano libera.
Le società calcistiche fanno di tutto per avere gli impianti sportivi di proprietà (provvisti anche di ristoranti, centri commerciali, bar), così da incrementare gli introiti, scontrandosi con le amministrazioni comunali che mettendo spesso i bastoni tra le ruote allungano i tempi, per salvaguardare il proprio interesse: con gli stadi privati la pigione dell’impianto pubblico andrà in fumo. Le società che fino a questo momento sono riuscite a dotarsi di stadi moderni e propri sono le seguenti: Juventus, Udinese, Sassuolo, Frosinone, a cui prossimamente si aggiungeranno Atalanta e Cagliari.  Attualmente sono solo due gli stadi in Italia che hanno la giusta capienza, i requisiti di sicurezza e che possono ospitare le finali di competizioni internazionali: San Siro a Milano di proprietà comunale e l’Olimpicoa Roma appartenente al Coni. A questi due impianti aggiungiamo quello della Juventus: sono gli unici tre dove potrebbero svolgersi i mondiali o gli europei, tutte le altre principali arene calcistiche italiane sono vecchie e fatiscenti. Per garantire un’ottima visibilità bisognerebbe eliminare le piste di atletica leggera, situate in quasi tutti i campi di calcio italiani, costruendo le tribune a ridosso dei terreni di gioco, e rimuovere le barriere tra spalti e campo, magari inserendo dei fossati per impedire le invasioni dei tifosi.

L’impossibilità di costruire in brevi tempi nuovi stadi è uno dei fattori che hanno portato il calcio italiano in profonda crisi, non rimanendo al passo di Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, dove le società dispongono di sostanziosi finanziamenti, dei padron o degli sponsor, da investire in infrastrutture o in calciatori importanti e non vengono ostacolati dagli enti pubblici. Una volta la Serie A italiana era il campionato più bello del mondo e le grosse stelle straniere facevano di tutto per giocarci, anche perché erano ben rimunerate. Allora in Italia giocavano pochi stranieri ma di talento; oggi gli italiani nella maggiori squadre non si vedono quasi più. I molti stranieri, di medio basso livello, tolgano spazio ai giocatori nostrani, che non hanno possibilità di crescere ed imparare, così la rappresentativa nazionale (quattro volte campione del mondo) è profondamente decaduta. Pure le competizioni europee erano dominate dalle compagini calcistiche italiane, oggi è molto tempo che una squadra italica non si afferma in un torneo europeo Uefa. Un ulteriore elemento che ha portato al crollo della qualità del pallone del nostro paese è stata la fuga dei grandi industriali e dei maggiori uomini d’affari italiani e la diminuzione della loro passione (Berlusconi e Moratti docet): oramai solo i magnati asiatici ed americani, spesso incompetenti in materia, sono interessati al calcio italiano/europeo.
Per il rilancio del calcio italiano saranno necessari i seguenti passaggi: riduzione nelle squadre dei calciatori stranieri ed incremento di quelli italiani, dirigenze societarie serie e competenti, stadi moderni e di proprietà, con  l’eliminazione dei lunghi tempi per l’approvazione dei progetti di interesse pubblico (in qualunque campo non solo nel calcio) e ovviamente rigidi controlli per impedire favori e ruberie.

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