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sabato 28 febbraio 2015

260) VIE DI FUGA DALL’EX BEL PAESE

SEMPRE PIÙ ITALIANI RASSEGNATI SE NE VANNO O MEDITANO DI ANDARSENE, PERCHÉ IL “POLITICAMENTE CORRETTO”, RAMIFICATO OVUNQUE E CON CUI È INUTILE LOTTARE, VUOLE CAMBIARE IL SANGUE ED I CONNOTATI, FREGANDOSENE DI TUTTE LE CONSEGUENTI INSTABILITÀ, DI QUELLO CHE TEMPO ADDIETRO ERA IL “BEL PAESE”, LE CUI ARTI, CULTURE E VESTIGIA ERANO AMMIRATE ED INVIDIATE DA TUTTO IL MONDO.

Le persone non sono abituate o meglio non si sentono pronte ad affrontare tutti i cambiamenti epocali in corso: si sentono minacciate, sono convinti che presto loro autoctoni diverranno minoranza e potrebbero essere cacciati. È anche colpa di alcune politiche imposte dall’alto che il razzismo e la xenofobia avanzano sempre di più. Nello sterminato continente americano ciò non avverrebbe perché esso si è formato e si sta tuttora formando con le ondate migratorie: laggiù la gente è abituata, nemmeno se accorge per la vastissima estensione di quei territori; a parte oggi gli Stati Uniti che stanno avendo dei problemi con l’immensa immigrazione latina. Le nazioni europee invece sono piccole e già formate dalla loro storia e cultura, le cui radici si perdono nella notte dei tempi: dall’antica Grecia, a Roma e, andando a ritroso, dall’antico Egitto, alla Mesopotamia, da Babilonia all’Assiria. Le citate zone sono state islamizzate con la conquista araba, tranne fortunatamente la Grecia e Roma (ma fino a quando?): è storia di questi giorni che i terroristi islamici dell’Isis distruggono le antichissime testimonianze, patrimonio dell’intera umanità, dell’alba della civiltà umana. Noi Italiani oltre alle testimonianze dell’antichità abbiamo altre vestigia delle ere successive, specie quelle rinascimentali: artisti, letterati, cultori hanno lasciato delle tracce indelebili; non a caso eravamo chiamato il “Bel paese”: apprezzato, invidiato e visitato da tutto il mondo civile.

Nel corso dei secoli in Italia ci sono state sì ondate migratorie, ma mai così massicce e in così poco tempo come in questi ultimi anni, e comunque nell’epoche addietro gli invasori si adattarono agli usi e costumi, al cristianesimo, insomma al tessuto sociale della nazione che avevano assoggettato, come nel caso dei Barbari. Oggi siamo messi peggio del passato, essendo stretti tra due fuochi, entrambi importati tramite l’immigrazione incontrollata: la criminalità comune e l’estremismo islamico. Anche tra gli italiani ci sono i delinquenti, non lo nego: appunto perché ci sono già i nostri connazionali che delinquono non si dovrebbero importarne degli altri, così si ridurrebbero i rischi per la nostra incolumità e la nostra sicurezza. Non si prendono assolutamente dei provvedimenti atti a rafforzare i controlli alle frontiere ed a filtrare gli arrivi, specie con le guerriglie odierne di stampo estremista islamico, anzi si fa tutto l’opposto: si attuano delle iniziative che incentivano l’invasione. Il tutto in nome di un buonismo (che spesso si rileva peloso), di un multiculturalismo, come coperture dell’incremento del bacino di voto di alcune forze politiche. Ci sarebbero altri mezzi per aiutare chi ha veramente bisogno: direttamente all’estero o accogliendo in maniera molto più limitata, così da non far sembrare agli occhi dell’opinione pubblica come un’invasione che ci spazzerà via. In un periodo nero come questo si incrementano sempre di più le guerre tra poveri: i locali provati dalla crisi economica contro gli importati che spesso si danno alla delinquenza per sopravvivere. I partiti politici fautori di questi disegni sono ramificati dappertutto e anche se non governano hanno i mezzi per influire nell’opinione pubblica e nel smontare le leggi. Gli individui che si oppongono a quei propositi sanno bene che è inutile lottare, perciò scelgono la fuga da un’Italia che non riconoscono più come loro patria. L’America Latina è una meta ambita per ricominciare una nuova vita: come noi è un continente formato da popolazioni latine e cattoliche ed è pure ben protetto dagli oceani. Chi resiste e non scappa spera in una vittoria elettorale di una coalizione di partiti che ristabilirà l’ordine e la disciplina e se quella vittoria non dovesse arrivare, allora ci sarà sicuramente un esodo di massa.

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