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venerdì 12 giugno 2020

446) CALCIO PER FORZA

CI SONO TROPPI INTERESSI ECONOMICI IN BALLO PER NON FAR FERMARE DEFINITIVAMENTE IL CALCIO A CAUSA DEL VIRUS. IMPOSIZIONE FORZATA, A DISCAPITO DI ALTRE PRIOTITÀ, O STRUMENTO PER RALLEGRARE LE MASSE TANTO PROVATE? LE GRANDI EMOZIONI DEL PASSATO E LA DELUSIONE ITALIA 90, A TRENT’ANNI DI DISTANZA.

Sta per ripartire il calcio italiano professionistico dopo tre mesi di stop causato da questo famigerato Coronavirus. Mai nella storia una stagione calcistica era stata sospesa così a lungo. Il calcio italiano rimase fermo tra il 1915 e il 1920, tra il 1943 e il 1945, per le due guerre mondiali. L’unica stagione che non fu portata a termine fu quella del 1915, il cui titolo fu assegnato d’ufficio al Genoa, che neanche aveva conquistato il diritto a disputare la finale scudetto, la Lazio, che invece quell'anno aveva guadagnato la finale sul campo, non era considerata all'altezza dei genoani e delle altre squadre del nord che vincevano titoli a raffica. Quest’anno sembra scongiurata l’ipotesi di non assegnare il titolo di campione d’Italia e di bloccare le retrocessioni. Ci sarebbero state lunghe battaglie legali nei tribunali se lo scudetto fosse stato assegnato d’ufficio alla squadra in testa al momento della sospensione, idem per le retrocessioni. Sponsor e diritti televisivi, vitali per la linfa delle miliardarie società, hanno influito nella scelta di far riprendere in extremis la Serie A e la Serie B italiane. Nei campionati calcistici dilettantistici non ci sono tutti quegli interessi economici in ballo e lo stop definitivo è stato decretato senza troppi patemi d’animo. Ci sono delle teorie favorevoli e contrarie per la ripartenza del pallone. Ecco gli aspetti positivi: sarà uno dei modi di far ripartire l’economia (abbonamenti alle televisioni, gente nei locali che, con le dovute precauzioni, consuma e quando verrà il momento, le masse torneranno allo stadio), si parlerà di più di partite e si spettegolerà di meno sugli altri, sarà uno strumento di distrazione di massa e gli individui dopo mesi di depressioni, privazioni, si ravviveranno, insomma si potrà affermare che la vita ricomincerà ed il peggio sarà alle spalle. Gli aspetti negativi: sarà un’imposizione forzata e sembrerà che si viva solo di pallone e le vere priorità (lavoro, aiuti alle famiglie in difficoltà) passeranno in secondo piano, surclasserà i contagiati e i decessi di questo virus, specie in territori duramente colpiti, la calma e la tranquillità dello stare senza calcio, senza violenze, liti e discussioni accese, passeranno, il campionato sarà anomalo e falsato con le gare senza pubblico. Tante volte questo sport ha lasciato nei cuori dei milioni e milioni di appassionati tracce indelebili, tra fortissime emozioni e gioie e tra cocenti delusioni, sia per la squadra di società di cui si è tifosi, sia per la rappresentativa nazionale. In queste settimane di fermo e di confinamento il canale sportivo della Rai ha trasmesso intere telecronache della nazionale di calcio che era impegnata nei vari mondiali e le finali delle coppe europee che avevano per protagoniste le squadre italiane. Io le ho riviste fino a tarda notte con la stessa trepidazione ed ansia di tanti anni fa, con forte nostalgia pensavo agli anni d’infanzia, d’adolescenza, quando ero spensierato e non avevo preoccupazioni, responsabilità. Hanno ritrasmesso, oltre ai mondiali finiti male, i trionfi 1982 e 2006: del primo non ricordo molto, del secondo rammento tutto a perfezione; ci fu la rivincita sui tiri di rigori che avevano dato molte amarezze alla nazionale italiana nei mondiali 1990, 1994, 1998, soprattutto nel 1990, in occasione del campionato del mondo disputato in casa. 

·        A TRENT'ANNI DA ITALIA 90

Sui quotidiani in questi giorni si sta parlando del trentennale del campionato mondiale disputato in Italia, non solo sul piano sportivo. Fu il punto di massimo splendore di quegli anni ’80: la nazione era ricca, stimata, invidiata, giovane, tutti si aspettavano che sarebbe arrivata al 2000 col vento in poppa. I regimi comunisti nell'est erano appena caduti, l’Urss si dava per scontato che sarebbe implosa, mentre la Jugoslavia sarebbe esplosa, cose che puntualmente accaddero l’anno dopo, ma nessuno immaginava tangentopoli, che coinvolse anche Italia 90, e le azioni eclatanti della mafia. Per fare dell’Italia il gioiello, la vetrina del mondo, in quei mesi estivi del 1990, negli anni precedenti c’erano stati grandi sperperi per rinnovare gli stadi, per realizzare e rimodernare infrastrutture; alcune delle opere in programma non furono mai realizzate, altre non portate a termine, altre ancora abbandonate dopo i mondiali. Gli stadi realizzati allora nessuno poteva prevedere che da lì a poco sarebbero stati superati, per le nuove esigenze del calcio televisivo. Sul piano calcistico fu grande la sconforto per un terzo posto in un’edizione mondiale che la Fifa aveva permesso all'Italia (dove 50 milioni di persone si sentivano e si sentono tecnici ed esperti calcistici) di organizzare e di vincere. Ancora oggi c’è qualche polemica per la disputa della semifinale contro l’Argentina a Napoli, nella tana di Maradona: si dice che se la nazionale italiana fosse rimasta a Roma avrebbe avuto una spinta in più. Poi non si sa se ce l’avrebbe fatta a battere una forte Germania Ovest (ancora per pochi mesi) in finale. Effettivamente essa era più forte dell’Argentina e in finale fece qualcosa in più, ma il rigore che decise la sfida glielo regalarono e Maradona parlò di complotti contro la sua compagine per aver rovinato la festa italiana. 

Cerimonia inaugurale

2 commenti:

  1. Andrea Caucci Molara14 giugno 2020 alle ore 15:42

    Caro Andrea, penso che la soluzione ideale era chiudere direttamente a marzo, magari disputando solo lo scontro diretto Juve-Lazio che assegnava lo scudetto. Anche se purtroppo, come hai detto tu, l'ipotesi non era percorribile perché si rischiavano ricorsi. Il problema sarà la prossima stagione che inizierà pochi giorni dopo la fine di questa e che si concluderà con l'Europeo. Si rischia che i giocatori arrivino a giugno 2021 abbastanza scarichi con il serio rischio di infortuni. Per quanto riguarda Italia 90 io ancora non ero nato, ma ha causato molti sprechi, vedi Delle Alpi e Sant'Elia demoliti dopo appena 16 anni. Soprattutto il Delle Alpi, uno stadio abbastanza freddo, con visuale scomoda, pista atletica usata una sola volta e voluta per avere più finanziamenti dal CONI. Non è un caso se l'Italia non ha più ospitato eventi del genere, salvo le 4 partite di Euro 2020. Saluti

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