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lunedì 14 ottobre 2013

198) PRECISAZIONI SULL’IMMIGRAZIONE

Da parecchi giorni si assiste ad uno sciacallaggio riguardante i naufragi di coloro che su mezzi improvvisati tentano di traversare il Mar Mediterraneo. La morale di queste chiacchiere è che la colpa di quelle tragedie ricadrebbe su tutti noi e per non avere più la coscienza sporca dovremmo aprire le frontiere indiscriminatamente a tutti, a costo di cancellare l’identità del nostro popolo dalla nostra nazione. Cercherò di smontare quelle teorie ma prima di ogni altra cosa esprimo il mio cordoglio per tutte le vittime degli affogamenti.




  • La legge “Bossi – Fini” e la altre leggi 
La legge sull’immigrazione denominata “Bossi – Fini” e il connesso reato di clandestinità sono stati i primi a finire sul banco degli imputati. Negli anni ’90 quella legge ancora non c’era e mi sembra che gli approdi irregolari, dall’Albania ma anche dal Nord Africa, tramite zattere malridotte e gommoni, ci fossero già allora, con qualche inevitabile episodio tragico. Non è vero che la normativa vigente non prevede il soccorso alle imbarcazioni in difficoltà, mentre il contrasto all’immigrazione illegale era previsto anche nelle precedenti leggi del centrosinistra. Sono mesi che sbarcano a rotta di collo: per quale motivo i nostri governanti non si sono prodigati per bloccarli alla partenza? Vi ricordate quando c’era Maroni al Ministero degli Interni ed era molto attivo nel fermare queste rotte di morte? Con la minaccia della crisi di governo addirittura Berlusconi inviava a Tripoli e a Tunisi per accordarsi sui pattugliamenti delle coste nordafricane, onde evitare che le organizzazioni criminali speculassero sulle pelle delle persone. Ormai questi viaggi per mare fruttano molto di più del traffico di droga.


  • Rifugiati, non rifugiati, illusioni e difficoltà degli autoctoni
Perché gli organismi internazionali (Ue, Onu) solo ora si sdegnano, piangono e fanno i moralisti sul diritto d’asilo per i rifugiati? Cosa hanno fatto prima di oggi? Perché non sono andati in Libia e in altri paesi ad interessarsi di quelle questioni? Non possono pretendere che l’Italia da sola si faccia carico di milioni e milioni di persone richiedenti asilo. Uno stato sull’orlo del baratro finanziario non può affrontare in solitudine un esodo di notevole portata. E dei nostri connazionali finiti in miseria (molti dei quali si uccidono) chi se ne occupa? E dei nostri giovani senza un futuro? Molti di essi sono disposti a buttare nel cestino i pezzi di carta conquistati e a rimboccarsi le maniche, tornando ai mestieri manuali. È vero che qualcuno non ha voglia di fare e di adattarsi ed è altrettanto vero che mai e poi mai si ridurrà a lavorare a livelli da schiavitù; alcuni hanno la fortuna di avere i genitori come fonte di sostentamento, ma presto o tardi quella manna finirà. Per la questione dei rifugiati possiamo farcene carico in piccola parte: basta che l’Onu apra delle agenzie, in cui si possono fare delle domande ed i richiedenti asilo verranno accolti in egual misura nelle nazioni europee ed americane. I ricchissimi paesi arabi del petrolio perché non si offrono volontari per ospitare i loro stessi fratelli musulmani? La guerriglia islamica provoca instabilità in molte nazioni africane ed asiatiche. Penso all’Afghanistan: se non fosse per i talebani, smaniosi di riprendersi il potere e di riportare quel paese al Medio Evo, si getterebbero le basi per migliorare le condizioni di vita. I militari dell’occidente in alcuni stati mantengono l’ordine, portano aiuti e per ringraziamento ricevono delle raffiche di mitra. Le ex colonie hanno voluto l’indipendenza dalle nazioni europee, se fossero rimaste dipendenti ciascun stato d’Europa avrebbe provveduto a migliorare le condizioni di vita (le risorse abbondano); oggi sono i propri governanti ed i propri dittatori ad impedire il progresso: quegli individui spesso si arricchiscono con gli aiuti dell’occidente destinati al loro popolo ed al loro territorio. Non sarebbe il caso di ripristinare delle amministrazioni fiduciarie gestite dall’Europa? Non c’era più prosperità e sicurezza con i vecchi regimi abbattuti nei paesi arabi? Qualcuno di quelle genti inizia a capire: in Egitto pochi sono disposti a seguire i “Fratelli Musulmani”, i quali vorrebbero provocare la guerra civile, dopo che una sollevazione popolare ha determinato l’intervento militare per allontanarli dal potere. Anche nelle nazioni islamiche più laiche la legge del Corano è legge di stato: basti pensare alle notizie che arrivano dal Pakistan, dove si emettono delle sentenze di condanne a morte per blasfemia. Ho seguito un programma in televisione che mostra la vita in alcune zone africane ed asiatiche dove non ci sono conflitti ed in cui qualche abitante del posto si lamenta che vogliono andare tutti in Europa, quando lì ci sarebbe molto da fare: coloro che vogliono andarsene hanno dei titoli di studio elevati e la convinzione, illusi anche dai nuovi negrieri, che troveranno l’eldorado; quando invece molti di loro si ritroveranno sfruttati dalla mattina alla sera per pochi euro, saranno ammassati in abitazioni fatiscenti ed in pessime condizioni igieniche o ancora dovranno ingrossare le fila della delinquenza per sopravvivere. Prima di arrivare penso che non morissero di fame se disponevano di molto denaro per pagarsi queste lunghissime traversate ed erano consapevoli dei rischi che si correvano a sovraccaricare dei decrepiti barconi, stando alla deriva per giorni e per notti. Il messaggio che arriva loro è quello che il nostro paese è terra del bengodi e non terra franca, disciplinata e del rispetto delle leggi.


