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martedì 5 febbraio 2013

173) IL CASO MONTEPASCHI DI SIENA


LO SCANDALO DELLA BANCA MONTEPASCHI DI SIENA DIMOSTRA CHE NON CI SI PUO’ FIDARE CIECAMENTE DELLE BANCHE CHE COMANDANO ATTRAVERSO LA POLITICA. BERSANI E MONTI (IN FUTURO POSSIBILI ALLEATI) PERDONO CONSENSI E IL POPOLO DELLE LIBERTA’ E’ IN RECUPERO. DUE PESI DUE MISURE SUL RIMBORSO AI PARTITI NELLE REGIONI E IL CONTRADDITTORIO.



Non rientra nel mio stile accusare o sentenziare quando le indagini della magistratura sono ancora in corso. Faccio notare solo che il Patito Democratico, come tutti gli altri partiti, ha la sua fetta di potere e di influenza nel mondo delle banche e della finanza, quando invece esso, che è discendente diretto del Partito Comunista, dovrebbe avere come priorità la tutela delle classi meno abbienti. Il Monte dei Paschi di Siena è una delle banche in cui il Partito Democratico fa da padrone. Quando “accusano” Berlusconi di essere miliardario, hanno parlato i poveracci. Nel mondo liberale chi ci sa fare arriva più in alto, è invidiato da chi non giunge al suo livello e succede come nelle chiacchiere di paese, facendosi le domande ricorrenti: “ ma perché proprio lui? Che cos’ha di più a me?”  Da lì partono le maldicenze e i “difetti”. È esattamente quello che accade se un grosso imprenditore si mette a capo di un influente schieramento politico: si scava nel suo passato in tutti i modi, tirando fuori e ingrossandolo a dismisura, quello che non sarebbe mai venuto alla luce, o la luce sarebbe stata molto più fioca, se egli si fosse tenuto fuori dalla contesa politica.

Come si usa dire in questi casi: il più pulito ha la rogna; vuol dire che il comportamento di quasi tutti i grandi uomini d’affari non sempre è impeccabile, ma coloro che non toccano gli interessi del “sistema” non vengono messi alla gogna in quel modo là. Ora però tocca ad alcune banche, le quali impongono il loro potere attraverso i politici che strangolano la gente, dimostrando i loro difetti e i loro malfunzionamenti e non ci si può fidare ciecamente, a ragion di ciò vanno in avaria nei consensi coloro che ne sono i rappresentanti. Recupera qualche punto in percentuale il Popolo delle Libertà, sperando sia sufficiente a mandare all’aria l’inciucio post elettorale tra Monti e Bersani: il Pdl è favorito dal fatto che si dimostra vicino agli italiani e non alle banche o ai tedeschi e ha escluso  dalle candidature gli indagati, mentre gli altri principali partiti qualcuno in lista lo hanno (senza dimenticare il "quoziente familiare" di Casini: inserire tra le candidature Udc i propri parenti). I giornali italiani sminuiscono il caso Mps, dando la colpa come al solito al “Grande Satana” dei problemi della Borsa Valori e degli speculatori finanziari tedeschi. E l’Europa per tutelare i propri egoistici interessi fa campagna elettorale pro Monti e pro Bersani. Gli stessi quotidiani italiani non hanno dato neppure grande risalto ai rimborsi dei partiti di sinistra nella Regione Lombardia, non sollevando lo stesso polverone che avevano alzato per i risarcimenti spese dei partiti del centrodestra.


In entrambi i casi dove sta lo scandalo, se abbiamo leggi schifosissime che consentono ciò? Nel Lazio se anziché prendersi i soldi Fiorito, egli li avesse lasciati al suo partito, non sarebbe stata sempre una ruberia? Non giustifico Franco Fiorito, non avrebbe mai dovuto fare quel che ha fatto, ma in che razza di paese viviamo se Il furto dei partiti alle regioni è legale e quello dei singoli agli stessi invece è perseguito penalmente?

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