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domenica 17 luglio 2011

100) LE VACANZE PASSATE ATTRAVERSO LA RELIGIONE


ALCUNI RICORDI DELLE BELLE VACANZE D’INFANZIA, ORGANIZZATE DALLA PARROCCHIA, DI UNO CHE E’ QUASI SEMPRE ANDATO IN CHIESA, MA CHE NON HA MAI FREQUENTATO LE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE E LE SALE PARROCHIALI.


  • Io e la religione

Chi non mi conosce ma leggendo qui qualche tema religioso mi prende per un chierichetto, o roba del genere; chi mi conosce dice che io non sia un grande devoto o un grande credente. Diciamo così: io sono sempre stato un tipo da bar e da piazze con la passione della messa domenicale. Non sono mai stato a mio agio dentro le azioni cattoliche e le sale parrocchiali, forse perché mi sentivo mancare la libertà, l’aria principalmente, che ho sempre trovato al di fuori delle parrocchie. Non è vero che per essere un buon devoto devi necessariamente aderire alle associazioni cattoliche: ad esempio il giornalista e scrittore Camillo Langone è credente in altri modi, in forme spirituali e antiche ed è contro le modernità ecclesiali introdotte dalle azioni cattoliche. Quanti/e ragazzi/e ho visto che una ventina, una decina di anni fa erano ferventi praticanti dei movimenti cattolici organizzati ed oggi sono molto lontani dalla religione. Con ciò non voglio assolutamente dire che io sia un buon cristiano, ho i miei difetti e i miei peccati. Spesso può anche accadere che chi si dice non credente ha nel cuore delle sane virtù che lo portano a comportarsi da vero cristiano osservante.
 
  • Viaggi con la Parrocchia del Monte

I miei principali ricordi legati alla parrocchia di Cori Monte sono legati ai viaggi in giro per l’Europa che la stessa organizzava negli anni della mia infanzia e della mia prima adolescenza: mi portava mia madre, la quale era legata alla parrocchia, qualche volta anche mio fratello o mia sorella venivano. Ricordo alcuni spezzoni del primo viaggio in cui partecipai nell’agosto del 1984: Lourdes, Fatima, con nell’intermezzo tutte le principali città spagnole. La partenza di quel viaggio fu posticipata da mezzanotte all’una, perché un partecipante aveva frainteso la partenza: credeva infatti che dovessimo partire nella successiva mezzanotte e trascorreva tranquillamente il ferragosto sui monti di tirinzania. In quell’ora di attesa un particolare non l’ho dimenticato: il riflesso sul finestrino dell’autobus, fermo in Piazza Signina, dell’insegna “Cooperativa – Casa del Popolo”, sapevo a malapena leggere, ma quella luce riflessa mi dava fastidio, non facendomi dormire. In tutti i viaggi ci muovevamo in autobus, a tappe, raramente con l’aereo. Nei  primi viaggi gli autisti erano i coresi Pietrino e Moro, poi si passò ad altri autisti forestieri forniti dalle agenzie di viaggio. Alcune signore scrissero in cronaca e in versi le testimonianze dei primi due viaggi in cui partecipai, in Spagna/Portogallo nel 1984 e a Parigi nel 1985, che il parroco don Gianni fece fotocopiare per tutti i partecipanti e che in casa mia ancora conserviamo: fanno ritornare alla mente molti divertenti particolari ormai dal tempo dimenticati. Il viaggio più complicato e drammatico, principalmente per motivi ideologici, fu in Austria/Cecoslovacchia/Polonia nell’agosto del 1987; ma la voglia di visitare la terra del Papa dell’est e della sua Madonna di Czestochowa ci fece superare tutte le difficoltà, comprese le molte ore di attesa alla frontiera polacca, i mitra spianati dei militari e la mancanza del visto sul passaporto di un ragazzo del nostro gruppo: un po’ imbrogliando riuscimmo a superare la difficoltà. La situazione nell’est in quel periodo si era molto ammorbidita rispetto ai decenni precedenti, quando potevano valicare la cortina di ferro solo gli aderenti dei partiti comunisti occidentali, ma nessuno poteva minimamente immaginare che poco più di due anni più tardi tutto sarebbe finito. Per qui viaggi quasi sempre il passaporto ci voleva, addirittura per la Spagna, noi bambini eravamo segnati in quello dei nostri genitori; mentre oggi per muoversi da uno stato all’altro dell’Europa non ci vuole più neanche la carta d’identità, persino per andare in Polonia. I viaggi proseguirono con la visita della Germania occidentale nel 1988 e con Parigi/Londra l’anno seguente: quest’ultimo fu un viaggio drammatico per motivi umani perché un membro del nostro gruppo nel corso del viaggio morì d’infarto. La prima parte dei miei viaggi con la parrocchia si concluse nel 1990, con la visita di Belgio, Olanda e Lussemburgo. La seconda parte ha riguardato la visita dell’Egitto (da solo) nelle vacanze natalizie 1993/94, e il viaggio nell’agosto 1995 (con mia madre) a Vienna, Praga, Budapest, nell’Europa dell’est post – comunista. Sono state delle belle esperienze, che ogni tanto mi ritornano in mente come dei sogni, correlate quasi sempre da begli alberghi, poche volte da alberghi scadenti e guide turistiche che spiegavano ogni cosa, ma di voglia di camminare per visitare i luoghi di interesse ne avevo ben poca. Una volta a Monaco di Baviera ci fecero pagare dei danni in un albergo per colpe che non avevamo assolutamente commesso.
 
