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lunedì 4 maggio 2020

444) SOLENNITÀ SI E SOLENNITÀ NO


IL 25 APRILE (ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE) E IL 1° MAGGIO (FESTA DEL LAVORO) SONO DUE FESTIVITÀ NAZIONALI E LAICHE A CUI SI DEVE DARE MOLTA IMPORTANZA, MENTRE NESSUNO RICORDA COME È NATA L’ITALIA COME STATO, NEL COSIDDETTO RISORGIMENTO.


Il 25 aprile e il 1° maggio sono due festività nazionali, laiche a cui si è tenuti a dare molta importanza e considerazione. Sono due ricorrenze sentite particolarmente dal popolo che è politicamente simpatizzante per il centrosinistra. D’accordo che la libertà e il lavoro sono due elementi importanti da cui dipende il vivere bene degli esseri umani, ma se uno a cui non interessa la politica osa dire che queste festività sono, né più né meno, eguali agli altri giorni festivi che ci sono e sono solo una scusa per un lungo ponte (se c’è vicina anche la Pasqua ancora meglio), apriti cielo. Se si dice la stessa cosa del Natale, della Pasqua, del Ferragosto, del Capodanno, nessuno contesta. Per tutti i giorni festivi ci saranno dei validi motivi se sono tali. Io sono per il mantenimento di queste due feste, ma sono contrario all'eccessiva esaltazione e alluso politico (specie del 25 aprile) che se ne fa.

Anche il 2 giugno, la Festa della Repubblica, rischierà in futuro di finire al pari delle altre due già citate massime solennità. Essa è l’unica grande festa nazionale rimasta in piedi, in cui si ricorda la nascita dell’istituzione repubblicana dello stato italiano. Mentre non c’è nessuna festa e non si parla quasi mai di come il nome Italia a suo tempo non fosse più considerato solo una tipica espressione geografica, rinascendo come entità territoriale, come stato, nel periodo del cosiddetto Risorgimento. Per il compleanno dello stato italiano dovrebbe esserci una grande festività solenne, superiore a tutte le altre civili, con parata militare, frecce tricolori, bandiere tricolori in ogni angolo delle città e dei paesi, storia risorgimentale in televisione. Ci sarebbero diverse date a disposizione: 17 marzo (quando nel 1861 a Torino fu proclamato il Regno d’Italia ancora incompleto), 20 settembre (nel 1870 ci fu la presa di Roma, che divenne capitale, concludendosi così la prima parte dell’Unità d’Italia), 4 novembre (nel 1918 fine Prima Guerra Mondiale e unione all’Italia dei territori che ancora mancavano). Un tempo il 4 novembre era festivo, oggi invece è un giorno feriale in cui c’è la festa delle forze armate italiane. Si tende a sminuire il processo politico e militare che fece della penisola italiana dopo millenni, in cui tutti la sottomisero, con l’assenso e gli interessi dei vari monarchi, nobili locali e papi, un unico stato. Nelle rivoluzioni del 1848 gli stati provvisori e indipendenti che si crearono in Italia avevano per bandiera il tricolore italiano. Quella fu una grande rivoluzione voluta da tutti gli italiani dell’800, del nord e del sud, che avevano contro quasi tutta l’Europa di allora, formatasi col Congresso di Vienna del 1815 (qualche alleato europeo che aveva a cuore la Causa italiana il Conte Cavour, grazie alle sue manovre di tessitore, lo trovò, anche se dietro c’erano interessi, come per la Francia di Napoleone III).



Oggi se si parla del Risorgimento, se ne parla solo per denigrarlo, per sminuire la grandezza di quell'impresa. Dopo oltre 150 anni sono sorti dal nulla alcuni movimenti neo borbonici con le loro teorie, spesso menzognere. È vero che dopo il 1861 ci furono dei problemi, soprattutto al sud, il quale si aspettava nell'immediato sviluppo ed equità sociali, con guerriglia da parte dei briganti manovrati con promesse dagli ex regnanti, e dura repressione dell’esercito, ma alla lunga anche il sud guadagnò con l’Unità d’Italia (riduzione dell’analfabetismo, scuole, ferrovie, strade), riducendo la tradizionale arretratezza a cui da sempre era sottoposto. Senza Unità d’Italia oggi il nord sarebbe ancor più ricco e il sud ancor più povero, come concordano molti autorevoli storici meridionali.



Parlando qui diverse volte del 25 aprile e scrivendo che se i partigiani, che liberarono le città del nord poco prima dell’arrivo degli Alleati, avessero atteso che arrivassero gli stessi senza fare nulla, probabilmente molte stragi nazifasciste non ci sarebbero state (forse non tutte); ora riprendendo l’argomento, confrontando due fasi storiche (25 aprile, Risorgimento) e, analizzando bene, anche dopo il 25 aprile 1945 ci furono gli stessi problemi, come dopo il 1861 nel sud, e altro sangue fu versato, soprattutto sopra gli sconfitti. Per dire che ogni momento della storia che uno ritiene positivo ha i suoi risvolti oscuri e negativi. Bisogna guardare il lato positivo: uno stato italiano libero ed indipendente era sorto dopo circa 1400 anni e coi decenni le condizioni di vita del popolo un po’ migliorarono. Negli Stati Uniti d’America c’è la grandissima ricorrenza del 4 luglio, in cui si ricorda come sia nata la nazione, che nel 1776 proclamò l’indipendenza dalla Gran Bretagna e che divenne ufficiale dopo sei anni di guerre. Sarebbe bello anche in Italia trovare una data per il suo compleanno tra le tre proposte precedentemente.

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