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domenica 3 luglio 2011

99) IL PAESE DEI NO E DEGLI PSEUDO IDEALISTI


UN POPOLO PAUROSO DICE SEMPRE DI NO A TUTTO, DAL NUCLEARE ALL’ALTA VELOCITA’: I NO SONO INCORAGGIATI DA UNA BEN NOTA PARTE POLITICA, DALLA STAMPA E DAI FALSI MORALISTI, CON I GIOVANI CHE INTRAPRENDONO IDEE CONDANNATE E SUPERATE DALLA STORIA.

Siamo il paese dei no: no all’energia nucleare, no all’alta velocità, no alla metropolitana leggera a Latina, ecc. Se avessimo detto sempre di no a tutto a quest’ora staremmo ancora all’età della pietra. Poi non lamentiamoci se non c’è il lavoro! Le notizie di solito vengono strumentalizzate e falsificate a proprio comodo: se la tragedia di Fukushima fosse come la descrivono i media italiani il Giappone non esiterebbe un istante a chiudere tutti i reattori nucleari nel suo territorio, invece nel Sol Levante il progetto nucleare andrà avanti, evolvendosi sempre di più. Le organizzazioni cattoliche mi hanno fatto venire un nervoso perché si sono mobilitate in massa per il referendum; l’altra volta guai a chi votava per la fecondazione assistita, sebbene fosse stata vietata dal governo di centrodestra non era poi tutto quello scandalo: avrebbe consentito di curare la sterilità e le altre malattie. Avete pensato solo a voi, cosa sarà un domani dei vostri figli e dei vostri nipoti quando non ci sarà più il petrolio? Le energie cosiddette alternative non riusciranno a coprire gran parte del fabbisogno nazionale, vuoi per i limiti che dispongono (ad esempio quando c’è poco sole o poco vento) e vuoi perché se si impianteranno enormi quantità di pannelli fotovoltaici rovineranno l’ambiente e lo deturperanno con orrendi spettacoli. Nell’energia nucleare c’è il pro e il contro, come in tutte le altre cose: tutto inquina e provoca danni alla salute. Se domani Al Qaeda, alla vigilia delle politiche, dicesse che se vincerà la destra distruggerà l’Italia, scommetto che gli italiani intimoriti voteranno in massa sinistra. La cosa importante è essere duri e non farsi coinvolgere emotivamente dai singoli episodi, divenendo tutti noi italiani delle signorine fragili e paurose. Uno degli elementi positivi del Regime Fascista era quello che formava gli italiani nel carattere sin dalla tenerissima età, ma è anche vero che allora le notizie del mondo (tramite giornali, radio, cinegiornali) erano un’esclusiva della ristretta classe agiata. Fortunatamente Latina, Aprilia, Pontinia, Pomezia e Sabaudia sono sorte con la bonifica delle Paludi Pontine, sotto il Fascismo: le circostanze odierne, democratiche e da no a tutto, non lo avrebbero certamente consentito.


Le grandi arterie di comunicazione, come le autostrade e le ferrovie, hanno fatto divenire l’Italia una delle nazioni più industrializzate del mondo e bisognerà costruirne delle altre per mantenere tale sviluppo. La metropolitana leggera a Latina avrebbe ridotto il traffico con la diminuzione delle automobili, delle circolari e avrebbe collegato tre punti chiave della città: la stazione, le autolinee e il lido. Benché siano nate le arterie di comunicazioni e le cementificazioni gli alberi sono in progressivo aumento in Italia, ce ne sono molti di più rispetto ai tempi antichi: per esempio nelle aree interne ed incontrollate della penisola, dove l’uomo vi si reca pochissimo. Le “cause nobili” degli ambientalisti non sono del tutto disinteressate: Celentano tutti i miliardi che prendeva alla Rai quando trattava questi temi; nel nostro paese, quando al giardino la giunta di destra fece abbattere una manciata d’alberi scoppiò il finimondo, quando invece nel Parco dell’Impero la giunta di sinistra ne fece tagliare un’enorme quantità nessuno disse nulla. Benigni ogni volta che dice quelle quattro stupidaggini in televisione, pagate sempre fior di miliardi, sembra che si sia reso protagonista di chissà quale straordinaria impresa: la lettura della Divina Commedia, la recensione dell’Inno d’Italia (a questo proposito in internet ci sono migliaia di siti che lo spiegano). Finalmente di Santoro (un altro poverello mantenuto da noi) ci siamo liberati, anche se la sua trasmissione di parte ultimamente era stata controbilanciata dal Radio Londra di Giuliano Ferrara.


