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domenica 20 dicembre 2015

295) PREVISIONI FUTURE, SPERIAMO FASULLE

«Nel 2043 Roma capitale del Califfato Isis», la profezia della veggente dei Balcani

di Ida Artiaco



«Nel 2016 si inasprirà la guerra dell’Occidente contro il mondo islamico cominciata con la primavera araba. La fine si avrà soltanto nel 2043, quando verrà istituito un nuovo califfato che avrà Roma come suo epicentro». A parlare non è Nostradamus, ma una anziana donna non vedente di origine bulgara, dal nome Baba Vanga, venuta a mancare nel 1996 a 85 anni dopo oltre 50 dedicati alla chiaroveggenza.

Le sue parole non farebbero così paura se non si considerasse che nella sua vita abbia predetto una serie di eventi, tragicamente verificatisi qualche anno dopo la sua morte. Primi tra tutti, gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, che sconvolsero l’America e tutti i suoi alleati, e lo tsunami del 2004. Ripercorrendo tutte le profezie della donna, da molti conosciuta come la “Nostradamus dei Balcani”, ci si accorge che il suo margine di errore è piuttosto ridotto, circa il 15%.

Baba Vanga, nata a Strumica, attuale Macedonia, nel 1911 da una famiglia di origini poverissime, perse la vista, secondo quanto riportato dai tabloid locali, dopo essere stata colpita da un tornado a soli 12 anni. Ben presto ebbe le prime apparizioni: si diffuse la credenza che la donna riuscisse a leggere nel pensiero e a prevedere il futuro. Addirittura i leader comunisti del Paese chiesero il suo aiuto paranormale per organizzare la loro agenda politica.

Tra gli altri eventi da lei predetti ci sarebbero anche la tragedia del sottomarino Kursk, avvenuto nel 2000, l’elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti, sottolineando che sarebbe stato afroamericano e l’ultimo della storia, e la Primavera araba. Proprio da questi ultimi eventi, Baba Vanga avrebbe avvertito l’Europa di correre ai ripari contro la furia islamica, che stravolgerà il Vecchio Continente così come lo abbiamo conosciuto finora e ne sterminerà le popolazioni. Fino a che, come riportato dal sito News.co.au, nel 2043 l’economia europea sarà soggetta alla legge di un nuovo califfato che sorgerà a Roma. Addirittura, nel 2066 la Capitale Italiana, sotto il nemico musulmano, sarà bombardata dagli Usa con un’arma climatica.
Martedì 8 Dicembre 2015, 16:47 -



Molte profezie, che speriamo non si verifichino mai, dicono che arriveranno tempi duri per Roma e per l’Italia. Sin dal 2000, all’alba del nuovo millennio, si pronosticava un’islamizzazione dell’Europa attraverso le guerre: i quotidiani pubblicarono infatti le previsioni degli astrologi e dei futuristi in vista del domani, i quali si vantavano di aver predetto i crolli del Muro di Berlino e dei regimi comunisti. Qualche previsione diceva che l’Italia sarebbe piombata in una guerra civile (nord contro sud?) e gli anticlericali avrebbero distrutto il Vaticano, dopodiché le nazioni islamiche avrebbero invaso l’Europa. Questi eventi nefasti erano previsti intorno al 2013; finora l’abbiamo scampata sino ad un certo punto: da qualche tempo c’è stata infatti una netta impennata delle violenze e delle guerre islamiche (iniziò tutto l’11 settembre 2001). Una centuria di Nostradamus (tali centurie ognuno le può definire a modo suo) fu interpretata in tale modo: per Roma arriverà la rovina, non per le proprie mura, ma per il suo sangue; alla fine sarà salvata da un Re Francese (Enrico), succeduto alla Repubblica di Francia, che alleato con l’esercito dell’aquila (Germania o Stati Uniti), caccerà gli invasori dall’Europa. Le violenze che fino a questo momento sono state compiute in Europa per il fanatismo mussulmano sono state il frutto non delle guerre dirette di conquista, ma di molte politiche autolesioniste, imperanti di buonismo, non aperte, spalancate all’immigrazione di massa incontrollata. Per tutti, non solo per i futurologi, è facile tirare ad indovinare e se si azzecca una previsione è semplice dire: l’avevo predetto; se non si azzecca si dice: ci sono andato vicino. Negli anni ’70 nessuno pronosticava la dissoluzione del Blocco Orientale, mentre negli anni ’80, quando iniziavano ad intravedersi delle crepe nei sistemi politici dell’Europa dell’Est, qualche indovino provava ad azzardare che presto il comunismo sarebbe crollato. Gli esperti del mondo arabo – mussulmano conoscevano già da decenni le molteplici contraddizioni di quella cultura, gli episodi di violenza legati a quella religione ci sono sempre stati, compresi gli attentati contro gli Usa: non era sorprendente pronosticare qualche grande attentato, anche se nessuno avrebbe mai immaginato l’abbattimento delle Torri Gemelle. Negli anni ’90 la Lega Nord voleva fortemente la creazione di uno stato settentrionale: si poteva profetizzare una futura guerra civile italiana; oggi questo tema è passato in secondo piano e gli astrologi non se ne occupano più. Il tema del momento è l’Isis che intende conquistare Roma e non solo e si prova a prevede in tal senso. Anche se queste ipotesi, queste previsioni, sono soltanto delle supposizioni e degli azzardi, noi stiamo zitti, siamo mosci, paurosi, ormai ci manca quell'orgoglio patriottico - nazionale e quel coraggio di rispondere a tono: magari dicendo che Roma e l'Italia sono inespugnabili, perché ben difesi, perché forti e d'informarsi che cosa è stata Roma nella storia. Non riescono a piegare Israele, figuriamoci se potranno compiere il resto. 
L’unico ricordo piacevole che ho relativo ad una profezia è quello che riguarda l'ultimo scudetto della SSLazio. Nel 1999 la Lazio perse il campionato per un punto alle ultime giornate; un barista della piazza mi disse di non disperare, perché anni prima aveva sentito un mago in televisione che aveva predetto che ci sarebbero stati tre papi in un anno e che la Lazio avrebbe vinto lo scudetto nel 2000: ventidue anni dopo quella predizione calcistica. E così è stato.

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