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domenica 9 ottobre 2011

106) IL CATTOCOMUNISMO


SCONFESSIONE DELLE TEORIE CATTOCOMUNISTE

Nelle ultime righe del mio ultimo scritto ho accennato alla Marcia della pace “Perugia – Assisi”, o presunta tale. Presunta tale perché in questi ultimi mesi nessuno di coloro che vi hanno partecipato, che si riconoscono in una ben nota area politica, ha mosso un dito contro la guerra di Libia. Nel 2003 in occasione della guerra americana contro l’Iraq costoro scatenarono il putiferio. Saddam Hussein non era forse uguale a Gheddafi, in uccisione di oppositori politici e civili? Allora quei pacifisti avevano intenzione di colpire il governo italiano che dall’esterno appoggiava l’intervento contro l’Iraq; mentre oggi l’interventismo sfrenato del Presidente della Repubblica Napolitano, il quale ha costretto il governo italiano a concedere le basi agli alleati della Nato e a partecipare alle incursioni aeree in Libia, ha contagiato tutta la sinistra. Il Presidente Usa Barack Obama, “nero e buono”, non è affatto diverso e fa tutto quello che faceva il predecessore George Bush, “bianco e cattivo”, compresi i raid aerei in tutte le parti del mondo per far fuori i terroristi islamici.

Le componenti che si aggregano ai cattolici progressisti in molti casi sono dichiaratamente atee, credono che il Cristianesimo si limiti alla Caritas, attaccano la Chiesa, accusandola di ingerenza, quando interviene a difesa della vita, contro l’aborto, contro l’eutanasia, contro il riconoscimento giuridico delle convivenze al di fuori del matrimonio, contro le manipolazioni genetiche; ma la elogiano quando il Papa invita a ricercare energie pulite, schierandosi contro il nucleare, o gli alti prelati richiamano i politici a ritrovare una condotta morale e a  “purificare l’aria” (ma non era riferito esclusivamente a ciò che credevano e speravano si riferisse quel messaggio). Alcuni cardinali si dice che tramino per far cadere il governo e far rinascere la Democrazia Cristiana: questa è vera ingerenza. Oppure quando dei sacerdoti, dichiaratamente progressisti e qualcuno non italiano, per la rete tirano fuori con orgoglio gli editoriali di “Famiglia Cristiana” contro il governo, una rivista che non dovrebbe assolutamente essere venduta dentro le chiese: volete far politica? Nessuno ve lo impedisce, ma in altri luoghi e in altre circostanze. Cercano il dialogo interreligioso, l’ecumenismo, d’accordo, ma ciò non vuol dire chiedere quasi scusa per essere cristiani e accettare l’idea che altri culti possano sopraffarci. Ogni nazione con la sua religione, le sue usanze e i suoi usi e costumi: è questa la bellezza del mondo.

Possedimenti italiani 1940
Se le nazioni europee possedessero ancora l’Africa, trattando i possedimenti non più come colonie ma come province d'oltremare, si risolverebbero i problemi della fame e del sottosviluppo: ogni nazione provvederebbe a costruire strade, autostrade, ospedali, scuole, acquedotti, vi impianterebbe industrie, ecc. Le risorse quei paesi le hanno, il guaio è che sono governati da banditi che pensano solo ai propri interessi e se si mandano aiuti li impiegano per acquistare armi. Le popolazioni si liberassero da costoro, che vorrebbero tenerli in un cupo medioevo. I vecchi possedimenti italiani della Libia e dell’Africa Orientale stanno vivendo situazioni travagliate per svariati motivi: non potrebbe essere una buona occasione per l’Italia per riprendersi quei territori? Le truppe di occupazione a suo tempo purtroppo non si comportarono bene, perché erano costrette a rispondere con durezza alle ribellioni, ma i regimi che sono arrivati successivamente in quei territori non sono stati più teneri. Questa volta lavoreremo per lo sviluppo di quelle terre, specie dell’Africa Orientale, rispettando la cultura, le tradizioni e la religione di quella gente, non andremo ad imporre le nostre usanze. Però penso che non tutti ci accetteranno di buon grado ed alcuni potrebbero scatenare una guerriglia, per cui non so se ne varrà davvero la pena.

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