  • Confronto tra emigrazione italiana ed immigrazione odierna 
Dagli ambienti radical chic spesso si incita all’immigrazione universale senza regole, ricordando che anche noi siamo stati un popolo di emigranti. Le Americhe sono degli sterminati continenti che furono strappati attraverso veri e propri genocidi ai popoli locali (pellirossa, aztechi, inca, indios), che erano da riempire, da popolare, da formare ed affamati di manodopera: i governi di quel continente incitavano gli europei a varcare l’oceano in modo regolare a milioni. Una volta giunti nel nuovo mondo gli emigranti, provvisti di regolari documenti, venivano censiti, registrati e visitati. Gli stati europei sono piccoli, hanno le loro culture e le loro identità, costruite attraverso millenni di storia: le vestigia lasciate ne sono la testimonianza, e devono porre dei limiti all’immigrazione, tenendo conto dei fattori sociali, culturali e dai periodi economici favorevoli o sfavorevoli. Francia e Gran Bretagna, che praticamente possedevano quasi tutta l’Africa e quasi tutta l’Asia, hanno inaugurato l’immigrazione in Europa, agevolando gli abitanti delle ex colonie che volevano stabilirvisi. Perché oggi non riscoprire l’emigrare nel continente americano, la cui superficie rapportata al numero degli abitanti produce ancora una bassa densità di popolazione e quasi tutta formata da discendenti di emigranti?



  • I valori tradizionali patriottici e religiosi


Mi son recato al cimitero con una persona, la quale ha visitato tutti i suoi parenti defunti, compreso un suo bisnonno: classe 1899 e sul marmo era riportata l’onorificenza “Cavaliere di Vittorio Veneto”. Quel titolo fu istituito per tutti i reduci della guerra 1915 – 1918, ovvero la “Prima Guerra Mondiale” o “Grande Guerra”, l’ultimo conflitto per conseguire un’Italia unita dalle Alpi alla Sicilia, in cui "i ragazzi" del ’99 furono reclutati dopo la disfatta di Caporetto e furono decisivi ai fini della vittoria finale. Dalle ultramillenarie rocce ciclopiche, svetta l’Angelo in memoria di tutti i caduti di Cori per la patria, con il tricolore italiano che sventola. Tante persone sono morte per farci vivere in un’Italia, libera, indipendente, legata alle sue trazioni storico – culturali, non bisogna dimenticarlo. Non bisogna dimenticare altresì tutti coloro che sono caduti perché l’Europa rimanesse cristiana: a Poitiers, a Lepanto, a Vienna. Io onoro e glorifico moltissimo tutti questi caduti. Oggi noi abbiamo superato la religiosità e i suoi conflitti, ma dalla parte islamica no: alcune frange più estremiste sognano di conquistare ed islamizzare l’occidente. Per cui bisogna fare attenzione, vista anche la nostra posizione geografica, altrimenti il sacrificio di tutti i caduti, affinché noi vivessimo in una nazione indipendente, più giusta, più libera e con i nostri valori tradizionali sarà stato vano. Per carità, noi ospitiamo, aiutiamo, soccorriamo; ma non possiamo permetterci di prendere tutto il mondo a casa nostra.

