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sabato 12 marzo 2022

488) LA RIVOLTA CÒRSA NELL’INDIFFERENZA

NON C’È QUASI NESSUNA NOTIZIA SUI MEZZI D’INFORMAZIONE SULLA RIBELLIONE DEL POPOLO CÒRSO (A SEGUITO DELLA VIOLENTA AGGRESSIONE DI UN INDIPENDENTISTA IN CARCERE) CONTRO LE AUTORITÀ FRANCESI.

In questi giorni in Corsica è scoppiato il finimondo (degli scontri tra separatisti locali e forze militari francesi), ma pochissimi mezzi d’informazione italiani ne stanno parlando, poiché essi sono concentrati tutti sulla guerra in Ucraina. All’origine dei fatti ci sarebbe l’aggressione in carcere, da parte di un estremista islamico, su un noto esponente nazionalista còrso, Yvan Colonna, detenuto dal 1998 per l’uccisione del prefetto Claude Erignac. Ora l’aggredito è in coma e i rivoltosi non sono del tutto convinti sulla versione ufficiale, accusando il Governo francese di non aver fatto nulla per evitare il pestaggio del loro conterraneo. Nonostante i marinai còrsi abbiano cercato di impedirne lo sbarco, la Francia ha inviato le forze armate sull’isola per dare manforte alla gendarmeria nel contenere i dimostranti, formati da studenti, organizzazioni nazionaliste e sindacati. Gli scontri vanno avanti ormai da giorni. Nella notte tra mercoledì e giovedì fra Ajaccio, Bastia e Calvi, diverse barricate hanno preso fuoco. Si sono verificati anche moltissimi lanci di oggetti e di bombe molotov contro le forze dell’ordine. 

Manifestanti in Corsica

Nelle città italiane, tra il silenzio e l’indifferenza generale, si stanno organizzando delle manifestazioni di solidarietà e di vicinanza alla Corsica, da parte di coloro che sentono i còrsi come fratelli italiani. Non dimentichiamo che l’isola, pur appartenendo all’area geografica italiana, fa parte politicamente della Francia dal 1768, allorquando la Repubblica di Genova fu costretta a cederla ai transalpini, intervenuti per reprimere una rivoluzione, per i debiti contratti con essi, con la clausola che una volta saldati la Corsica sarebbe ritornata ai liguri. Gli indipendentisti Còrsi e gli irredentisti italiani puntano su questo punto, oltre che sul mancato plebiscito popolare per il passaggio di autorità (allora ancora non era prassi effettuare referendum e l’Organizzazione delle Nazioni Unite non esisteva). I nazionalisti còrsi, pur puntano sulla piena indipendenza e non intenzionati ad unirsi all’Italia, chiedono al nostro paese di far pressioni sulla Francia per far valere le clausole del Trattato di Versaglia del 1768, che sancì il passaggio della Corsica da Genova al Regno francese. Roma è troppo legata a Parigi per andare allo scontro (verbale) sulla Corsica. La soluzione finale, auspicata tra l’altro sia dai còrsi autonomisti, sia dagli italiani vicini alla loro causa, sarebbe quella di una Corsica indipendente: essendo un territorio povero, per non soccombere economicamente sarà costretta a legarsi all’Italia da qualche trattato, per giungere ad una sorta di Confederazione italo – còrsa. 


Bel dipinto a Pievepelago (Mo) con l'Italia includente la Corsica e non solo

Sarà molto difficile che questi raggiungeranno i loro obbiettivi e se ciò accadesse si aprirebbe un precedente pericoloso, incitando i separatisti di tutta Europa e anche d’Italia: ad esempio gli altoatesini potrebbero, dall’esempio della Corsica, staccarsi dalla Repubblica italiana ed unirsi all’Austria. Se così sarà probabilmente perderanno tutti i privilegi di regione autonoma italiana. Ma non andiamo troppo oltre, per ora seguiamo con attenzione l’evolversi degli eventi in Corsica.

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