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domenica 23 ottobre 2011

108) NO ALL’ABORTO



PENSIERI NEGATIVI SULL'ABORTO





Perché si sopprimono le vite nel ventre materno? Perché non si dà la possibilità di vivere e conoscere la vita umana? Ora non voglio giudicare i singoli episodi, potrete giustamente dire: “tu che ne sai tutto quello che abbiamo passato, prova a metterti nei nostri panni e vedremo come ti saresti comportato!” Certamente non so tutto quello che c’è dietro quando si decide di abortire, le cause che portano a quella drastica e dolorosa scelta e come mi comporterei se per un valido motivo mi trovassi ad optare per quella possibilità, ma la mia tendenza e la mia idea principale sono: “no all’aborto, si alla vita, anche se il nascituro dovesse presentare degli handicap e delle malformazioni”.  La causa principale degli aborti forse sarà proprio quella, oppure il concepimento in una violenza sessuale. Neanche hanno una degna sepoltura i feti soppressi, si inceneriscono. Un’alternativa all’aborto è la possibilità di mettere alla luce il bambino e non riconoscerlo, delle strutture pubbliche specializzate si occuperanno di lui, un’altra è la possibilità di darlo in adozione a delle coppie che vorrebbero disperatamente avere dei figli e non vi riescono.






Effettivamente non so però se convenga davvero sopprimere la legge sull’aborto (la legge italiana 194/78 consente questa pratica alle donne entro i primi tre mesi dall’ultima mestruazione): non tutti cesseranno di praticarlo ed alcuni si daranno alla clandestinità; ma la maggioranza tra coloro che lo cercherebbero non andrà contro la legge. Sugli aborti spontanei, non volontari, non si può dire nulla, neanche quando sia la mamma, sia il bambino sono in pericolo di vita, dovendo scegliere chi salvare e si sceglie la madre. In altri paesi dove non è molto sentita la presenza religiosa l’aborto è la prassi, da noi qualche scrupolo di coscienza c’è. In una vecchia lettera, in versi, di un bambino rifiutato, ritrovata su un giornale locale, si dà la voce ad un bambino mai nato, secondo la visione religiosa tra i mille dubbi e le incertezze che attanagliano l’uomo sull’esistenza delle divinità, trovando il facile alibi del bambino in creazione, che per questo non può svelare tale mistero. 

Cara mamma, il dì di tua festa scrivo: (1)
per dirti che ti voglio bene lo stesso,
pur se grazie al tuo rifiuto non vivo.

Si, hai capito bene! E non son fesso:
dal mio cuor piccin voglio perdonar
perché sei sempre mamma da amar!


 Ti vorrei dir nella mia infantil veste (2)
che Qualche Persona m’ha accolto:
un Creator ed una Mamma Celeste;
tu rideresti dall’adulto capo assorto:
l’alba dell’esistenza dal nulla spunta,
fa luce, al tramonto al nulla ripunta.


    Grazie a te il cervello non è evoluto (3)
per capir chi abbia dei due ragione;
se il Dio c’è premierà il mio rifiuto,
bensì se fossi campato in situazione
ch’avrei meritato il supplizio eterno
e spero che tu non vada all’inferno!


In modo che potremo abbracciarci (4)
e d’affetto non rimarrem mai senza:
perciò nessuno potrà mai separarci
e tu non potrai più negar l’evidenza;
come l’immortalator, ribelle a realtà,
che si cimenta nelle ottuse volgarità.


Quindi, se sia arrivederci o “a Dio”, (5)
attendo che codesta lettera arriverà
al mondo ove non son cresciuto io:
che sia privazione o fortuna chissà?
Or in quel ch’è vostro ignoto vado!
Son il tuo bambino ch’hai rifiutato.
  1. Il giorno della festa della mamma il bambino scrive per dire alla madre che la perdona, perché nonostante tutto rimane sua madre.
  2. Il riferimento è al Vangelo: solo chi nella ragione è semplice come i bambini riesce a concepire il Regno dei Cieli, mentre per un adulto rimane più difficile proprio perché ha le sue logiche, le sue teorie e l’intelligenza, la quale dà una risposta a tutto ciò che vede e non a quello che non vede.
  3. Proprio perché non è mai venuto al mondo, non è mai divenuto bambino, non sa dare la risposta giusta; ma per egli può essere considerato un bene che non sia mai vissuto in Terra, perché avrebbe potuto intraprendere strade che non gli avrebbero consentito di raggiungere un’immediata salvezza eterna, che ha raggiunto grazie a questa situazione, e spera che anche tutti gli altri (per lui specialmente la madre) la raggiungano.
  4. In modo che potrà trovare l’affetto materno che non ha mai avuto, non potendo più la madre negare il fatto di essere sua madre. Si aggiunge una similitudine dell'artista in generale che nelle sue realizzazioni, sfuggendo dalle reali situazioni, va a cercare delle alternative che non sempre sono piacevoli.
  5. I saluti finali: arrivederci, addio o “a Dio”? Il non essere nati è una fortuna o una privazione? Dopodiché c'è Il dissolvimento nel nostro ignoto e la firma.

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