4 commenti:

  1. La crisi ne uccide altri due. Ma per lor signori va tutto beneA Vicenza un disoccupato di 40 anni strangola i suoi cani e si toglie la vita. Nel Trevigiano, invece, un agricoltore si è impiccato nella sua stalla perché non riusciva a pagare le rate del mutuo

    Altre vittime della crisi economica. Un 40enne è stato trovato morto lungo una strada che circonda l’abitato di Enego, in provincia di Vicenza, con un coltello conficcato nel petto. L’uomo, disoccupato da un paio di anni, in precedenza aveva impiccato i suoi due cani, uno dei quali però è riuscito a salvarsi lanciandosi dal cappio.

    Non solo. Pochi giorni fa nel trevigiano, invece, un agricoltore si era suicidato impiccandosi ad una trave della sua stalla perché non riusciva più a pagare le rate del proprio mutuo.

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  2. Maria, disoccupata con figlia: “Mi sento invisibile, come molti italiani”

    La storia di Maria, nome di fantasia su richiesta della diretta interessata, è quella di tanti italiani “invisibili” alle istituzioni che dovrebbero occuparsene. Tampo fa abbiamo raccontato la vicenda di Giuseppe Caddeo, bolognese costretto a vivere in auto, senza sussidi né aiuti. Per Maria l’anonimato è invece necessario, anche per la situazione familiare particolarmente delicata e con risvolti giudiziari: Maria è divorziata, con suo ex marito c’è una causa in corso. A quasi 50 anni non riesce a trovare un lavoro. E’ stata operatrice sanitaria, da quattro anni è disoccupata. E, quel che è peggio, si trova con una figlia da mantenere, che si sta affacciando all’Università. Maria vorrebbe poter garantire una vita dignitosa e il diritto allo studio a sua figlia, ma al momento non riesce. “Per la mia situazione ho chiesto aiuto alla Caritas e alla Croce Rossa, ma mi hanno risposto che in troppo chiedono aiuto. E danno sempre la precedenza agli stranieri” sostiene Maria. Che racconta: “Ho molti problemi di salute dovuti alla depressione e allo stress. Problemi cardiaci, diabete, ho avuto una paresi facciale. Nessuno mi aiuta! Ho tentato il suicidio due volte, ed era meglio se non mi avessero salvata”. Parole dure, cui si aggiunge il ricordo della sua situazione famigliare: “Nonostante il mio ex marito stia lavorando e sia in regola, a me e a mia figlia passa 400 euro al mese e io ne pago 365 di affitto, naturalmente in nero. Non è bello dire alla figlia che non c’è niente da mangiare. Lei sta mettendo i miei vestiti di quando io uscivo di casa, ora non esco più per la depressione. Anche mia figlia sta cercando lavoro, ma trova solo lavori in prova, non retribuiti. Non mi sento più italiana, mi sento invisibili a tutte le istituzioni. Ho addirittura pensato di vendere un rene”.
    Prima di rivolgersi a Qelsi Quotidiano, Maria aveva chiesto aiuto a “Portici magazine”. In allegato il video dello stralcio della puntata in cui si parla di lei.

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  3. Non sono fuggito dall'Eritrea per troppa fame, ma per troppo cibo. A volte ci offrono la mortadella e ci dicono: 'La conoscete?'.Ma certo che la conosciamo. Pensano che sia la fame che spinge a lasciare l'Eritrea. Sirak, profugo eritreo arrivato a Lampedusa, Panorama del 23 ottobre 2013

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  4. La bufala dell’Ansa: la risoluzione europea sull’immigrazione non si riferisce alla Bossi-Fini

    Oggi l’Ansa ha battuto una notizia che è stata poi interamente copiata/incollata dai siti di Corriere e Repubblica: “Il parlamento Ue ha approvato oggi una risoluzione bipartisan sui flussi di migranti nel Mediterraneo dopo la tragedia di Lampedusa. Il via libera è arrivato a larghissima maggioranza, e per alzata di mano in occasione del dibattito sul vertice dei capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’Ue di domani e venerdì. Nella risoluzione si chiede di “modificare o rivedere eventuali normative che infliggono sanzioni a chi presta assistenza in mare”. Il passaggio è particolarmente importante perché trattasi di un implicito riferimento alla legge Bossi-Fini del 2002“.
    La parte in corsivo è una considerazione personale, del tutto errata, del giornalista in questione, che non a caso parla di riferimento implicito. La risoluzione, com’è ovvio, non cita assolutamente alcuna legge italiana. Come correttamente riportato dal lancio Ansa, chiede semplicemente di “modificare o rivedere eventuali normative che infliggono sanzioni a chi presta assistenza in mare”. Eventuali, per l’appunto.
    In Italia queste normative non esistono, nonostante la disinformazione imperante e scatenata dopo la tragedia di Lampedusa. La legge di riferimento è la Turco-Napolitano con successive modifiche, che non prevede alcuna sanzione a chi presta assistenza in mare.

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