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martedì 26 aprile 2022

491) COMBATTENTI ITALIANI IN UCRAINI

POCHI ITALIANI VANNO A COMBATTERE IN UCRAINA (DA AMBO LE PARTI): MOLTI DI ESSI VANNO PER FARE DELLE ESPERIENZE NUOVE, ESOTICHE, SENZA SAPERE NULLA DI COSA SIA UNA GUERRA.


In questi giorni è stata diffusa, da fonti russe, la notizia di alcuni mercenari combattenti italiani in Ucraina che sarebbero stati passati per le armi dai russi in quanto tali: difatti per i mercenari, in caso di cattura, non valgono le convenzioni internazionali per i prigionieri di guerra. In particolare si sta parlando del calciatore Ivan Luca Vavassori (di origini russe ma adottato da una famiglia italiana) che, partito per combattere con gli Ucraini, è sparito misteriosamente. Il Governo italiano ha confermato la scomparsa di alcuni nostri connazionali, smentendo seccamente la notizia delle esecuzioni.

Non ci saranno folle oceaniche di stranieri che partono volontari per l’Ucraina; quei pochi che ci sono, per svariate nazioni (in maggioranza ex militari nei paesi di provenienza), nel complesso formano un grande numero che fa molto comodo all’Esercito ucraino. Agli Ucraini non cambia nulla e, anzi, non potrà essere che positivo l’allargamento del conflitto e l’afflusso nei loro ranghi di volontari da tutto il mondo, mentre al resto d’Europa cambierebbe molto, eccome, ma in peggio. Idem per i familiari di quei volontari combattenti. Tra questi certamente ci saranno coloro che, rendendosi conto di un popolo che soccombe, prendono a cuore la causa, volendo dare una mano; ci sono altresì molti altri che vanno per fare delle esperienze insolite, particolari, pensando che la guerra sia una scampagnata, poi quando “si fanno male” piangono (magari piangere fosse l’unica avversità!). Bisogna considerare che le leggi italiane vietano gli arruolamenti mercenari nelle varie legioni straniere. I volontari nostrani cercano di imbucarsi, pensando di potersela cavare, rendendosi conto che sia tra i Russi, che tra gli Ucraini, ci sono, tra i soldati regolari, semplici ragazzini di leva, che fino a poco tempo fa non avevano mai impugnato un’arma, non ci sono solo i combattenti professionisti, che da anni hanno appreso una preparazione militare sofisticata, particolareggiata, e che sono ben addestrati, sia allo scontro in prima linea, sia alla guerriglia nelle retrovie.


Tutti si aspettavano che in pochi giorni i Russi chiudessero la partita, invece l’Ucraina, ben armata dagli occidentali, ha resistito tenacemente, perdendo poche porzioni di territorio e si percepisce che lo scontro bellico andrà per le lunghe. Qui si tratta di una guerra tradizionale, con due eserciti regolari che si fronteggiano tenacemente; nelle guerre recenti, che vedevano protagonista una grande potenza, di solito la nazione meno potente si lasciava occupare facilmente e poi fronteggiava gli occupanti tramite guerriglia, mettendoli in seria difficoltà e costringendoli, alla lunga, ad andarsene (vedasi Vietnam, Afghanistan varie volte, Iraq, Palestina).

Agli Ucraini non importa nulla delle guerre lampo, delle azioni di sabotaggio nelle retrovie, dei vari pericoli: molti di loro, anche se non hanno mai impugnato un’arma, vedono la loro gente che soccombe, la loro terra invasa, martoriata, e vogliono difenderla a tutti i costi, a sacrificio delle loro stesse vite. Si tratta della loro stessa esistenza e non è solo un gioco, un’esperienza esotica o televisione, come per il resto del mondo.

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