  • Oltre la Parrocchia

Oltre alle vacanze con la parrocchia ho partecipato ad altre vacanze. Nel 1985 al ritorno da un viaggio da Londra, per motivi familiari, all’aeroporto londinese di Luton mi capitò una disavventura per via di una pistola giocattolo: suonò l’allarme al controllo, i gendarmi capirono sì che non era una vera e propria arma da fuoco, ma per timore che spaventasse i passeggeri del nostro volo, chiudendola in una busta, la diedero in custodia ai membri dell’equipaggio aereo. Durante il viaggio gli stessi mi chiamarono nella cabina di pilotaggio, ricordo un pilota che mi disse che aveva un nipote che si chiamava come me, io tutto intimorito non lo seguivo molto. All’aeroporto romano di Ciampino coloro che erano venuti a prenderci ci dissero che era stato annunciato il ritardo del nostro aereo “per un contrattempo per una pistola giocattolo”, uscì anche un piccolo trafiletto in un giornale. Successivamente sono stato in Tunisia con la mia classe, quando frequentavo le scuole medie superiori; gli ultimi miei viaggi all’estero, con alcuni miei familiari, sono avvenuti nel 2000 in Austria, e nel 2001 in Svizzera.

Nell’ultimo decennio non ho viaggiato molto, tranne che in qualche brevissimo viaggio pasquale nelle storiche cittadine toscane ed umbre. Visto che questo è il periodo delle vacanze ho ritenuto opportuno parlare e ricordare, soprattutto, come io le abbia passate: ognuno il suo blog lo colora in base alle proprie idee e alle sue esperienze vissute, non sono certo delle vanterie. Molti di voi avranno viaggiato molto più di me e molto più lontano grazie ai gruppi di sbandieratori che sono presenti nel paese di Cori, oppure hanno viaggiato per altri motivi. Io negli sbandieratori non ho avuto molta fortuna: all’estero ho partecipato solo ad un’uscita a Le Havre, Francia, nel marzo del 1994, negli stessi giorni in cui Berlusconi e la destra vinsero per la prima volta le elezioni. Nel viaggio del ritorno mi abbandonai a scene di esultanza inconsueta che un mio caro amico (lo stesso che non aveva il visto sul passaporto per entrare in Polonia) ancora me le ricorda.

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