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domenica 22 maggio 2022

493) VERSO LE COMUNALI CORESI 2022

L’APPUNTAMENTO ELETTORALE COMUNALE DI QUEST’ANNO È UNA PERFETTA REPLICA DI QUELLO DI CINQUE ANNI FA. IL PROGRAMMA DEGLI AVVERSARI ALLA GIUNTA IN CARICA SEMBRA PIÙ CONCRETO, REALISTA E MENO MASTODONTICO RISPETTO ALL’ALTRO. FORSE ERA MEGLIO PUNTARE SULL’INVALIDITÀ DELLE ELEZIONI? COMUNQUE ONORE A CHI S’IMPEGNA E HA IL CORAGGIO PER PROPORSI COME ALTERNATIVA.


Queste elezioni comunali 2022 sembrano una perfetta replica di quelle precedenti: stessi simboli elettorali, stesse componenti all’interno delle due liste, programmi grosso modo simili al 2017. Ci sono solo piccole differenze nel cartello de L’altra città: candidati ridotti di numero e cambio del candidato sindaco; Angelo Sorcecchi è purtroppo venuto a mancare ed è stato sostituito da Evaristo Silvi, il quale, come lui, ha avuto esperienze amministrative nella giunta Bianchi ed insieme hanno militato a lungo (e nello stesso periodo) negli stessi partiti di destra - centrodestra. Idem nella lista “Cori e Giulianello insieme” del sindaco in carica De Lillis: ci sono stati dei piccoli cambiamenti senza che l’organico effettivo venisse stravolto. Mauro De Lillis inizia ad essere un veterano della politica, avendo all’attivo 15 anni di attività ininterrotta di governo cittadino; in qualche occasione ho, però, notato che tende a prendere le distanze dalla precedente amministrazione comunale, come se lui non ci fosse stato dentro.

Leggendo attentamente i due programmi, ho osservato che essi sono nettamente differenti tra loro: il governo cittadino in carica punta di più sulle opere pubbliche, di arredo urbano, mentre i loro avversari danno ampio risalto a sicurezza, forze di polizia, sanità, traffico. Sono descritte troppe cose, specie sulle opere pubbliche, le quali non possono essere certo realizzate in un quinquennio. In questi anni qualche opera è stata realizzata o si sta realizzando, tra problemi, blocchi e vari ritardi, dovuti anche a cause di forze maggiori (covid, guerra), si cerca di far coincidere i tagli dei nastri con l’appuntamento elettorale. I vari ministeri e la regione finanziano un comune in deficit; bisognerà vedere se troveranno i fondi per l’acquisto di alcune aree private, dove vorrebbero realizzare dei parcheggi. Per questo scopo occorrerebbe poco, lasciando da parte i megaprogetti; ad esempio alcune parti a ridosso della circonvallazione sono ampliabili (sotto le pietre, sotto Sant’Oliva, dopo San Francesco), basterebbe sfruttarle per realizzare posti auto e allungare i marciapiedi esistenti, ormai distrutti dagli alberi che si allargano. Si parla di bellezza, di pulizia, che è spesso trascurata, di ambiente, di ringiovanimento del personale comunale, di iniziative culturali. Secondo me bastava inserire poche cose, essenziali, per coprire il programma del breve periodo. Come si potrà rilanciare il centro storico se continuano a far edificare nuovi fabbricati (tra abusi edilizi ed irregolarità), in un paese che perde poco per volta popolazione? Svuotare il nucleo storico della popolazione locale, facendolo perdere di valore, per attirare con prezzi di affitti bassi sempre più immigrati, quando dovrebbe essere il contrario: case antiche, restaurate a dovere, a ridosso dei monumenti millenari dovrebbero essere di alta qualità, così da richiamare compratori facoltosi che le utilizzeranno come seconde case. Oggi, specialmente nelle zone vecchie, regna il caos, i furti, l’insicurezza: avevano installato un sistema di videosorveglianza che non è sempre attivo. La pulizia e la prevenzione della criminalità (tra cui lo spaccio di droga) dovrebbero essere portate a compimento con la stessa passione e con lo stesso impegno con cui si attuano le iniziative culturali e si scoprono le targhe memoriali (con il dovuto rispetto verso coloro a cui sono intitolate). Avevamo un ospedale che era un piccolo gioiello, mentre oggi si deve lottare per tenere aperto il solo punto di primo soccorso. Nonostante le solite chiacchiere rassicuranti dai microfoni e sulla stampa, tutto rimane in sospeso e nell’incertezza tra un’elezione e l’altra, senza che lo stesso servizio torni a funzionare attivamente e senza che venga definitivamente soppresso. Per le tasse comunali ovviamente si attenderà la chiusura delle urne per inviarle ai cittadini.

Alcuni membri delle varie opposizioni, non solo quelle presenti in consiglio comunale, suggerivano l’astensione come arma per scalzare l’odierna maggioranza politica paesana: lasciarli correre da soli, non presentando alternative, per far in modo che l’elettorato non superasse il 50%, così da invalidare le elezioni, commissariando il comune e far ripartire tutti ad armi pari il prossimo anno. Sarebbe stato un’incognita: sono troppo radicalizzati nella popolazione e nei molti settori di attività coresi per far flop. Se fosse fallita questa iniziativa in consiglio comunale non ci sarebbe stato più alcun controllo. Una volta presentata una lista alternativa, a mio avviso, si sarebbe dovuta farla completa, non in numero ridotto rispetto all’altra, tentando di coinvolgere più forze politiche e più rappresentanti di enti e di varie associazioni. Comunque onore a chi ha avuto il coraggio di esporsi e metterci la faccia (pochi a Cori trovano il coraggio di sfidare il potere egemone di centrosinistra), gli altri che si proponevano come alternative (estrema sinistra, centro, Cinque Stelle che volevano stravolgere il sistema), nonostante i loro proclami, non hanno trovato modo, per svariati motivi, di proporsi come alternative.

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