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sabato 24 giugno 2017

357) ARTICOLO DE IL MESSAGGERO SUL CAROSELLO STORICO 1938



Di seguito riporto l’articolo de “Il Messaggero” sulla cronaca della seconda edizione del Carosello Storico dei Rioni di Cori del 15 maggio 1938, che ho trovato pubblicato sul libretto del programma della medesima manifestazione del 1984. Sempre nell’edizione del 1938 l’Istituto Luce realizzò un servizio.



Alla festa religiosa si ricollega la rievocazione storica dell’offerta di doni della Comunità e dei Rioni. Scrive il cronista del 1938:
“Ma l’aurea corona della festa è stato il Carosello dei Rioni, meravigliosa ricostruzione del secolo XVI”.
“I proclami lanciati dal Podestà, dai Comitati delle tre Porte; Romana, Ninfina e Signina, avevano suscitato uno spirito battagliero fra coloro che dovevano contendersi il palio. La sera precedente, dal maniero di Santa Margherita, fuori porta Ninfina, una artistica luminaria richiamava l’attenzione dei cittadini che leggevano “Viribus Unitis” motto arrogatosi della Porta; mentre in porta Romana cento braccia si avvicendavano febbrilmente per la ricostruzione dell’antica Porta colle caratteristiche della epoca. Lavoro ardito e meraviglioso che si stenderebbe a credere essere stato eseguito nello spazio di una sola notte”.
“Siamo alle ore tre del pomeriggio, le campane delle parrocchie suonano a storno per benedire i competitori delle tre Porte. Nel piazzale del Comune si compone uno stupendo corteo che si dirige in Piazza Signina ove una marea agitante di teste umane attende frenetica. Le tribune si assiepano”.
“Il corteo avanza con la Comunità, preceduto dal dirigente a cavallo, dal mossiere, dai trombetti e tamburi. Vengono quindi i magistrati dagli austeri e ricchi paludamenti seguiti dal personale e dai valletti recanti il Palio, oggetto dell’aspra contesa, superbo lavoro in pittura della giovane italiana Serenella De Rossi, raffigurante lo stemma di Cori di poi il bargello con i birri. Segue lo sfilamento di Porta Signina: lo precedono il tamburino cui fanno seguito quattro graziosi paggi recanti ramoscelli di alloro e di ulivo. Tengon dietro sei banderali che agitano in ogni verso e in ogni maniera le loro bandiere con singolare destrezza. Quindi i tre armigeri, il capitano della difesa sopra un agile destriero affrenato dal barbaresco, i sei armigeri, il vessillifero a cavallo con lo stendardo della Porta, due paggi che tengono graziosi festoni circondati dai colori della Porta. Soffusa da sorprendente grazia e bellezza, incede la Priora seguita da due damigelle e da un avventore gruppo di dame”.
“Avanza quindi il Priore, fiancheggiato da due paggi, di cui uno reca le chiavi della Porta e l’altro l’insigne; da ultimo i sei cavalieri su focosi cavalli, tre dei quali partecipanti al torneo e tre di scorta”.
“Con lo stesso ordine procede Porta Romana e di poi Porta Ninfina , fatte segno delle entusiastiche acclamazioni delle due fitte ali di popolo che godevano di quella teoria dei più smaglianti e pittoreschi costumi, senza saziarsi di tutta una gamma di visi raffaelleschi quasi ad annunciare che Cori è la casa delle belle ragazze”.
“Terminata la sfilata i cavalieri delle tre Porte passano al galoppo serrato innanzi la tribuna delle autorità per prendere posto in fondo al piazzale in attesa del segnale del mossiere che ordina squilli di tromba ad ogni corsa”.
“Gli anelli cominciano a conquistarsi fra le grida festose dei rioni e dopo un’attesa ansiosa e agitata, la vittoria rimane ai cavalieri di Porta Signina  di cui ammiriamo i particolari dello stendardo, verde e giallo oro col motto “Excelsior”. Qui uno scrosciare di battimani , uno sgolarsi per le irrefrenabili acclamazioni; una gioia traboccante della Porta vincitrice si associa alla musica del Dopolavoro alle grida tripudianti degli intervenuti che si affollano intorno ai vincitori, pervasi dal contento per il palio conseguito”.
 “Ammiriamo alle sera le fiaccole sovrastanti su oltre 500 tripodi impiantati con ramoscelli di alloro che convertono in viali di bosco la strada conducente alle tre Porte. Meravigliosa la Porta Romana con la ricostruzione dell’arco medievale illuminato a luce diffusa con in cime il motto “Per aspera ad astra”.
La ricostruzione giornalistica di quel primo (secondo ndr)  Carosello dà un’immagine puntuale e precisa dell’impegno di tutta una città. Un impegno che trova stimolo e forza nella tradizione corese, legata alla festa de Soccorso e al ringraziamento della Comunità.

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