 È sempre una questione di interesse e non di purezza ideale e di coerenza. In alcuni angoli d’Italia, come in più ampie zone (le cosiddette regioni rosse), coloro che si definivano comunisti hanno messo su vere e proprie ramificazioni in tutti i settori, coadiuvati dai sindacalisti, raggiungendo un apice economico notevole e dopo fanno i discorsi moralisti: non si sentono in colpa? Non dovrebbero cedere il superfluo agli altri? Puntano il dito sugli avversari politici, ritenendoli carogne, farabutti o peggio, ma non guardano in casa propria, dove spesso si sente sui media di arresti, di indagini per male affari nella loro area politica. (Un amico prete venezuelano mi ha detto che nel suo paese la gente stava bene prima dell’avvento di Chavez, uno che sta al potere antidemocraticamente sopprimendo le opposizioni: sequestra i beni, ma egli i suoi palazzi se li tiene stretti.) 

I giovanissimi vengono attratti da costoro: perché? Hanno istituito un consiglio dei giovani che non si capisce a cosa serva (per le offerte di lavoro e per i concorsi? E prendono tutto da internet?), che ufficialmente si dichiara neutrale, ma che inveisce contro Berlusconi e il Pdl. Degli altri ragazzetti si appuntano nel petto il distintivo della falce e del martello accanto a quello del loro partito politico: sanno cosa voglia dire quel fregio? Milioni e milioni di morti (quasi 100 milioni per essere precisi), da Stalin, a Pol Pot, il dittatore cambogiano che sterminò un terzo della popolazione del suo paese, a molti altri. La stampa, come gli altri mezzi di comunicazione, gioca un ruolo fondamentale nell’influenzare le masse, in Italia è quasi interamente conforme al centrosinistra, tranne rare eccezioni.

I giornali che acquistano i caffè per i clienti, sono quasi tutti di parte avversa al governo e alcuni che tradizionalmente mi sono stati sempre simpatici (Il Messaggero, Latina Oggi) non si possono più leggere. Il Giornale alcuni locali lo continuano a comprare da quando non viene più allegato al maggiore quotidiano della nostra provincia: chiaramente una fascia di clienti vi si è affezionato. Anche “Il Tempo” inizia a farsi vedere, perché viene allegato a “La Provincia. Io un paio di volte, su proposta di politici dell’area di destra, i quali cercavano dei cronisti su richiesta degli editori dei giornali, sono andato vicino a fare il corrispondente per Cori per i quotidiani della provincia di Latina (Latina Oggi alcuni anni fa e recentemente la meteora Corriere Pontino): non sarebbe stato un vero e proprio lavoro, mi avrebbero compensato con una miseria, e se uno avesse avuto un altro impiego avrebbe potuto conciliare benissimo le due cose, tanto si sarebbe trattato solo di trascrivere i comunicati che gli avrebbero inviato. Avrei dovuto lasciar da parte le mie idee, che nel blog posso esprimere liberamente, ed assumere un ruolo imparziale; le proposte però in entrambe le occasioni non sono andate in porto. Da una parte mi sono sentito sollevato perché avrei solo sacrificato il tempo libero a discapito del riposo e dello svago, dall’altra un po’ rammaricato, chiedendomi il perché prima è quasi tutto sicuro e poi non sono più adatto. Meglio così: si dice sempre di sì a queste proposte più per cortesia verso chi propone che per convinzione; è meglio avere il blog e scrivere tutto quello che uno si sente di scrivere, piuttosto che allinearsi per convenienza alle discontinue posizioni di questi quotidiani. La spallata al governo che i suddetti e tutti i politici della parte avversa auspicavano ci fosse con i referendum non c’è stata: il governo andrà avanti col programma e il maggior partito si rinnova, eleggendo Alfano segretario, proiettandosi così nel futuro prossimo. Ma state attenti sempre a Berlusconi: ogni qualvolta che lo danno per morto, per finito, risorge sempre, tirando fuori il meglio di sé!

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